martedì 17 settembre 2024

Recensione: I ricordi dell’acqua



  I ricordi dell’acqua

 di Elif Shafak

 Editore: Rizzoli
 Prezzo: € 20
 Pagine: 544
 Traduzione: Daniele A. Gewurz e Isabella Zani
 Titolo originale: There are Rivers in the Sky

 Una goccia d’acqua è sospesa sul capo del re di Assiria mentre legge il poema di Gilgamesh su una tavoletta di lapislazzuli: è la prima avvisaglia dell’inondazione che distruggerà la biblioteca del colto e feroce Assurbanipal. In un tempo remoto e in luoghi in cui ormai è quasi impossibile scorgere traccia delle più antiche civiltà, prende forma l’ultimo lavoro di Elif Shafak, che con il piglio della cantastorie ci conduce, di sponda in sponda, dal Medioriente al cuore dell’Occidente, dove nella Londra di metà Ottocento, sulle rive del Tamigi, nasce Arthur; ragazzo poverissimo e dalla mente luminosa, verrà sedotto dalle letture sulle spedizioni archeologiche condotte a Ninive, dove decide che si compirà il suo destino. Tra le insenature di questo libro che si dipana al modo di un fiume troviamo anche Zaleekhah, donna del XXI secolo, studiosa di idrogeologia, reclusa nella sua casa-chiatta sul Tamigi e in cerca di una nuova via. E poi ancora una bambina turca di etnia yazida, che dopo il battesimo nel Tigri è rapita dall’Isis per essere venduta come schiava. Ed è quella goccia iniziale appena formata, che non ha ancora toccato terra e che continuerà a trasformarsi, senza mai smettere di compiere il suo cammino, a unire inesorabilmente i protagonisti di questa storia. L’acqua che unisce i popoli e il mondo, portatrice di vita e di distruzione, l’acqua che non c’è più e quella che intirizzisce, grigia e fredda. Elif Shafak consegna un’opera che amplifica lo sguardo, lo sgombra da polvere e dimenticanze imperdonabili e racconta, quasi canta, cosa lega tra loro gli uomini. 




Questo è il secondo romanzo che leggo di quest'autrice e ogni volta ne esco provata, i suoi non sono singoli romanzi ma viaggi elaborati e acculturati in culture, letterature, storie del nostro mondo e di tanti altri. 
La quantità di ricerche e preparazione che trasudano da ogni pagina mi lascia sempre senza parole, ovviamente la stessa concentrazione ci va nel leggerlo. 
Questo romanzo si concentra sull'acqua, su come ciclicamente si riproponga e leghi storie distanti migliaia di anni e unisca i destini più inaspettati. Iniziamo da Arthur, un ragazzino del 1870 poverissimo e con una famiglia sfasciata ma con un cervello spettacolare. Diventerà il maggior conoscitore della scrittura cuneiforme e la sua vita lo porterà nella tanto amata Ninive, patria di Assurbanipal. 
Abbiamo poi la dottoressa Zaleekah, esperta di idrologia, che nel 2018 decide di chiudere il suo matrimonio fallimentare e trasferirsi su una barca sul Tamigi, lasciando sgomento lo zio che l'ha adottata da orfana e l'ha sempre vista come la perfetta ragazzina. 
Infine nel 2014 c'è la piccola, Narin a Hasankeyf in riva al Tigre, lei e sua nonna fanno parte dei Yazida una stirpe derivata dagli antichi mesopotamici, considerati adoratori del diavolo e che invece hanno soltanto un set di credenze completamente diverso dallo standard. 
Queste storie che sembrano completamente separate l'una dall'altra, sono invece legate proprio dalla forza dell'acqua ma anche dall'amore e dalle tradizioni degli uomini. Il viaggio infinito dell'acqua e della trama affascinano a ogni pagina. I personaggi sono tanti ma i protagonisti sono solo tre e arriviamo a sentirli vicini anche se di centinaia di anni fa. 
Nel romanzo si toccano argomenti difficili e toccanti, soprusi, ISIS, genocidi, un interessante dibattito sulla proprietà dei retaggi culturali e tanto altro. 
Un libro assolutamente consigliato, soprattutto in questo periodo pre autunnale post libricini estivi. 
Questo vi lascerà senza parole, magnifico, epico, dalla cui lettura si esce più acculturati e più sensibili. Consiglio di leggerlo con calma e con attenzione.

Durata totale della lettura: Sette giorni
Bevanda consigliata: Te decaffeinato
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: L'isola degli alberi scomparsi di Elif Shafak



"L’acqua ricorda.
Sono gli esseri umani che dimenticano."


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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