venerdì 13 dicembre 2024

Recensione: Quattordici giorni



  Quattordici giorni

 a cura di Margaret Atwood, Douglas Preston

 Editore: Ponte alle grazie
 Prezzo: € 20
 Pagine: 416
 Titolo originale: 
Fourteen Days: A Collaborative Novel
 Traduzione: Guido Calza

 New York, 2020: appena stabilita nel palazzo come portinaia, Yessie, una giovane donna figlia di emigrati rumeni, trova nel suo appartamento La Bibbia del Fernsby, una specie di diario del precedente custode dove sono annotati i nomi di tutti gli inquilini, informazioni sulla loro vita e sul loro carattere. Alla fine, alcune pagine bianche sono a disposizione «per il prossimo amministratore». I condomini si riuniscono tutte le sere, verso il crepuscolo, sul terrazzo, per scambiarsi due parole prima di andare a dormire. Ben presto, queste serate si trasformano in vere e proprie sessioni di racconti: ognuno, a turno, prende la parola e narra una storia, reale o di invenzione. Yessie decide così di registrare segretamente per quattordici giorni i racconti di ogni inquilino, per poi trascrivere tutto sul suo quaderno. Le serate passano in un crescendo di tensione, finché un'ultima sanguinosa storia di vendetta non chiarirà inaspettatamente tutti i dettagli rimasti in sospeso sulla misteriosa custode. Con la maestria dei grandi narratori, Margaret Atwood e Douglas Preston tessono una trama composta dai contributi dei migliori autori contemporanei, a ognuno dei quali è affidata la scrittura della storia di un inquilino del palazzo. Un romanzo collaborativo, un Decameron dei nostri tempi che, con uno stile feroce e comico allo stesso tempo, dà voce all’urgenza umana di raccontare e raccontarsi, celebrando così il potere delle storie e dei libri che le contengono. 





La nostra protagonista, se così la possiamo definire, si trasferisce nel suo nuovo appartamento, dove avrà la sua base per svolgere il lavoro di custode del palazzo. 
Un edificio decadente e a tratti fatiscente, che riflette lo stato di abbandono e di frustrazione di chi ci vive. Siamo nel pieno del primo lockdown del Covid-19, e le notizie dall'Italia, con immagini e racconti spaventosi, iniziano a fare il giro del mondo. 
A New York, intanto, si contano i primi morti della pandemia. 
 Nel condominio, l'unico svago per i residenti è salire sulla terrazza ogni sera, dove, dopo aver applaudito il personale sanitario, si scambiano storie. Ognuno racconta qualcosa: a volte storie personali, altre volte aneddoti sugli altri inquilini, altre ancora puri racconti di fantasia. Questo diventa il "trucchetto" che permette a ciascun scrittore di dar vita al proprio racconto, giustificando la diversità di stili, temi e ritmi narrativi. 
Tutte, però, sono impregnate d'amore, sebbene non sempre in modo esplicito. A volte, l'amore si nasconde in un invito a pranzo da parte di un piccolo spacciatore o nel gesto di una donna morente che cerca di distrarre un bambino. Persino le storie più sanguinolente e spaventose sembrano legate, seppur sottilmente, a un filo di amore. 
 Prima di queste serate sulla terrazza, i condomini non si parlavano quasi mai, ma ora ognuno ha un'opinione sull'altro, come accade in tutti i palazzi. I soprannomi che si danno sono tra i più vari: Hello Kitty, Eurovision, la figlia del merenguero. 
Ognuno ha una storia inaspettata, ma la più sorprendente è quella della nostra custode. Gli altri non sanno che lei sta registrando tutti i racconti, con l'intenzione di raccoglierli in un libro che il precedente custode aveva iniziato, ma che nessuno sa dove sia finito. 
Quale mistero si cela dietro a questo libro? Le storie sono tutte affascinanti, anche se un velo di tristezza sembra permeare l'intera raccolta. 
Solo il finale svela il motivo di questa malinconia. Una raccolta di racconti davvero bella, che parla di riscatto, coraggio e libertà.

Un libro che consiglio vivamente a chi ama i racconti, in particolare quelli scritti da grandi autori, come quelli presenti in questa raccolta. 
Fatemi sapere quale storia avete apprezzato di più; la mia preferita è sicuramente "Donna alla finestra" di Mira Jacob. 


Durata totale della lettura: Sei giorni
Bevanda consigliata: Succo di pompelmo
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: I fantasmi dell’inverno





"Io vivevo infestata dagli spiriti. Forse noi tutti vivevamo così, mentre lassù ci spartivamo i nostri ricordi"





Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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