martedì 29 ottobre 2024

Recensione: Le figlie di Shandong

 


Le figlie di Shandong 
di Eve J. chung



Editore: Corbaccio
Prezzo cartaceo: € 19,60
Prezzo ebook: €9,99
Pagine: 396

Tre generazioni di donne cinesi, una famiglia in fuga dal regime. Un'esordio epico
«Spalancate le porte del vostro cuore alle coraggiose e combattive protagoniste del bellissimo romanzo di Eve Chung: sono eroine immortali.» People

Le femmine sono la maledizione della famiglia Ang… Nel 1948 la guerra civile infuria in Cina, ma nella regione rurale dello Shandong la ricca famiglia Ang sembra più preoccupata dell’assenza di un erede maschio. Hai è la maggiore di quattro figlie e trascorre il suo tempo badando alle sorelline. La seconda, di un anno più giovane di Hai, sa come nascondersi per evitare di venire coinvolta nelle faccende domestiche, e la loro madre – vessata dalla famiglia perché «incapace» di dare al marito l’agognato figlio – compie i suoi piccoli atti di ribellione in cucina. Quando l’esercito comunista si avvicina alla loro cittadina, il resto della famiglia si trasferisce nel sud del paese, abbandonando madre e figlie, altrettante bocche inutili da sfamare. Non potendosela prendere con un maschio Ang, i soldati dell’armata rivoluzionaria individuano in Hai la rappresentante della classe di proprietari terrieri da punire per la loro ricchezza. E la ragazza sopravvive a stento alla loro brutalità. Comprendendo che il peggio deve ancora venire, le donne della famiglia decidono di fuggire dalla loro regione. Senza mezzi, senza cibo, senza denaro, ma forti e fiduciose, falsificano i loro permessi di viaggio e si mettono in cammino per raggiungere la famiglia che le ha abbandonate. Dalla campagna alla brulicante città di Qingdao, fino alla colonia britannica di Hong Kong e infine a Taiwan, saranno testimoni dei cambiamenti drastici di un grande Paese e delle difficoltà estreme patite da un popolo preso nella morsa della rivoluzione. Ma con la perdita della loro casa e la nuova vita che devono affrontare, Hai con la madre e le sorelle sperimenteranno anche una nuova libertà, quella di prendere in mano le redini del proprio destino, di sciogliere i lacci imposti al loro genere e di costruire la loro nuova storia.




Da tempo non leggevo un libro in cui la storia cinese fosse protagonista del racconto e non ricordavo quanto questi romanzi fossero intensi e toccanti. 
Eve J. Chung, con questo meraviglioso romanzo, dà la possibilità ai lettori di tornare indietro nel tempo, immedesimandosi nei personaggi, nelle loro emozioni e nelle loro paure.
Nella società in cui viviamo, in cui possiamo avere accesso a qualsiasi cosa ci passi per la mente, è difficile pensare e riuscire a capire cosa voglia dire fuggire da un partito oppressore, da una guerra, senza nemmeno capirne il motivo. Sembra quasi impossibile pensare di dover abbandonare la propria casa da un momento all'altro, senza soldi e senza parte della tua famiglia. Eppure questo è quello che hanno affrontato milioni di persone e questo romanzo non avrebbe potuto esprimerlo meglio, raccontando quello che la famiglia Ang, o meglio le donne della famiglia Ang, hanno dovuto passare.

Attraverso tre grandi capitoli, divisi in piccole sezioni, Li-Hai la figlia maggiore narra il viaggio che lei, sua madre Chiang-Yue, e le sue sorelle Li- Di e Lan, la più piccola della famiglia ancora in fasce, hanno dovuto affrontare, partendo da Zhucheng, nello Shandong, per scappare dal partito comunista che aveva come obiettivo principale l'esproprio delle terre ai grandi proprietari terrieri. Purtroppo per loro gli Ang erano a Zhucheng una delle famiglie più esposte. I contadini detestavano la famiglia Ang, in particolare Nai Nai, suocera di Chiang-Yue e madre di Xiao-Long, una donna crudele ed egoista che non pensava ad altro che al denaro e ad un erede maschio, degno di portare il nome degli Ang e far continuare la discendenza. Nonostante ciò i lavoratori erano estremamente riconoscenti alla signora Ang per la premura nei loro confronti e per tutte le volte che aveva rischiato la sua posizione per cercare di dare loro qualche provvista in più. Decisero così di avvisare la famiglia dell'arrivo del partito nello Shandong, in modo che potessero mettersi in salvo. La realtà dei fatti fu però ben diversa: gli unici a mettersi in salvo furono Nai Nai, Yei Yei, Xiao-Long e i tutti i beni materiali che furono in grado di portarsi dietro. Loro si sarebbero diretti a Qingdao, mentre la signora Ang, dati i suoi ottimi rapporti con i contadini avrebbe potuto difendere la proprietà e le tre figlie sarebbero rimaste con lei. 
Né a Nai Nai né a Xiao-Long interessava realmente la fine che avrebbero potuto fare. D'altronde non gli era nemmeno importato che Tre la terza figlia, che non era nemmeno considerata degna di aver un nome vero, morisse di tubercolosi a soli due anni. Tutte loro non erano altro che inutili bocche da sfamare. 

Il giorno in cui i comunisti arrivarono per espropriare la proprietà, le Ang furono salvate solo ed esclusivamente dai contadini che si batterono in loro difesa, in quanto oppresse dalla propria famiglia tanto quanto lo fossero i braccianti. Furono ospitate dal signor Zhang, ma non vennero lasciate realmente in pace, in quanto complici di Xiao-Long scappato a Qingdao per salvarsi la pelle. A pagarne le conseguenze più di tutti fu proprio Li-Hai, che, in quanto figlia maggiore e prima erede,  venne "punita" per i peccati di suo padre.  

Senza cibo né risorse e con un certificato falso, mamma e figlie lasciarono lo Shandong dirette a Qingdao per ritrovare la tranquillità che gli era stata promessa. Purtroppo però l'arrivo a Qingdao non fu idilliaco come avrebbe dovuto e il loro viaggio proseguì, verso Hong Kong prima e a Taiwan poi, alla ricerca di quella famiglia che le aveva abbandonate nelle campagne di Zhucheng. 

Oltre all'oppressione e alla guerra ciò che più salta all'occhio in questo romanzo è la bassissima considerazione delle donne dell'epoca. Se una donna non riusciva a mettere al mondo un erede maschio era semplicemente una nullità e la sua vita non valeva nulla. Lo stesso era per le figlie femmine, che erano solo un peso e non portavano alla famiglia nessun tipo di valore aggiunto. Mi ha fortemente toccato il fatto che le donne fossero trattate in questo modo non dagli uomini ma da altre donne, dalle loro nonne, dalle loro suocere. Credo che la scena più impressionante in questo senso sia quella in cui Nai Nai non concede alla piccola Tre la possibilità di essere curata in ospedale semplicemente perché non avrebbero speso soldi per una femmina. Nonostante ci sia ancora tantissimo da per cui lottare, le cose sono cambiate e continuano a cambiare grazie a tutte quelle donne che hanno combattuto per i propri diritti e che in alcuni casi hanno anche perso la vita per difendere un ideale. 

Un romanzo  toccante ed emozionante, che allude a temi apparentemente lontani ancora estremamente presenti anche nella società odierna. Assolutamente da non perdere.


Durata totale della lettura:  Cinque giorni
Bevanda consigliata: Tè matcha 
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni


«Qualsiasi nodo mi tenesse insieme si era disfatto e rimasi immobile, per strada, sepolta sotto una neve che cadeva solo nella mia mente. Mi avrebbe soffocata. »



Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

lunedì 28 ottobre 2024

Recensione: Il vento è un impostore

 


Il vento è un impostore
di Sasha Vasilyuk

 Editore: Garzanti
 Prezzo cartaceo: € 18
Pagine: 384
Titolo originale: Your Presence Is Mandatory
Traduzione: Roberta Scarabelli

«Meravigliosamente scritto, elegiaco e necessario, Sasha Vasilyuk rivela, con grande abilità e grazia, la storia che si nasconde dietro i più recenti titoli dei giornali.»
Gary Shteyngart

«Sasha Vasilyuk indaga sulle origini del conflitto in corso, alimentato dal mito della Seconda Guerra Mondiale, che negli anni in cui Putin, ha raggiunto un livello quasi isterico.»
L.A. Review of Books

Può un’intera vita essere costruita su una bugia? 
Per Efim è stato così. E lo rifarebbe mille volte, perché della sua vita di oggi non cambierebbe nulla. Ha una moglie che lo tiene ancora per mano. Dei figli orgogliosi delle loro radici, dei nipoti che credono che il nonno sia un eroe, perché tornato dalla guerra. Eppure, Efim si domanda cosa farebbero se sapessero del segreto che nasconde da anni. Un segreto, celato in una valigia, che ora, lontano dagli occhi della famiglia, Efim sta bruciando perché non ne rimanga traccia. Nessuno deve scoprire la storia del giovane ragazzo, pieno di sogni e speranze, costretto a indossare un’uniforme e combattere i nazisti. Nessuno deve ricordare il filo spinato, la fame, il freddo. Soprattutto, nessuno deve scoprire del giorno in cui ha compiuto una scelta impossibile: fingere di non essere ebreo per sopravvivere. Il giorno in cui ha iniziato a esistere rinnegando sé stesso. Una condizione da cui è scappato con un’altra bugia, pur di tornare a casa. Ma ora, anni dopo, è proprio nella sua casa che questi segreti stanno per essere riportati alla luce.

«Il vento è un impostore» attraversa sette decenni di Storia, tra la Seconda Guerra Mondiale e l'attuale conflitto russoucraino. Sasha Vasilyuk ripercorre la storia di Efim e l’effetto che le sue bugie hanno avuto sulle vite di Nina, dei loro due figli e dei loro nipoti. In questo appassionante romanzo d’esordio Sasha Vasilyuk racconta la storia di una famiglia stretta tra due regimi totalitari.




Non è compito semplice recensire questo straordinario romanzo d'esordio di Sasha Vasilyuk, di origini ucraine, che ci riporta in un periodo storico di cui tanto si è scritto e si scrive ancora, ma da un punto di vista del tutto inedito e originale. La storia di Efim, ispirata al vissuto del nonno della scrittrice, trova il suo centro nel corso del secondo conflitto mondiale, e racconta con straordinaria umanità le peripezie vissute da questo giovane ebreo arruolato sotto il regime sovietico che in modo del tutto rocambolesco riesce a sopravvivere alla guerra. Per gran parte del romanzo mi sono scoperta a chiedermi quale fosse la bugia già dichiarata sulla copertina, quasi come se dovessi cercare un motivo per identificare il protagonista come un colpevole, un bugiardo. Eppure, pagina dopo pagina, si comprende che ciò che ha fatto Efim è stato dettato dalla necessità di sopravvivere nonostante tutto ai ripetuti orrori insensati di quella guerra: celare le proprie origini ebree a qualsiasi costo per poi, in tempo di pace, modificare la narrazione di quegli anni raccontando ai suoi famigliari di essere un eroe di guerra, e non un prigioniero. Una bugia che perde ogni connotazione negativa, proprio perché testimonia la grande volontà di vivere del protagonista, nonostante tutto. Una menzogna che durerà una vita intera, sino a quando la verità non verrà a galla tramite una lettera di Efim al KGB ritrovata nella sua valigetta che aveva sempre custodito a casa. 
Una storia estremamente umana che scardina i confini definiti tra bene e male, giusto e sbagliato, per lasciare il posto a ciò che l'ingegno umano è capace di escogitare per sopravvivere, ad ogni costo. 
Prendetevi il tempo di leggere queste pagine con calma, consentendo ai personaggi di diventare a poco a poco a voi familiari e alle vicende storiche di riportare alla memoria una guerra ormai conclusa, ma altrettanto attuale, perché ambientata in Ucraina, oggi dilaniata da una nuova guerra. 
Una testimonianza personale che, ancora una volta, ci ammonisce a non dimenticare, e fare tesoro delle nostre memorie.

Durata totale della lettura: cinque giorni
Bevanda consigliata:  the nero
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni
Website dell'autrice: Sasha Vasilyuk


"«Sei stato Haim per un anno, finché le repressioni non ci hanno costretti a cambiare i nostri nomi ebraici. Così sei diventato Efim, ma ora è chiaro che sei Haim.»
«Perché?»
«Perché in ebraico Haim significa vita.»"



Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

mercoledì 23 ottobre 2024

Recensione: Un grido di luce



  Un grido di luce

 di Abi Daré

 Editore: Editrice Nord
 Prezzo: € 19
 Pagine: 384
 Titolo originale: 
And So I Roar
 Traduzione: Elisa Banfi

 Non è una notte come tutte le altre. Domani, finalmente Adunni andrà a scuola. Tia ha lottato a lungo per dare a quella ragazzina brillante e coraggiosa la possibilità di lasciarsi alle spalle la miseria di Ikati, il villaggio nigeriano in cui è nata e cresciuta, per inseguire il suo sogno più grande: studiare, per costruirsi un futuro diverso e, un giorno, insegnarlo anche alle altre bambine che, come lei, sarebbero altrimenti relegate al ruolo di moglie e madre, senza prospettive né istruzione. Eppure, adesso che la guarda dormire, tutto ciò cui Tia riesce a pensare sono le parole che ha origliato per caso pochi giorni fa, mentre faceva visita alla madre gravemente malata. Perché, da quelle parole, è chiaro che la madre le ha mentito per vent’anni, nascondendo un segreto che potrebbe cambiare per sempre la sua vita. Tia vorrebbe cercare risposte, ma non c’è tempo: qualcuno sta bussando alla porta di casa sua, con l’intenzione di riportare Adunni a Ikati e dal marito da cui è fuggita. Dovrà quindi scegliere che cosa sia più importante: se fare luce sul proprio passato o aiutare Adunni, affinché la sua voce non venga messa a tacere, ma diventi un faro di speranza per tutte le ragazze del suo villaggio. 




Avevo letto "La ladra di parole" della stessa autrice e mi era piaciuto tantissimo, quindi non vedevo l'ora di leggere anche questo. Nonostante sia il seguito del primo, si può leggere anche come libro a sé stante senza perdere la magia e l'interesse. 
Adunni è finalmente al sicuro con Ms Tia e si sta preparando a realizzare il suo sogno: il mattino dopo andrà a scuola, potrà finalmente farsi una cultura, riscattare sé stessa e rivedere il fratellino rimasto a Ikate con il padre ubriacone. 
Proprio quando la sua vita sembra essere pronta a iniziare davvero, il passato torna a gran voce a richiedere la sua testa per il presunto omicidio di Kadija. Due uomini la portano via per un sacrificio nella foresta di Ikata, che coinvolgerà anche altre ragazze "peccatrici". 
Ms Tia lotta tra la madre morente in ospedale e il tentativo di liberare Adunni, mentre l'ansia cresce, parallela all'urgenza. Viviamo infatti con preoccupazione le ore che mancano alla mezzanotte, quando inizierà il sacrificio. Adunni stessa non sa esattamente cosa le faranno, ma è chiaro che potrebbe non sopravvivere. 
Non voglio dirvi tutti i dettagli, ma la nostra Adunni, che Ms Tia voleva far scappare, si dimostra una leonessa: una donna bambina che lotta per la propria dignità, ma anche per quella di tutte le ragazze, pronta a sacrificare tutto per aiutare l'emancipazione femminile (anche se non sa ancora cosa vogliano dire queste parole). 
C'è un momento dolcissimo e estremamente toccante in cui queste ragazze si trovano tutte in cerchio, in attesa di vedere cosa gli uomini hanno deciso per loro. Per passare il tempo, si inventano un gioco, come solo le bambine sanno fare anche nei momenti più spaventosi, in cui mimano un talk show. Nonostante non si conoscano, parlino lingue diverse e arrivino da posti diversi, la facilità con cui nasce una sorellanza femminile è incredibile e descritta alla perfezione. 

Gli argomenti non sono leggeri: infibulazione, riscatto femminile, cambiamenti climatici, matrimoni organizzati di minori. Il romanzo si legge comunque tutto d'un fiato. La Darè ha una capacità incredibile di riempire le parole di emozioni che tante volte lasciano il segno e provocano dolore. 
Più volte mi sono trovata con le lacrime agli occhi. 
Un romanzo davvero stupendo, di riscatto, di coraggio, di libertà. 
Consigliato a tutti! 

Durata totale della lettura: Sei giorni
Bevanda consigliata: Succo di pompelmo
Formato consigliato: Cartaceo
Website dell'autrice: Abi Daré
Età di lettura consigliata: dai 15 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: La ladra di parole di Abi Daré








"«Quand’è che il mondo comincerà a vedere noi donne come persone con speranze e sogni?"




Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

lunedì 21 ottobre 2024

Recensione: Erotica dei sentimenti



Erotica dei sentimenti
Per una nuova educazione sentimentale
di Maura Gancitano

Editore: Einaudi Editore
Prezzo: € 15.00
Pagine: 176

Imparare a gestire il carburante delle emozioni non è una procedura standard, uguale per tutti. Educare alle relazioni non significa creare un decalogo di comportamenti da rispettare, una morale a cui conformarsi, ma rendere la persona consapevole di chi è, di cosa desidera e di come può interagire con il resto del mondo. Per vivere insieme agli altri senza farsi troppo male.

Il libro

L’educazione sentimentale è spesso confusa con le buone maniere, il bon ton, il galateo, vale a dire con un insieme di regole e codici considerati socialmente appropriati, a cui bisogna adeguarsi con ubbidienza. L’idea generale è che si tratti di un modello di comportamento che ha lo scopo di affrontare in modo razionale le pulsioni, le emozioni, i sentimenti, e tutti quegli aspetti della persona che per definizione sono romantici e travolgenti. Ma come si può invitare al controllo di qualcosa che è privato, intimo e che dovrebbe rimanere libero per definizione? Non sono proprio quei vissuti emotivi che ci rendono davvero noi stessi? In realtà, l’educazione sentimentale è una pratica personale, che riguarda innanzitutto la cura della propria intimità. È un processo di analisi e risoluzione dei condizionamenti subiti e dei propri bias cognitivi. Ognuno di noi, infatti, ha un modo diverso di percepire il mondo, una sensibilità originale che non va soffocata in nome di un’idea «normale» di vivere la vita. Educare a riconoscere pulsioni, emozioni e sentimenti e a capire come relazionarsi con le altre persone non può prevedere dunque un percorso uguale per tutti. Significa invece mettere in discussione l’idea di normalità e offrire strumenti adeguati per la scoperta della propria unicità, la cura di sé e della propria salute mentale, senza censurarsi né nascondere i propri desideri.


Da tempo seguo con grande interesse il lavoro di Maura Gancitano, scrittrice, divulgatrice, filosofa e co-fondatrice del progetto Tlon. Per questo motivo, ero davvero curiosa di leggere il suo nuovo libro, Erotica dei sentimenti, pubblicato da Einaudi.

Il libro si interroga su domande fondamentali: Che cosa sono le emozioni e i sentimenti? Cos'è l'educazione sentimentale? Perchè spesso ne diamo definizioni diverse?
Con una risposta fresca ed innovativa, Gancitano ci guida in una profonda riflessione sul mondo emotivo, esplorando come le nostre relazioni, con gli altri e con noi stessi, siano plasmate dalle dinamiche affettive. 

Sin dalle prime pagine, siamo coinvolti in un percorso che ci spinge a guardare oltre le apparenze delle relazioni, interrogandoci sulle nostre emozioni e dinamiche che le governano, riscoprendo così la nostra autenticità emotiva. Uno degli aspetti più affascinanti del libro è la capacità dell'autrice di demolire luoghi comuni sui sentimenti, proponendo una nuova idea di educazione sentimentale: non un insieme di regole da seguire, ma un viaggio personale di scoperta di sé. Come sottolinea l'autrice: "Educare alle relazioni non significa creare un decalogo di comportamenti da rispettare, ma rendere la persona consapevole di chi è, di cosa desidera"
L'approccio del libro è sia filosofico che narrativo, con riferimenti a letteratura e esperienze personali, che rendono il testo piacevole, accessibile e coinvolgente. La sua capacità di fondere concetti complessi con una scrittura poetica e fluida rende Erotica dei sentimenti un'opera che tocca corde profonde, spingendoci a riflettere su come i sentimenti siano spesso sottovalutati in una società orientata all' efficienza e produttività.

Il tema dell’eros è centrale nell’opera. Gancitano lo descrive non solo come desiderio carnale, ma come una forza vitale che attraversa tutte le relazioni umane. Questa energia creativa e trasformativa, se riconosciuta e gestita con sincerità, può arricchire profondamente i nostri legami, in un mondo che tende a ridurre le relazioni a semplici convenzioni sociali.

In conclusione, Erotica dei sentimenti è una lettura preziosa per chiunque desideri fermarsi a riflettere sulla propria sfera emotiva e sulle relazioni con le altre persone. Un vero e proprio invito a prendersi cura di sè e degli altri in modo consapevole, libero da stereotipi, e a  riscoprire la bellezza e complessità della propria dimensione interiore. Gancitano non solo educa, ma ispira una trasformazone profonda, rendendo questo libro un vero must per chiunque voglia esplorare e comprendere meglio il proprio mondo interiore. 

P.S. Nella prima tiratura del libro, è inclusa una cartolina con le istruzioni per accedere al nuovo podcast di Maura Gancitano, Pulsione, un omaggio davvero gradito!

Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata: Caffè americano, da sorseggiare molto caldo
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: a partire dai 16 anni 
Consigliato a chi ha apprezzatoGrammamanti di Vera Gheno



"Se vogliamo davvero parlare di educazione sentimentale pubblica, dovremmo partire da questa condizione di vulnerabilità: riconoscere quanto profondo sia il bisogno di sentirsi amati, di amare secondo le proprie inclinazioni, di far fronte alle tempeste emotive e pulsionali, e quanto sia difficile trovare le parole per ciò che è, per natura, sfuggente e ineffabile".


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

venerdì 18 ottobre 2024

Recensione: La gioiosa arte di invecchiare



  La gioiosa arte di invecchiare

 di Kun Hoo Rhee

 Editore: Longanesi
 Prezzo: € 16
 Pagine: 240
 Traduzione: Federica Merati
 Titolo originale: If You Live To 100, You Might As Well Be Happy: Lessons for a Long and Joyful Life

  «L’unica verità è che la vostra vita è stata davvero una vostra scelta: se imparerete ad accettarla, potrete navigare verso il domani. Provate a esserne orgogliosi.» Quando invecchi vedi cambiare molte cose: il mondo, la società, le persone che ti circondano e persino te stesso. La vita è andata come è andata e potresti avere la sensazione di non aver fatto tutto ciò che avresti potuto, o dovuto, di non esserti realizzato o di aver sprecato il tuo tempo. Lo sa bene il dottor Rhee Kun Hoo, che per oltre mezzo secolo ha lavorato in prima linea come psichiatra, prendendosi cura della salute mentale delle persone. Oggi che è un uomo molto anziano e ha dovuto fare i conti, dopo un’esistenza piena di impegni e responsabilità, con la progressiva perdita di efficienza e forza che ogni essere vivente subisce con l’età, ha scelto di non lasciarsi travolgere dalla nostalgia, dai rimpianti o dalla paura del domani, perché «la vita è nostra, di nessun altro, quindi perché non dare il massimo?» Potenti, tenere e lievi al tempo stesso, queste pagine offrono a tutti noi una bussola sicura per aiutarci nella navigazione della vita e ci svelano la sola verità che conta: ogni età porta con sé doni e sfide, aspettative e delusioni. Il segreto sta nel capire come prenderle e imparare l’arte più difficile di tutte, scegliere di essere felici. 




Un piccolo manuale di cambiamenti giornalieri che possiamo adattare alla nostra vita in modo da invecchiare in modo meno tremendamente devastante. 
L'autore ci racconta molto della sua vita, di come lui stesso vedeva gli anziani da giovane e si ritrovava a giudicarli per i loro comportamenti, la loro pesantezza. Una volta invecchiato però si rende conto di aver iniziato a fare esattamente le stesse cose. 
Come tutte le fasi dell'età, i cambiamenti si capiscono solo quando vengono vissuti sulla propria pelle. Con una delicatezza incredibile, l'autore tocca alcuni punti fondamentali ma senza voler insegnare, quasi più come un nonno ci racconterebbe il suo punto di vista e c darebbe qualche consiglio qui e lá. L'accettazione del cambiamento é scuramente il fulcro di tutto il romanzo. Che fossimo professori o spazzini, nella vecchia età non conta più, il prestigio di essere riconosciuti e rispettati per le nostre lauree non conta più e vantarsene non lo cambierà. 
Tutto sta nell'imparare i trucchi per accettare l'invecchiamento e viverlo con più leggerezza. 
  1. Se si cominciano a dimenticare le cose, i calendari e i promemoria sono di enorme aiuto 
  2. Quando si pensa di aver perso la dignità perché si ha bisogno di un aiuto, bisogna sempre ricordarsi che l'invecchiamento è un processo normale della vita, per quanto lo si capisca solo quando lo si raggiunge 
  3. Non dobbiamo per forza insegnare, il mondo cambia così in fretta che il nostro modo di pensare potrebbe essere diventato antico o obsoleto, forse ascoltare di più ci renderà la vita più facile. 
  4. Seguite il cuore ma fatelo adesso non domani, non aspettate, il tempo non è infinito, i nostri amici e familiari non ci saranno per sempre. Il mio consiglio preferito è sicuramente quello di dare maggiore valore alle piccole cose. Il rendersi conto dell'importanza di un equilibrio vita/lavoro ma anche quello di imparare a vivere con poco, invece di continuare ad accumulare oggetti materiali che verranno a breve dimenticati.
Questi sono solo alcuni degli argomenti trattati, ma il racconto si svolge delicato e interssante viaggiando tra i suoi ricordi e quello che ha imparato sulla sua pelle, senza alcuna arroganza ma comunque dal punto di vista di uno psicologo.
Consiglio di non leggerlo tutto d'un fiato ma magari di assaporarlo con calma, mi ha divertita molto il riconoscere alcuni degli anziani attorno a me nelle storie raccontate.

Durata totale della lettura: Cinue giorni
Bevanda consigliata: Tisana al tiglio
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 35 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: La lista delle cose semplici di Lucia Renati



"Ecco perché sostengo che bisogna scegliere di vivere felici. 
La vita non va mai a rotoli, se si tengono stretti i piccoli momenti di gioia e di allegria, 
che sono sempre a portata di mano"


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio