Editore: Corbaccio Prezzo cartaceo: € 16,90 Prezzo ebook: €9,99 Pagine: 288 Dicembre 2018. Isabella non aveva più messo piede in quel luogo, in quel paese immerso nei boschi dell’Appennino tosco-emiliano, nella casa della zia dove andava appena iniziavano le vacanze. Dove andavano, lei e la gemella Valeria. Lì trascorrevano l’estate insieme ai ragazzi del posto facendo bagni nel torrente, chiacchierando in piazza, scambiandosi i primi baci per sentirsi adulti, esplorando una villa diroccata per vincere la noia. E tanto meglio se quella villa faceva paura perché di notte si vedevano delle luci, si sentivano dei rumori strani… Ma una sera di luglio di vent’anni prima Valeria non è tornata a casa della zia, Valeria è scomparsa, svanita nel nulla, lasciando solo domande senza risposta. Da vent’anni Isabella vive dimezzata; col tempo ha cercato di avere un’esistenza normale, ha un ex marito e una figlia, ha costruito dei muri per separarsi dai ricordi e dalle persone di allora e non li ha più oltrepassati. Fino alla morte di zia Adele, che le ha lasciato in eredità la casa e nella casa un indizio. Isabella sa che a questo punto non potrà fare altro che raccoglierlo, per lasciarsi travolgere dal passato e nel passato cercare quella verità che per vent’anni le era sfuggita.
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Non restavo sveglia fino a tarda notte per leggere un libro da davvero tantissimo tempo. Ho letto il romanzo tutto d’un fiato ed è impossibile non farlo, perché alla fine di ogni capitolo hai la necessità di sapere quello che è successo.
Dicembre 2018. Isabella eredita dalla zia Adele, la casa di Cadelbove, la casa in cui lei e Valeria trascorrevano le estati da ragazzine. Erano vent’anni che Isabella non tornava in collina, da quella notte di luglio del 1998 quando Valeria non fece ritorno a casa. Quando Valeria, la sua amata gemella, sparì nel nulla. Si persero le tracce e venne dato per scontato che potesse aver fatto una ragazzata ed essersene semplicemente andata come molti adolescenti. Ma Isabella sapeva, sa, che sua sorella non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Ha provato ad andare avanti con la sua vita, ha un ex marito e una figlia, Emma, che si sente trascurata dalla madre, che continua ad essere ossessionata dalla scomparsa della sorella e si rifugia nell’alcol ogni volta che può. Zia Adele però non ha lasciato in eredità solo la casa: Emma trova infatti dei fogli singoli in un libro, ognuno con una sola lettera sopra. Un messaggio, un anagramma come quelli che piacevano tanto ad Isabella da ragazzina. Un qualcosa a cui aggrapparsi per scoprire la verità. Cosa è successo a Valeria, quella ragazza così solare ed impavida? È così che Isabella decide di iniziare ad indagare sul caso e nel periodo a Cadelbove rivede i suoi vecchi amici dell’epoca: Lorenzo il suo amore del passato, Monica, sua acerrima nemica, e Alberto fratello di Lorenzo. E tutti i ricordi riaffiorano, ricordi belli e spensierati come i pomeriggi al fiume ee ricordi più inquietanti, com quelli legati a quella casa, quella casa abbandonata accanto alla loro che tanto li aveva ossessionati quell’ultima estate insieme.
Grazie sbalzi temporali continui e personaggi psicologicamente molto complessi la Ninnananna degli alberi ti sorprende e ti affascina a tal punto da non riuscire a smettere di leggere.
Alice Bassoli con la sua scrittura e il suo racconto mi ha completamente conquistata.
Durata totale della lettura: Due giorni
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 17 anni
Consigliato a chi è piaciuto: La pazienza del diavolo di Roberto Cimpanelli
«Si ricordava tutto di quella notte, quella maledetta notte che gli aveva levato il sonno per anni e che gli sarebbe rimasta conficcata nel cervello per il resto della vita.»
Ciao Alice,
Innanzitutto grazie mille per aver accettato di partecipare alla nostra intervista.
Grazie a te per questa meravigliosa opportunità!
Sono Liza, ho appena finito di leggere tutto d’un fiato il tuo romanzo, non mi capitava da un po’ di passare la nottata a leggere per finire un libro e mi è piaciuto davvero molto.
1. La Ninnananna degli Alberi è un titolo molto particolare, come ti è venuta l’idea?
2. Ho letto che hai iniziato a scrivere ispirata dalla lettura di due romanzi speciali per te, che genere di romanzi sono e quali, se puoi dircelo?
Il primo è “Io non ho paura” di Ammaniti, che è uno dei miei scrittori preferiti per l’incredibile capacità che ha l’autore di far respirare i suoi personaggi attraverso le pagine. I protagonisti dei suoi romanzi non si limitano ad essere semplicemente degli “attori” che recitano la loro parte, ma sono esseri umani, che si esprimono e che vivono come noi. L’altro è “La promessa del buio” di Riccardo Bruni, anche lui uno dei miei autori preferiti. Un libro che conservo nel cuore, ambientato negli anni ’90. Al termine della lettura ricordo di aver pensato “Voglio scrivere un giallo ambientato in quegli anni”. Quello è un periodo storico a me molto caro. È il periodo della mia adolescenza, della Smemoranda, dei pomeriggi passati sulle panchine in piazza, delle musicassette, dei primi baci…
3. La Ninnananna degli Alberi è tutto frutto della tua immaginazione o ti sei ispirata a qualche fatto realmente accaduto?
Sebbene sia principalmente frutto della mia fantasia, ho preso spunto da varie fonti di ispirazione. Ad esempio, ho mescolato ricordi personali, immagini che ho visto in un film, racconti di amici e molto altro ancora. Una delle influenze significative è stata la mia vicinanza a una villa disabitata, confinante con la mia casa. Mi ha ispirato a inserire tra gli elementi scenici principali del romanzo proprio una casa disabitata. È un luogo che ho potuto esplorare mentalmente e che ho immaginato come un ambiente intrigante e misterioso, perfetto per ambientarci un romanzo giallo.
4. I personaggi del romanzo sono tutti particolarmente complessi, quale di questi ti è stato più facile “creare e modellare” e quale meno?
Ho amato moltissimo il personaggio di Monica. So di essere controcorrente perché in realtà, per il suo brutto carattere e per tutto quello che combina, è spesso e volentieri condannata dai miei lettori. Mi è venuto spontaneo far emergere le sue fragilità, il suo lato umano, in contrasto col suo carattere particolarmente aggressivo. La caratterizzazione della figura di Isabella, al contrario, mi ha messo a dura prova. Il personaggio di Isabella presenta una complessità: da un lato emerge come la protagonista della storia, mentre dall'altro rivela numerose debolezze che la rendono ambigua e difficile. Tuttavia, poiché non è consueto disprezzare il protagonista di una storia, ho dovuto bilanciare con cura i tratti del suo carattere. E questo mi è costato parecchia fatica.
5. Come mai hai scelto l’Appenino tosco-emiliano come palcoscenico per la tua storia? Cadelbove fa riferimento a qualche luogo che conosci?
Per l’elemento scenico ho preferito scegliere un luogo a me famigliare. Da sempre abito in pianura, ma per diversi anni ho frequentato assiduamente le zone collinari del nostro appennino. Nella mia immaginazione ho sempre pensato che quei posti, quei paesini isolati, i boschi, i piccoli borghi medievali, eccetera, potessero rappresentare il setting perfetto per l’ambientazione di storie mistery.
6. Quale pensi che sia il passaggio o il capitolo in cui emergi di più tu come scrittrice, quello che più ti rappresenta?
1. La Ninnananna degli Alberi è un titolo molto particolare, come ti è venuta l’idea?
La scelta del titolo è un momento estremamente delicato, per non dire un passaggio estremamente cruciale. Ho impiegato giorni per studiarlo, ho chiesto pareri ad amici stretti. Volevo che in un qualche modo trasferisse la malinconia che si respira in tutto quanto il romanzo. C’è poi una determinata scena, a circa ¾ della storia, in cui il lettore trova poi la spiegazione del titolo, un dettaglio su cui non posso insistere più di quel tanto, per evitare un eventuale spoiler 😉.
2. Ho letto che hai iniziato a scrivere ispirata dalla lettura di due romanzi speciali per te, che genere di romanzi sono e quali, se puoi dircelo?
Il primo è “Io non ho paura” di Ammaniti, che è uno dei miei scrittori preferiti per l’incredibile capacità che ha l’autore di far respirare i suoi personaggi attraverso le pagine. I protagonisti dei suoi romanzi non si limitano ad essere semplicemente degli “attori” che recitano la loro parte, ma sono esseri umani, che si esprimono e che vivono come noi. L’altro è “La promessa del buio” di Riccardo Bruni, anche lui uno dei miei autori preferiti. Un libro che conservo nel cuore, ambientato negli anni ’90. Al termine della lettura ricordo di aver pensato “Voglio scrivere un giallo ambientato in quegli anni”. Quello è un periodo storico a me molto caro. È il periodo della mia adolescenza, della Smemoranda, dei pomeriggi passati sulle panchine in piazza, delle musicassette, dei primi baci…
3. La Ninnananna degli Alberi è tutto frutto della tua immaginazione o ti sei ispirata a qualche fatto realmente accaduto?
Sebbene sia principalmente frutto della mia fantasia, ho preso spunto da varie fonti di ispirazione. Ad esempio, ho mescolato ricordi personali, immagini che ho visto in un film, racconti di amici e molto altro ancora. Una delle influenze significative è stata la mia vicinanza a una villa disabitata, confinante con la mia casa. Mi ha ispirato a inserire tra gli elementi scenici principali del romanzo proprio una casa disabitata. È un luogo che ho potuto esplorare mentalmente e che ho immaginato come un ambiente intrigante e misterioso, perfetto per ambientarci un romanzo giallo.
4. I personaggi del romanzo sono tutti particolarmente complessi, quale di questi ti è stato più facile “creare e modellare” e quale meno?
Ho amato moltissimo il personaggio di Monica. So di essere controcorrente perché in realtà, per il suo brutto carattere e per tutto quello che combina, è spesso e volentieri condannata dai miei lettori. Mi è venuto spontaneo far emergere le sue fragilità, il suo lato umano, in contrasto col suo carattere particolarmente aggressivo. La caratterizzazione della figura di Isabella, al contrario, mi ha messo a dura prova. Il personaggio di Isabella presenta una complessità: da un lato emerge come la protagonista della storia, mentre dall'altro rivela numerose debolezze che la rendono ambigua e difficile. Tuttavia, poiché non è consueto disprezzare il protagonista di una storia, ho dovuto bilanciare con cura i tratti del suo carattere. E questo mi è costato parecchia fatica.
5. Come mai hai scelto l’Appenino tosco-emiliano come palcoscenico per la tua storia? Cadelbove fa riferimento a qualche luogo che conosci?
Per l’elemento scenico ho preferito scegliere un luogo a me famigliare. Da sempre abito in pianura, ma per diversi anni ho frequentato assiduamente le zone collinari del nostro appennino. Nella mia immaginazione ho sempre pensato che quei posti, quei paesini isolati, i boschi, i piccoli borghi medievali, eccetera, potessero rappresentare il setting perfetto per l’ambientazione di storie mistery.
6. Quale pensi che sia il passaggio o il capitolo in cui emergi di più tu come scrittrice, quello che più ti rappresenta?
Ho amato moltissimo la messa in scena di Isabella, tra le prime pagine. Siamo all’inizio del libro, lei è sul letto intenta a guardare il documentario dei Radiohead trasmesso da MTV. È la notte del 14 luglio 1998, la notte fatidica, in cui Valeria, sua sorella, non torna a casa, anche se lei ancora non lo sa. Nella stesura dei primissimi capitoli un autore deve investire tutto sé stesso, per acchiappare l’attenzione del lettore e conquistarselo. Ricordo che ero immersa in un turbine di creatività, mentre tracciavo quelle pagine. Ogni parola scaturiva dall'ispirazione che mi pervadeva, ero in uno stato di fervida frenesia.
7. Hai già pubblicato altri libri, qual è stato quello che ti ha soddisfatto di più, quello di cui sei più fiera?
La ninnananna degli alberi rappresenta il mio piccolo trionfo personale, l'opera che più di ogni altra mi riempie di orgoglio. È stata la chiave che mi ha aperto le porte del mondo editoriale, consentendomi di realizzare un sogno a lungo coltivato: essere pubblicata da una grande casa editrice.
8. Nel 2022 sei arrivata tra i primi cinque finalisti di Amazon Storyteller, tra più di millecinquecento persone, come ti sei sentita quando hai saputo di aver raggiunto questo traguardo?
Quando Amazon mi ha contattata per annunciarmi che il mio romanzo era stato selezionato come finalista, non riuscivo a crederci. Non avrei mai immaginato che questo potesse accadere e, sinceramente, mi ero iscritta al concorso senza troppe aspettative. La notizia mi ha letteralmente travolta, emotivamente parlando. Finalmente il mondo mi stava dicendo che le mie parole avevano un valore, che la mia voce poteva essere ascoltata. Da quel momento in poi, ho abbracciato con ancora più determinazione la mia passione per la scrittura.
8. Nel 2022 sei arrivata tra i primi cinque finalisti di Amazon Storyteller, tra più di millecinquecento persone, come ti sei sentita quando hai saputo di aver raggiunto questo traguardo?
Quando Amazon mi ha contattata per annunciarmi che il mio romanzo era stato selezionato come finalista, non riuscivo a crederci. Non avrei mai immaginato che questo potesse accadere e, sinceramente, mi ero iscritta al concorso senza troppe aspettative. La notizia mi ha letteralmente travolta, emotivamente parlando. Finalmente il mondo mi stava dicendo che le mie parole avevano un valore, che la mia voce poteva essere ascoltata. Da quel momento in poi, ho abbracciato con ancora più determinazione la mia passione per la scrittura.
9. Hai già in previsione un nuovo romanzo? Se sì, lo attenderemo con impazienza e saremo pronte a leggerlo non appena uscirà!
Innanzitutto ti ringrazio moltissimo per il tuo interesse! Sì, sto lavorando a un nuovo romanzo, ma al momento è ancora in fase embrionale. Nella stesura di una storia questo è il momento più affascinante. Le idee stanno prendendo forma lentamente. Per ora è un po' prematuro parlarne, ma sono entusiasta di questa nuova avventura creativa e non vedo l'ora di condividere di più quando sarà il momento giusto. Grazie ancora per il tuo interesse e per il sostegno!
Grazie ancora ad Alice per la sua disponibilità.
Grazie a te. Leggere le tue riflessioni, poste in forma di domanda, è stato un vero piacere e un'esperienza illuminante. La passione e l'amore che dimostri per i libri traspare in ogni parola che scrivi, e sono profondamente grata per il tempo e l'attenzione che hai dedicato al mio lavoro. Grazie! 😊
Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
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