lunedì 18 novembre 2024

Recensione: Medea



  Medea

 di Rosie Hewlett

 Editore: Piemme
 Prezzo: € 16
 Pagine: 432
 Traduzione: Federica Merati
 

  Quando incontra Giasone per la prima volta, Medea è una ragazza sola, maltrattata dal fratello, non amata dalla madre. Non viene accettata dalla sua stessa famiglia perché è diversa dalle altre giovani: possiede un potere unico e pericoloso, la stregoneria. E così, quando Giasone, eroe e capo dei famosi Argonauti, arriva per reclamare il Vello d'oro che il padre protegge ferocemente, Medea coglie l'occasione per fuggire. L'amore con Giasone è per lei un approdo: con lui non si sentirà mai più così sola e incompresa. Ma quando anche Giasone tradirà la sua fiducia, la sua ira sarà incontenibile... Per la prima volta, il grande mito di Medea raccontato dal suo punto di vista, con una penna straordinaria che illumina gli angoli più nascosti di un personaggio che da millenni non smette di affascinare. 




Quest'anno ho letto parecchi romanzi sulla mitologia greca, concentrandomi soprattutto sulle protagoniste femminili. 
Di Medea conoscevo molto poco. 
Da ragazzina cresce isolata dalla sorella, che ama tanto, perché da bambina ha trasformato il fratello Aspirto in un maiale. Da quel giorno, l'odio, ma soprattutto la paura nei confronti del suo potere, sono immediati, sia da parte del fratello, che continuerà a bullizzarla, sia da parte del padre, che la picchierà per forzarla alla sottomissione. 
L'unica che la capisce e le insegna è la zia Circe, anche lei imbevuta della magia di Ecate. 
L'unica sembianza di amore che Medea riceve è proprio dalla zia, che però sparisce improvvisamente dalla sua vita, e il padre la convincerà che ciò sia dovuto al fatto che lei sia impossibile da amare. Medea non vede altra via d'uscita che aggrapparsi alle prime persone che arriveranno alla Colchide per poter scappare: questi sono gli Argonauti, capitanati da Giasone, in cerca del vello magico che donerà poteri insuperabili a chi lo prenderà. Giasone è estremamente affascinato dal potere di Medea e lei stessa sembra essere persa per lui, tanto da compiere gesti che la faranno ricorrere alla magia nera, a quei poteri pericolosi verso cui la stessa zia l'aveva messa in guardia. Medea, però, ormai è concentrata sulla libertà che sa di poter raggiungere abbandonando il padre, non rendendosi conto degli effetti negativi di adattarsi alla vita di Giasone, e tantomeno di come la magia nera stia imbevendo il suo cuore e la sua anima di cattiveria. 
Solo Atalanta sembra esserle amica, ma Medea perderà ogni cognizione del bene con l'aumentare dei suoi poteri. 
 La storia è molto bella, si legge tutta d'un fiato e il personaggio di Medea è descritto benissimo. Il ritmo del romanzo cambia decisamente: dall'inizio, che è leggermente più lento, al centro, dove gli eventi si susseguono rapidamente, fino alle due parti finali, che risultano fin troppo accelerate. 
 Finalmente un romanzo in cui la figura di Medea non si concentra sulla sua voglia di potere, ma spiega cosa l'abbia fatta diventare così. 
Viene raccontato come essere stata usata come arma prima dal padre e poi da Giasone l'abbia davvero trasformata in un'arma micidiale. 
 Una storia di vendetta e riscatto personale, con tocchi di femminismo qua e là, ma anche del vuoto che la mancanza di amore nell'infanzia porta a confondere qualunque attenzione per amore.

Consigliato a chi ha letto Atalanta di Jennifer Saint e, se non l'avete letto, lo consiglio vivamente. 
In entrambi i romanzi conosciamo meglio una parte della mitologia greca che siamo sempre e solo stati abituati a vedere dall'occhio maschile; stavolta le donne vengono riscattate e non sono rappresentate solo come pazze e cattive streghe lussuriose. Inoltre, in entrambi i romanzi, la parte sugli Argonauti è davvero interessante e divertente.


Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata: Tisana al tiglio
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 35 anni
Website dell'autrice: Rosie Hewlett
Consigliato a chi ha apprezzato: Atalanta di Jennifer Saint



"«Non c’è niente di male a sentirsi smarriti» gli dico. «Io mi sono sentita così per tutta la vita». 



Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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