di Rossana Soldano Editore: Mondadori Prezzo Cartaceo: €22,00 Prezzo e-book: €11,99 Pagine: 396 Questa è la storia di Lucas e Cristiano, che hanno fatto di tutto per non innamorarsi. In questa storia, Roma ha fatto di tutto “pe faje di’ de sì”. |
Il sentimento principale è sicuramente l'amore, in primis quello fra Lucas e Cristiano, ma non è l'unico. Amicizia, senso di colpa, rancore, rabbia, indecisione sono solo alcuni dei sentimenti che vengono perfettamente espressi dai personaggi del racconto. Sul podio accanto all'amore però c'è senza dubbio il suo antagonista per eccellenza: l'odio. Quell'odio, infondato ed insensato, che ha portato l'ingegner Verdier a cacciare suo figlio Cristiano di casa, a soli 17 anni, solamente perché omosessuale. Quell'odio rappresentato perfettamente da dei ragazzi che urlano un "'A frocio", solo per presa di posizione e per paura di quello che non conoscono. Quell'odio che purtroppo, alimentato dalla paura, nonostante i tantissimi passi avanti, non è mai sparito.
Roma, la città eterna, è forse il miglior posto al mondo per innamorarsi. E lo sanno bene Lucas e Cristiano, diventati coinquilini nell'estate del 1967, sulle note di Lucy in the sky with diamonds, quando Lucas alla ricerca di una casa in cui vivere per qualche mese si ritrova agli Acetari a bussare alla porta di Cristiano. Non sapevano che nel giro di pochi mesi la loro relazione sarebbe stata completamente stravolta, e tutti i loro tentativi di restare freddi e distaccati sarebbero stati vani. Insieme girano Roma giorno e notte e Cristiano mostra a Lucas tutte le chicche della città esordendo sempre con un " 'A voj vedé 'na cosa bella?". È il suo modo per dimostrare affetto a Lucas che, a differenza di Cristiano, è molto più spaventato di vivere liberamente la loro relazione. Cristiano vive la sua omosessualità apertamente, mentre Lucas ha ancora dei grossi scogli da superare, che si porta dietro come un fardello da quell'infanzia di cui non vuole raccontare nulla, un po' per vergogna, un po' per la paura di essere giudicato.
La loro relazione è estremamente complicata e il fatto di non poterla vivere liberamente non li aiuta.
In poco tempo Lucas si affeziona non solo a Cristiano, ma a tutta la combriccola. Gli amici più cari di Cristiano, Walter, Ludovico, Massimo, Isabella lo accolgono fin da subito nel gruppo anche se ci saranno delle forti incomprensioni, dovute in particolare alla diversa provenienza di Lucas e ad alcune divergenze di pensiero. Lucas, infatti, cerca conforto nella Fede e dei ragazzi, per certi versi, ribelli, come Cristiano e i suoi amici, faticano a capire il suo punto di vista, soprattutto in un periodo socialmente movimentato come la fine degli anni Sessanta.
Il cuore pulsante del romanzo è la casa all'Arco degli Acetari; racchiude tutte le cose importanti in sé: famiglia, amicizia e amore, in tutte le sue sfaccettature.
Alleggerita dal dialetto romanesco, la storia di Lucas e Cristiano in Hamartía fa da sfondo ad un concetto molto più importante che continua ad essere estremamente attuale, nonostante anni di lotte: la paura, che continua ad essere presente ed estremamente radicata nella nostra società. Sta ad ognuno di noi cercare di combatterla come meglio possiamo, anche solo con dei piccoli gesti. Finché ci gireremo dall'altra parte facendo finta di non vedere, le cose, purtroppo, non cambieranno.
Concludo con quella che è secondo me una delle frasi più rappresentative dello zio Gi' e del libro in generale: «Imparate er coraggio ingegne', che 'a paura fa 'a gente 'nfelice e 'a gente infelice fa er monno brutto».
Formato consigliato: Cartaceo
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