martedì 11 marzo 2025

Recensione: Hamartía

 


Hamart
ía
di Rossana Soldano

Editore: Mondadori
Prezzo Cartaceo: €22,00
Prezzo e-book: €11,99
Pagine: 396

Questa è la storia di Lucas e Cristiano, che hanno fatto di tutto per non innamorarsi. In questa storia, Roma ha fatto di tutto “pe faje di’ de sì”.

Roma, 1967. In un caldo pomeriggio di giugno Lucas, giovane americano in cerca di un alloggio provvisorio, suona all’appartamento di via del Pellegrino trovato tramite un annuncio. Dentro sente qualcuno che canta un pezzo dei Beatles con una pronuncia terribile. Quella canzone è Lucy in the Sky with Diamonds. Subito gli è chiaro che in quella casa, inscritta nella cornice perfetta dell’Arco degli Acetari, non parlerà mai la sua lingua: Cristiano, l’esuberante proprietario, ha un accento marcatamente romanesco, ma questa non è la sua unica caratteristica. Cristiano vive liberamente la sua omosessualità ed è maledettamente attraente. Nonostante appartengano a due mondi lontanissimi, i due iniziano una relazione molto intima che investe in pieno le loro vite. Entrambi infatti hanno alle spalle un passato col quale devono fare i conti ogni giorno: Cristiano è alle prese con una famiglia che non appoggia le sue scelte; Lucas, invece, con una scelta che contrasta col suo desiderio. In una Roma all’alba di profondi cambiamenti culturali e sociali, segnata dagli episodi di Valle Giulia, tra personaggi eccentrici, Lucas scoprirà cosa significa avere degli amici e una famiglia, e dovrà decidere a quale amore restare fedele.



Se dovessi pensare ad una parola da associare a questo romanzo penserei subito a "sentimenti".  Perché ne è intriso, fin dalla prima pagina. 
Il sentimento principale è sicuramente l'amore, in primis quello fra Lucas e Cristiano, ma non è l'unico. Amicizia, senso di colpa, rancore, rabbia, indecisione sono solo alcuni dei sentimenti che vengono perfettamente espressi dai personaggi del racconto. Sul podio accanto all'amore però c'è senza dubbio il suo antagonista per eccellenza: l'odio. Quell'odio, infondato ed insensato, che ha portato l'ingegner Verdier a cacciare suo figlio Cristiano di casa, a soli 17 anni, solamente perché omosessuale. Quell'odio rappresentato perfettamente da dei ragazzi che urlano un "'A frocio", solo per presa di posizione e per paura di quello che non conoscono. Quell'odio che purtroppo, alimentato dalla paura, nonostante i tantissimi passi avanti, non è mai sparito. 

Roma, la città eterna, è forse il miglior posto al mondo per innamorarsi. E lo sanno bene Lucas e Cristiano, diventati coinquilini nell'estate del 1967, sulle note di Lucy in the sky with diamonds,  quando Lucas alla ricerca di una casa in cui vivere per qualche mese si ritrova agli Acetari  a bussare alla porta di Cristiano. Non sapevano che nel giro di pochi mesi la loro relazione sarebbe stata completamente stravolta, e tutti i loro tentativi di restare freddi e distaccati sarebbero stati vani. Insieme girano Roma giorno e notte e Cristiano mostra a Lucas tutte le chicche della città esordendo sempre con un " 'A voj vedé 'na cosa bella?". È il suo modo per dimostrare affetto a Lucas che, a differenza di Cristiano, è molto più spaventato di vivere liberamente la loro relazione. Cristiano vive la sua omosessualità apertamente, mentre Lucas ha ancora dei grossi scogli da superare, che si porta dietro come un fardello da quell'infanzia di cui non vuole raccontare nulla, un po' per vergogna, un po' per la paura di essere giudicato. 

La loro relazione è estremamente complicata e il fatto di non poterla vivere liberamente non li aiuta. 

In poco tempo Lucas si affeziona non solo a Cristiano, ma a tutta la combriccola. Gli amici più cari di Cristiano, 
Walter, Ludovico, Massimo, Isabella lo accolgono fin da subito nel gruppo anche se ci saranno delle forti incomprensioni, dovute in particolare alla diversa provenienza di Lucas e ad alcune divergenze di pensiero. Lucas, infatti, cerca conforto nella Fede e dei ragazzi, per certi versi, ribelli,  come Cristiano e i suoi amici, faticano a capire il suo punto di vista, soprattutto in un periodo socialmente movimentato come la fine degli anni Sessanta. 
Ma quello a cui Lucas si affeziona più di tutti è sicuramente Gino, lo zio di Cristiano. Lo zio Gi' è stato l'unico ad accogliere ed accudire Cristiano quando il padre lo ha cacciato di casa, l'unico, oltre ai suoi amici, ad averlo sempre appoggiato in ogni sua decisione e, in particolare, ad accettarlo e capirlo senza giudicarlo. 

Il cuore pulsante del romanzo è la casa all'Arco degli Acetari; racchiude tutte le cose importanti in sé: famiglia, amicizia e amore, in tutte le sue sfaccettature.  

Alleggerita dal dialetto romanesco, la storia di Lucas e Cristiano in Hamartía fa da sfondo ad un concetto molto più importante che continua ad essere estremamente attuale, nonostante anni di lotte: la paura, che continua ad essere presente ed estremamente radicata nella nostra società. Sta ad ognuno di noi cercare di combatterla come meglio possiamo, anche solo con dei piccoli gesti. Finché ci gireremo dall'altra parte facendo finta di non vedere, le cose, purtroppo, non cambieranno. 

Concludo con quella che è secondo me una delle frasi più rappresentative dello zio Gi' e del libro in generale: «Imparate er coraggio ingegne', che 'a paura fa 'a gente 'nfelice e 'a gente infelice fa er monno brutto»


Durata  della lettura:  Cinque giorni
Bevanda consigliata: Caffè della moka
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 17 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: Le cose giuste, Silvia Ferreri



      "Perché l'amore non si spiega, non si racconta e non si insegna. L'amore non te lo chiedi. L'amore lo sai. E lo senti."

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

Nessun commento:

Posta un commento

Commenta e condividi con noi la tua opinione!

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...