di Federico Baccomo Editore: Mondadori Prezzo cartaceo: € 18.00 Pagine: 156 Italia, domani, anzi oggi.
Era nell’aria da un po’ e alla fine è successo: il neonato governo di destra, guidato dal presidente del Consiglio Diego Cederna, ha approvato la cosiddetta “Legge della Buona Vita”, che spazza via la storica Legge 194 del ’78 sull’interruzione volontaria di gravidanza: in Italia l’aborto diventa reato.
Tra le tante voci che si levano in protesta, c’è quella di Gaia Zavattini, giovane parlamentare dell’opposizione, che, impotente e amareggiata, posta sui social uno sfogo che suona come una chiamata alle armi. Rievocando l’antica ribellione di Lisistrata, la protagonista della più celebre commedia di Aristofane, invita le donne a sottrarre il loro corpo al desiderio degli uomini, a fare un vero e proprio sciopero del sesso fino a quando quella mostruosa legge, che proprio sul corpo delle donne agisce, non sarà cancellata. Quello di Gaia è uno slancio impulsivo figlio di rabbia e frustrazione, ma l’iniziativa diventa inaspettatamente virale, attirando un numero enorme di adesioni femminili, che cresce di giorno in giorno. È l’inizio di una feroce battaglia che vedrà il paese spaccarsi a metà, diviso tra il movimento delle Sorelle di Lisistrata, guidato dalla pacifica ma risoluta Gaia, e i sostenitori della Legge della Buona Vita, capeggiati dal cinico premier e da un esagitato ministro della Famiglia. Le conseguenze sociali e politiche dello scontro saranno più assurde e violente di quanto chiunque avrebbe potuto prevedere.
Federico Baccomo sfodera la sua penna più brillante, caustica e dissacrante e inventa una geniale provocazione letteraria: un romanzo che risuona come un’inquietante profezia. |
Esistono libri che si scelgono seguendo l'istinto, senza conoscere l'autore e senza sapere esattamente cosa aspettarsi, e che si rivelano delle piccole, preziose gemme. "Le sorelle di Lisistrata" di Federico Baccomo è stato, per me, uno di questi.
Il titolo è un chiaro richiamo all'opera di Aristofane, "Lisistrata", appunto, in cui le donne greche, guidate da Lisistrata, decidono di rifiutare qualsiasi rapporto sessuale con gli uomini, per costringerli a porre fine alla guerra del Peloponneso. Si barricano nell'Acropoli e resistono alle suppliche dei mariti, che presto cedono e firmano la pace. Una satira dal tono divertente e provocatorio sul potere delle donne e sull'assurdità della guerra.
"Le sorelle di Lisistrata" è, a sua volta, un romanzo provocatorio, in cui viene offerta una narrazione che sembra una spaventosa e inquietante profezia.
L'ambientazione è quella di un'Italia contemporanea, in cui viene descritta l'ascesa di un governo di destra guidato dal presidente del Consiglio Diego Cederna. Il nuovo esecutivo approva la "Legge della Buona Vita", abrogando la storica legge 194 del 1978 e rendendo l'aborto un reato.
In risposta, Gaia Zavattini, una giovane parlamentare dell'opposizione, lancia un appello sui social, ispirato alla commedia di Aristofane, invitando le donne ad uno sciopero sessuale fino a quando la legge non sarà revocata. Quello che inizialmente è solo una reazione impulsiva si trasforma in un vero e proprio movimento virale, delle Sorelle di Lisistrata e il paese si divide in due: i sostenitori del movimento e quelli della nuova legge. Le conseguenze sono inaspettate, assurde e, per le donne, violente.
Federico Baccomo affronta temi di grande attualità, descritti con uno stile brillante e mescolando ironia e profondità. La sua scrittura coinvolgente riesce a fare allo stesso tempo sorridere, arrabbiare, indignare riflettere, commuovere.
Questa lettura è consigliata vivamente a chi cerca una storia provocatoria, ma molto vicina alla realtà, che stimoli riflessioni profonde sul ruolo della donna, politica e società contemporanea.
Una grande bella scoperta e un viaggio da fare!
Durata totale della lettura: cinque giorni
Bevanda consigliata: spritz sorseggiato al sole
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: a partire dai 16 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: Sulle donne di Susan Sontag
"Parlò delle donne in generale, della loro condizione, della loro libertà e della loro subordinazione, perchè quella che veniva spacciata per una legge scritta per tutelare la vita di un bambino era in realtà solo una legge che intendeva controllare la vita di una donna."
Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
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