a cura di Adam Biles Editore: Neri Pozza Prezzo cartaceo: € 20 Pagine: 256 Traduzione: Massimo Ortelio Per qualsiasi avido lettore, è impensabile andare a Parigi senza programmare una visita a una delle librerie più iconiche al mondo: Shakespeare and Company. A due passi da Notre-Dame, l’insegna verde e gialla con accanto un affresco di Walt Whitman che veglia sulla soglia, è stata il rifugio della Beat Generation negli anni Cinquanta e rimane ancora oggi un punto di riferimento per autori e autrici da tutto il mondo. Ed è infatti qui, dove la letteratura si respira in ogni angolo, su ogni scaffale e ripiano, che incontriamo scrittrici e scrittori in carne e ossa, sentiamo le loro voci, conosciamo i loro pensieri sulla vita e sui libri che li hanno resi famosi. Nelle interviste raccolte dal direttore letterario Adam Biles si conversa degli aspetti più disparati dell’umano: l’idea di natura per Annie Ernaux, il concetto di rappresentanza secondo Reni Eddo-Lodge e Colson Whitehead, la cognizione del tempo di Carlo Rovelli, il senso dello scrivere per Rachel Cusk e per Karl Ove Knausgård, la definizione di solitudine secondo Olivia Laing, la presenza dei classici nel contemporaneo per Madeline Miller, e molto altro ancora. Venti conversazioni ospitate da Shakespeare and Company, venti protagonisti della letteratura mondiale celebrano il nostro tempo, offrendo ai lettori l’occasione di un dialogo vivo, un incontro unico. Ci sono momenti speciali in cui la libreria, il rapporto fra autore e intervistatore e le aspettative del pubblico entrano in sintonia dando vita a una misteriosa alchimia. Allora si avverte un’energia irresistibile nella stanza, un’energia che raggiunge quella che io chiamo «velocità di fuga». Sono occasioni inebrianti, in cui l’intervista trascende i vincoli formali e diventa qualcosa di più: una conversazione densa di significato. Gli autori e le autrici Claire-Louise Bennett – Rachel Cusk – Geoff Dyer – Reni Eddo-Lodge – Annie Ernaux – Percival Everett – Marlon James – Meena Kandasamy – Katie Kitamura – Karl Ove Knausgård – Hari Kunzru – Olivia Laing – Madeline Miller – Carlo Rovelli – George Saunders – Leïla Slimani – Miriam Toews – Jesmyn Ward – Colson Whitehead – Jenny Zhan |
L'anfrattosa, storica, meravigliosa libreria Shakespeare & Company è uno degli angoli di questo mondo che mi è rimasto nel cuore fin dal mio primo viaggio a Parigi, e so di essere decisamente poco originale: è difficile visitarla e non percepirne l'atmosfera particolare, di quei posti che sanno lasciare il segno. Un santuario per gli amanti dei libri, come gemme di contenuto ma anche come oggetti preziosi, in cui echeggiano anni di amore per la letteratura lasciati indietro da decine di migliaia di autori e lettori insieme.
Nata nel 1919 dall'americana Sylvia Beach in Rue de l’Odéon, già agli inizi degli anni Venti era diventato un punto di riferimento e di ritrovo per aspiranti autori e scrittori allora in erba di quella che sarebbe diventata la Lost Generation: Ernest Hemingway, Ezra Pound, James Joyce Sherwood Anderson, Andre Gide, Gertrude Stein, Alice B. Toklas, D. H. Lawrence, Scott Fitzgerlad per citarne alcuni. Purtroppo a causa dell'occupazione nazista di Parigi, la libreria fu costretta a chiudere nel 1941 e non vide la luce per almeno una decade.
Nel 1951 George Whitman aprì la sua "Le Mistral" al 37 di Rue de la Bûcherie con grandioso affaccio sulla cattedrale di Notre Dame de Paris, cambiandogli nome in "Shakespeare and Company" nel 1964 come omaggio a Sylvia Beach. Ancora una volta la libreria intitolata al celeberrimo drammaturgo inglese diventa luogo di scambio culturale, ristoro e confronto per la gioventù autorale, la Beat Generation prima (James Baldwin, William Burroughs, Anaïs Nin, Allen Ginsberg, Richard Wright, Julio Cortázar, Henry Miller...) ed ancora oggi ospita - grazie anche a nuove iniziative che Sylvia Whitman delinea nella sua introduzione al volume - la crema del panorama culturale internazionale.
Il volume è sicuramente impegnativo, non tanto nella lettura essendo interviste ben formulate e ben trasposte, quanto un minimo di cultura generale e familiarità con almeno alcune delle opere degli scrittori intervenuti renderanno certamente più agevole la comprensione e l'assaporamento del contenuto, di buon livello culturale. Le ho trovate molto interessanti e credo che possano essere uno stimolo proficuo anche per chi non conosce le personalità in questione, ma ama il mondo della cultura e dei libri. Ogni autore si racconta in quelli che diventano scambi trascendenti il ruolo di intervistato e intervistatore, un'evoluzione sempre personale di ciò che per loro incarna il processo scrittorio, di ciò che delle loro vite intime trasborda nelle pagine che raggiungono noi lettori.
"Abbiamo cercato di individuare i momenti speciali in cui la libreria, il rapporto fra autore e intervistatore e le aspettative del pubblico entrano in sintonia dando vita a una misteriosa alchimia. Serate in cui l’ospite, invece di rifugiarsi nell’aneddotica, sceglie il percorso più incerto, ma anche più eccitante, di un nuovo pensiero. […] Sono occasioni inebrianti, in cui l’intervista trascende i vincoli formali e diventa qualcosa di più: una conversazione densa di significato" dice il curatore Adam Biles nella sua prefazione...ed è sicuramente riuscito nell'intento.