giovedì 21 novembre 2024

Recensione: Il bosco d'inverno

 


Il bosco d'inverno
di Susanna Clarke
Editore: Fazi Editore
Prezzo: € 10.00
Pagine: 64
Titolo originale: The Wood at Midwinter
Traduzione a cura di Donatella Rizzati

Dall’autrice bestseller internazionale e pluripremiata di Piranesi e Jonathan Strange & il signor Norrell, un incantevole racconto illustrato.

La diciannovenne Merowdis Scot è una ragazza un po’ strana. Riesce a comunicare con gli alberi e gli animali, ed è davvero in pace solo quando cammina nei boschi; nessuna delle strade che i genitori hanno in mente per il suo futuro la convince, ma per fortuna la sorella Ysolde prova a comprendere le sue inclinazioni e la aiuta come può a essere libera, accompagnandola in mezzo alla natura e lasciando che si prenda cura di tutte le creature che trova, dai cani ai pappagalli, dai maialini ai ragni. Un pomeriggio d’inverno, quando tutto è ricoperto di neve e in apparenza regna il silenzio, Merowdis sta passeggiando insieme ai suoi cani e alla maialina Apple. Il suo animo è inquieto e, dopo aver confessato agli alberi e a chiunque sia in ascolto i suoi desideri più nascosti, una serie di incontri inaspettati la trattiene nella foresta fino al calare delle tenebre, cambiando per sempre il corso della sua vita.

«In inverno, il bosco dovrebbe essere addormentato. Così dice la gente. Ma io non credo che sia vero».


"Il bosco d'inverno" di Susanna Clarke è un racconto breve illustrato da Victoria Sawdon. 

Ambientato nell'incantato e affascinante universo di Jonathan Strange & il Signor Norrell, in appena 64 pagine, l'opera riesce ad unire il fascino del fantasy con un'atmosfera invernale densa di magia e riflessione. La protagonista della storia è Merowdis, una figura misteriosa che si avventura in un bosco innevato, accompagnata dai suoi due animali, due cani e una maialina, alla ricerca di qualcosa di indefinito ma significativo e profondo. Il racconto esplora temi universali come il rapporto con la natura, il senso di isolamento e i desideri inespressi.

Clarke riesce a creare un mondo evocativo e coinvolgente, in cui il bosco diventa rifugio e luogo di mistero. Le descrizioni trasmettono una "pace inquietante", mescolando tranquillità e tensione, con l’inverno che amplifica i temi del desiderio e della solitudine.

Le bellissime illustrazioni di Sawdon arricchiscono il racconto, rendendolo un’esperienza visiva oltre che narrativa. La postfazione dell'autrice, che ho trovato interessantissima, svela le ispirazioni dietro il racconto, tra cui il parallelismo con la musica di Kate Bush, in particolare con l’album 50 Words for Snow. Entrambe le opere esplorano il tema dell’amore che trascende il mondo umano e il legame tra uomo e natura.

"Il bosco d'inverno" è una coccola preziosa per chi ama storie brevi e poetiche, arricchite da illustrazioni suggestive. Perfetta da leggere in una giornata d'inverno, per immergersi in un mondo di magia e introspezione sorseggiando una cioccolata calda e speziata e ammirando dalla finestra i primi fiocchi di neve che cadono dolcemente e silenziosamente.

Durata totale della lettura: Un paio di ore.
Bevanda consigliata: Cioccolata calda speziata
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: a partire dai 16 anni 
Consigliato a chi ha apprezzatoJonathan Strange & Mr Norrell di Susanna Clarke




"Tutto quello che dovete sapere è che la città di Merowdis è la capitale del re di Newcastle. Ma non quella Newcastle. L'altra."


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

lunedì 18 novembre 2024

Recensione: Medea



  Medea

 di Rosie Hewlett

 Editore: Piemme
 Prezzo: € 16
 Pagine: 432
 Traduzione: Federica Merati
 

  Quando incontra Giasone per la prima volta, Medea è una ragazza sola, maltrattata dal fratello, non amata dalla madre. Non viene accettata dalla sua stessa famiglia perché è diversa dalle altre giovani: possiede un potere unico e pericoloso, la stregoneria. E così, quando Giasone, eroe e capo dei famosi Argonauti, arriva per reclamare il Vello d'oro che il padre protegge ferocemente, Medea coglie l'occasione per fuggire. L'amore con Giasone è per lei un approdo: con lui non si sentirà mai più così sola e incompresa. Ma quando anche Giasone tradirà la sua fiducia, la sua ira sarà incontenibile... Per la prima volta, il grande mito di Medea raccontato dal suo punto di vista, con una penna straordinaria che illumina gli angoli più nascosti di un personaggio che da millenni non smette di affascinare. 




Quest'anno ho letto parecchi romanzi sulla mitologia greca, concentrandomi soprattutto sulle protagoniste femminili. 
Di Medea conoscevo molto poco. 
Da ragazzina cresce isolata dalla sorella, che ama tanto, perché da bambina ha trasformato il fratello Aspirto in un maiale. Da quel giorno, l'odio, ma soprattutto la paura nei confronti del suo potere, sono immediati, sia da parte del fratello, che continuerà a bullizzarla, sia da parte del padre, che la picchierà per forzarla alla sottomissione. 
L'unica che la capisce e le insegna è la zia Circe, anche lei imbevuta della magia di Ecate. 
L'unica sembianza di amore che Medea riceve è proprio dalla zia, che però sparisce improvvisamente dalla sua vita, e il padre la convincerà che ciò sia dovuto al fatto che lei sia impossibile da amare. Medea non vede altra via d'uscita che aggrapparsi alle prime persone che arriveranno alla Colchide per poter scappare: questi sono gli Argonauti, capitanati da Giasone, in cerca del vello magico che donerà poteri insuperabili a chi lo prenderà. Giasone è estremamente affascinato dal potere di Medea e lei stessa sembra essere persa per lui, tanto da compiere gesti che la faranno ricorrere alla magia nera, a quei poteri pericolosi verso cui la stessa zia l'aveva messa in guardia. Medea, però, ormai è concentrata sulla libertà che sa di poter raggiungere abbandonando il padre, non rendendosi conto degli effetti negativi di adattarsi alla vita di Giasone, e tantomeno di come la magia nera stia imbevendo il suo cuore e la sua anima di cattiveria. 
Solo Atalanta sembra esserle amica, ma Medea perderà ogni cognizione del bene con l'aumentare dei suoi poteri. 
 La storia è molto bella, si legge tutta d'un fiato e il personaggio di Medea è descritto benissimo. Il ritmo del romanzo cambia decisamente: dall'inizio, che è leggermente più lento, al centro, dove gli eventi si susseguono rapidamente, fino alle due parti finali, che risultano fin troppo accelerate. 
 Finalmente un romanzo in cui la figura di Medea non si concentra sulla sua voglia di potere, ma spiega cosa l'abbia fatta diventare così. 
Viene raccontato come essere stata usata come arma prima dal padre e poi da Giasone l'abbia davvero trasformata in un'arma micidiale. 
 Una storia di vendetta e riscatto personale, con tocchi di femminismo qua e là, ma anche del vuoto che la mancanza di amore nell'infanzia porta a confondere qualunque attenzione per amore.

Consigliato a chi ha letto Atalanta di Jennifer Saint e, se non l'avete letto, lo consiglio vivamente. 
In entrambi i romanzi conosciamo meglio una parte della mitologia greca che siamo sempre e solo stati abituati a vedere dall'occhio maschile; stavolta le donne vengono riscattate e non sono rappresentate solo come pazze e cattive streghe lussuriose. Inoltre, in entrambi i romanzi, la parte sugli Argonauti è davvero interessante e divertente.


Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata: Tisana al tiglio
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 35 anni
Website dell'autrice: Rosie Hewlett
Consigliato a chi ha apprezzato: Atalanta di Jennifer Saint



"«Non c’è niente di male a sentirsi smarriti» gli dico. «Io mi sono sentita così per tutta la vita». 



Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

venerdì 15 novembre 2024

Recensione: Un uccellino mi ha detto

 

Un uccellino mi ha detto
di Susan Fletcher
Editore: Rizzoli
Prezzo cartaceo: € 19
Pagine: 432
Titolo originale: The night in question
Traduzione: Matteo Camporesi

Florrie Butterfield ha avuto una vita piena, ricca di avventure e viaggi in paesi esotici, di grandi affetti, amicizie, passioni. Adesso che a ottantasette anni si è stabilita a Babbington Hall, una tranquilla casa di riposo nell’Oxfordshire, è convinta che il futuro non le riserverà più colpi di scena. Confinata su una sedia a rotelle dopo uno stupido incidente domestico, non può tuttavia rinunciare all’antica curiosità, che ora fa di lei un’osservatrice attenta dell’angolino di campagna inglese che la circonda. Quando la sera del solstizio d’estate la direttrice della casa di riposo precipita dalla finestra del suo alloggio, l’evento viene archiviato come il gesto disperato di una donna triste e sola, dall’esistenza irrimediabilmente scialba. Ma Florrie è di un altro avviso, e un rovello comincia ad assillarla. Spalleggiata da un ex professore di latino con un debole per le bretelle sgargianti, cercherà di fare luce sull’accaduto, spingendo la sua sedia a rotelle lungo i giardini rigogliosi e i corridoi scricchiolanti di Babbington, spillando confidenze a tutta una serie di personaggi indimenticabili nella loro incontrastata fragilità: le cosiddette sorelle Ellwood, irrefrenabili impiccione, la snobissima Marcella Mistry, e un ex buttafuori convertito alla Chiesa, ora ribattezzato reverendo Joe. Florrie non chiede di meglio: potersi mettere in gioco, ancora una volta, e lanciarsi con rinnovata gioia in un’avventura capace di risvegliare ricordi, sentimenti, e il brivido inebriante di un sogno tutto da vivere.




Chi ha detto che la vita finisce in una casa di riposo? Che ci si spegne lentamente e si perde l'interesse nei confronti del mondo? Di certo non l'arzilla ottantasettenne Florrie Butterfield che, da poco approdata alla casa di riposo Babbington Hall, non perde di certo tempo a commiserarsi e rievocare gli anni passati, lanciandosi anzi in un'indagine investigativa con il fidato amico Stanhope, anche lui ospite della stessa struttura.  
Figlia di un poliziotto, Florrie intuisce ben presto che due morti improvvise nel giro di poco tempo nello stesso luogo - quella che dovrebbe essere una tranquilla casa di riposo - sono quantomeno sospette, soprattutto quella della riservata giovane direttrice, Renata Green, che pare essersi suicidata gettandosi dalla finestra senza che nessuno riuscisse a fermarla, approfittando del trambusto di una notte di tempesta. Senza farsi ostacolare dalla sedia a rotelle che sorregge la sua unica gamba rimasta, Florrie cerca dunque di raccogliere informazioni sull'accaduto escogitando originali stratagemmi e imbastendo conversazioni con gli altri ospiti di Babbington Hall, il personale e chi a vario titolo gravita intorno a questo micromondo. 
Parallelamente agli sviluppi delle indagini, il romanzo ci svela a ritroso vari momenti dell'avventurosa vita della protagonista, che ne rivelano la sensibilità, l'intelligenza e al contempo la fragilità del suo cuore di fronte alla possibilità di amare ed essere amata, dovuta a un tragico avvenimento risalente alla sua adolescenza (il "luccio" che compare periodicamente nel corso della storia) che riuscirà a rivelare soltanto nelle ultime pagine, sciogliendo finalmente quel nodo che le consentirà di aprirsi a un nuovo amore.
Originale, interessante e coinvolgente, ideale se cercate una lettura per farvi compagnia in questi primi giorni di freddo! 


Durata totale della lettura: quattro giorni
Bevanda consigliata:  the bianco
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni




"Non abbandoniamo mai i bambini che siamo stati. Semplicemente, cresciamo al loro fianco, come un albero che, col tempo, cresce accanto a una bicicletta che è stata lasciata appoggiata al suo tronco [...]."



Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

martedì 12 novembre 2024

La Biblioteca dei Bimbi: Cosa fanno i sentimenti di notte?



Cosa fanno i sentimenti di notte?
testi di Tina Oziewicz
illustrazioni di Aleksandra Zajaç

Editore: Terre di Mezzo
Prezzo cartaceo: 16,00 €
Pagine: 66 
Formato: 20,5 X 30,2 cm
Titolo originale: Co uczucia robią nocą?
Traduzione: Valentina Parisi

La Gioia salta sul letto.
La Nostalgia suona il violoncello.
La Speranza non dorme mai: sorveglia il falò che ha acceso con l’ultimo fiammifero.
Alla Tristezza la notte piace: di notte è come tutti gli altri, nessuno si stupisce se resta sdraiata a occhi chiusi…
Un catalogo sulla “vita notturna” di emozioni, sentimenti, stati d’animo, con i personaggi buffi e poetici dell’amatissimo “Ci conosciamo?”.





"Cosa fanno i sentimenti di notte?" è un albo illustrato che esplora il misterioso e affascinante mondo delle emozioni, raccontando cosa succede quando cala la notte e ci abbandoniamo al silenzio.
Scritto da Tina Oziewicz, il libro si rivolge sia ai bambini che agli adulti, invitandoli a riflettere sulle emozioni che ci abitano e sul loro movimento continuo, anche quando il mondo esterno sembra addormentarsi.
La storia si chiede cosa facciano i sentimenti durante la notte, immaginando un piccolo mondo parallelo in cui tristezza, gioia, paura, ansia, cuore infranto, lutto e curiosità si muovono e interagiscono, dando vita a un racconto delicato e misterioso di forme e colori.
Le emozioni, pur invisibili di giorno, prendono vita di notte e si rivelano nel loro essere più autentico e complesso. Ogni sentimento ha una propria identità e uno spazio in cui esprimersi, dimostrando che tutte le emozioni, anche quelle più "difficili", sono importanti e meritevoli di attenzione.
Le illustrazioni di Aleksandra Zajaç accompagnano con maestria il testo, portando in scena un universo di colori delicati ma ricchi di intensità. Le figure, spesso astratte e oniriche, sono tratteggiate con morbide curve e linee sinuose, creando un'atmosfera di dolcezza e poesia.
L’illustratrice si diverte a rendere visibili emozioni che solitamente sono invisibili: la tristezza, la rabbia, la gioia, ma anche l’incertezza e la curiosità, che si materializzano in forme, colori e texture, rendendo ogni sentimento un protagonista di questa speciale danza notturna. L'uso del colore non è mai casuale: ogni emozione ha il suo tono e, nonostante si possa definire un libro “in bianco e nero”, ci sono sempre degli accenni di colori (dal lilla all’azzurro, a qualche spiraglio di luce arancione).
Il messaggio centrale che il libro vuole trasmettere è chiaro e potente: i sentimenti non devono essere temuti, né repressi. Non solo di giorno, ma anche di notte, ogni emozione ha una sua funzione, una sua bellezza, una sua ragione di esistere.
La notte diventa così il momento ideale per fare pace con le emozioni, per osservare ciò che ci attraversa e imparare a gestirle. Non c'è giudizio, non c'è fretta, solo la quiete di un momento in cui tutto è permesso. 
Non dobbiamo temere o respingere ciò che proviamo, ma imparare a convivere con le emozioni in modo armonioso, senza paura del buio che esse talvolta portano con sé.
"Cosa fanno i sentimenti di notte?" invita a esplorare il proprio mondo interiore, accogliendo ogni emozione con curiosità e senza giudizio.

Bevanda consigliata:  Cioccolata bianca
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 5 ai 10 anni anni
Sito dell'autrice: Tina Oziewicz 
Sito dell'illustratrice: Aleksandra Zajaç 



"Alla Tristezza la notte piace. Di notte è come tutti gli altri. Nessuno si stupisce se resta sdraiata a occhi chiusi, non fa nulla e sospira. finalmente può riposare"



                                             Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

venerdì 8 novembre 2024

Recensione: La bambina che non c'era



  La bambina che non c'era

 di Siba Shakib

 Editore: Libreria Pienogiorno
 Prezzo: € 18,90
 Pagine: 304
 Titolo originale: 
Samira and Samir
 Traduzione: Claudia Leonetti/Grandi &Associati

 Non c’è un giorno in quei nove mesi e poi nelle lunghe ore del travaglio che Daria non abbia pregato perché nascesse un maschio. Che non abbia tremato per le conseguenze in caso contrario. Suo marito, il giovane e valoroso comandante, non avrebbe potuto sopportare l’affronto di una femmina. Solo al primogenito maschio il comandante può trasmettere tutto ciò che ha imparato dal padre e dai suoi avi. Solo un primogenito maschio può garantire al giovane comandante il rispetto dei suoi combattenti e della sua tribù, sui monti dell’Hindu Kush, in Afghanistan. Daria sa bene cosa può fare il villaggio se mette al mondo una bambina. 
Una femmina vale meno di una pecora, meno di niente. Potrebbe anche non esistere. Così Samira, che nasce nonostante tutte le preghiere, non vivrà un solo giorno da bambina. In segreto il comandante decide che la crescerà come un maschio e che il suo nome è Samir. E che, quando sarà il momento, prenderà il suo posto. Samir impara a cacciare, ad andare a cavallo, a sparare e a combattere e gode di una libertà che alle donne è sconosciuta. Molte domande e turbamenti si agitano in lei, ma si allena a soffocarle. Per tutti è un ragazzo forte e saggio e i suoi soldati non hanno dubbi: se mai il comandante morisse in battaglia, dovrà essere lui la nuova guida. Un turbine di sentimenti, conflitti interiori e sociali sullo sfondo di un Paese senza pace. 
 La storia di una bambina coraggiosa in lotta per riappropriarsi della propria vita e del proprio destino.  




La bellissima Daria, moglie del comandante dell'Hindu Kush, ha finalmente dato alla luce il futuro della sua stirpe. 
Purtroppo, però, è "solo" una femmina. 
Questo potrebbe far perdere tutto il potere al padre, poiché una donna non può comandare, andare in guerra o partecipare al Buzkashi, il gioco con cui i guerrieri si preparano alla battaglia con il nemico. Inoltre, questo rende la madre estremamente insicura, dato che: «Perché una donna che non partorisce un maschio per il marito», le avevano risposto, «non è una donna. Perché suo marito non può più usarla come donna.» 
C'è solo una soluzione: Samira sarà Samir in pubblico. 
La bambina viene infatti cresciuta in tutto e per tutto come un maschio, accede ovunque, lotta, uccide. Solo la madre a volte si riferisce a lei al femminile, e soltanto tra le mura di casa. Inizialmente pensavo fosse soltanto un trucco utilizzato dalla famiglia per evitare la vergogna, ma scopriamo invece che questa pratica, "basha posh", è comune in Afghanistan, dove alcune bambine vengono cresciute come maschi fino all'età di otto anni. 
Questo, ovviamente, succedeva fino al ritorno del regime talebano, che ha sradicato ogni giustizia. Samira ha una forza e una tecnica incredibili, ma allo stesso tempo è capace di una sensibilità innata verso gli altri e anche verso gli animali che uccide. 
Dentro di lei ribolle la continua lotta tra uomo e donna; la donna, però, non ha alcun diritto nella sua società, non può fare altro che occuparsi del marito e figliare. 
Samira vive una continua lotta interiore tra l’essere e il voler essere, tra il voler compiacere il padre e il desiderio di essere se stessa. Il realismo magico è tangibile in ogni pagina. Samira sembra guidata da una forza interiore che la lega alla natura e alle emozioni del mondo. 
Mi sono emozionata molto quando Samira scopre il mondo al di fuori del quadratino che aveva visto sotto il potere del padre, la conoscenza e il potere che derivano dalla lettura e dalle informazioni. Un'ulteriore prova del viaggio interiore di Samira e della sua voglia di emergere. Il romanzo è bellissimo, un tantino lento, ma va gustato più che buttato giù tutto d’un colpo. 
Gli argomenti sono molto profondi: la condizione femminile, il coraggio di seguire il proprio cuore anziché la struttura sociale che ci circonda, e molto altro. 
Un romanzo struggente, ma davvero fondamentale, soprattutto in un paese come l’Afghanistan e nel suo governo attuale.

Durata totale della lettura: Sei giorni
Bevanda consigliata: Succo di pompelmo
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: La ladra di parole di Abi Daré





"Viviamo in un Paese dove nemmeno gli uomini sono liberi. 
 Se lo fossero, non avrebbero bisogno di prendersi la libertà delle donne. 
 Chi è libero non ha bisogno di negare la libertà ad altri""




Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

giovedì 7 novembre 2024

Recensione: Il cervello che sogna

  




Il cervello che sogna
di Rahul Jandial

Editore: Longanesi
Prezzo: € 19.90
Pagine: 320
Titolo originale: This Is Why You Dream 
Traduzione a cura di Allegra Panini

«Mentre sogna, la mente pulsa di attività: vede in modo vivido, percepisce intensamente, si muove con estrema libertà. I sogni ci influenzano nel profondo. Noi siamo i nostri sogni e i nostri sogni sono noi.» Sognare è una delle attività del cervello umano meno comprese e più sottovalutate. Eppure tutti sogniamo e lo facciamo sin dagli albori della nostra storia. Studi recenti dimostrano che la capacità di sognare è un lascito evolutivo dei nostri antenati primitivi che, notte dopo notte, potevano così “allenarsi” ad affrontare situazioni di pericolo in modo da essere pronti a fronteggiarle da svegli. I sogni sono insomma un “laboratorio” per il nostro cervello e sono capaci di cambiare il corso delle vite individuali e del mondo, ispirando scoperte artistiche e scientifiche, innescando invasioni militari, stimolando accordi commerciali, o causando crolli mentali. I sogni hanno cambiato l’uomo e la Storia, ma cambiano anche le giornate di ciascuno di noi. Se ancora oggi l’attività onirica, con le sue dinamiche e le sue funzioni profonde, è avvolta nel mistero, molto si può fare per migliorarla e comprenderla più a fondo. In questo libro affascinante e pionieristico il neurochirurgo e neuroscienziato Rahul Jandial, partendo dalla propria lunga esperienza e dai più recenti studi scientifici, esplora il nostro mondo inconscio e ci mostra come allenare la capacità di sognare in modo da metterne a frutto le incredibili potenzialità nella vita di tutti i giorni: dalla utilissima “riscrittura” degli incubi, alla decodifica dei sogni, che offre una consapevolezza maggiore e più lucida di noi stessi, fino alla liberazione del potere creativo del sogno.


Fin da piccola, il mondo dei sogni mi ha affascinato profondamente, come penso accada a molte persone. "Il cervello che sogna" di Rahul Jandial è stato per me un'esperienza molto interessante, un'esplorazione dell'incredibile complessità del cervello umano e del mistero che avvolge il sonno e i sogni.

Rahul Jandial, neurochirurgo e appassionato divulgatore scientifico, unisce la sua esperienza medica e le sue conoscenze di neuroscienze a un linguaggio chiaro e accessibile. Nel libro ci accompagna in un viaggio alla scoperta del perché sogniamo, esplorando i vari aspetti della mente durante il sonno: dalla funzione dei sogni alla memoria, dalla percezione della realtà alla gestione dei disturbi del sonno.

Ma perché sogniamo? Alcuni ipotizzano che i sogni ci preparino a fronteggiare le sfide della vita, mentre altri li vedono come una sorta di terapia notturna per elaborare le emozioni. Jandial amplia la prospettiva: per lui, i sogni sono un'opportunità per il nostro cervello di liberarsi dai vincoli della razionalità quotidiana, cosa non possibile da fare durante il giorno, permettendo alla nostra mente di vagare e rielaborare le esperienze vissute. I lettori vengono guidati a comprendere che il cervello non è mai passivo, nemmeno quando dormiamo, ma anzi, proprio nel sonno rielabora esperienze e informazioni, contribuendo così al nostro benessere mentale e fisico.

Vengono trattati e approfonditi anche altri temi affascinanti come il sogno lucido (nel bel mezzo del sonno la consapevolezza ritorna), gli incubi, i disturbi del sonno e la possibilità che i sogni siano una forma di elaborazione psicologica. Un capitolo che mi ha affascinato particolarmente riguarda il potere creativo dei sogni, che avviene in tutti noi ed è possibile accedervi durante la fase dello sleep entry e dello sleep exit, che ci dà la possibilità di provare a riflettere e trattenere tutto ciò che abbiamo sognato durante la notte trascorsa, catturando le intuizioni che emergono durante la notte.

Per chi desidera comprendere meglio i misteri della mente, questo testo è una lettura perfetta. Jandial riesce a trasmettere concetti complessi senza appesantire il discorso, grazie al sapiente equilibrio tra teoria e aneddoti personali tratti dalla sua esperienza in sala operatoria. Il risultato è un libro che cattura l'attenzione e stimola la riflessione su quanto ancora ci sia da scoprire sul funzionamento della nostra mente.

L'ultima sezione del libro, arricchita da una bibliografia esaustiva, è perfetta per chi vuole approfondire ulteriormente. "Il cervello che sogna" è quindi una lettura consigliata a chi cerca un incontro stimolante tra scienza e umanità, e a chi è curioso di esplorare il mondo affascinante dei sogni.

Durata totale della lettura: Nove giorni
Bevanda consigliata: succo all'arancia
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: a partire dai 16 anni 
Consigliato a chi ha apprezzatoErotica dei sentimenti di Maura Gancitano



I sogni affascinano, spaventano, emozionano e stimolano perché sono, allo stesso tempo, realistici e irreali. Siamo i registi dei nostri sogni e, contemporaneamente, i principali attori intrappolati in queste nostre strane creazioni.


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio