giovedì 16 novembre 2023

Recensione: Il mio arco riposa muto

Il mio arco riposa muto
di Irene Vallejo

Editore: Bompiani
Prezzo Cartaceo: € 18,00
Prezzo eBook: €11,99

Pagine: 224

Enea, fuggito da Troia in fiamme, naufraga sulla costa africana, davanti alla città di Cartagine, con suo figlio e un manipolo di uomini. Una profezia lo vuole fondatore di un impero, ma il suo destino è nelle mani della regina Elissa e degli dèi, che possono scagliargli contro un’orda di nemici o una freccia per farlo cadere innamorato. Secoli dopo, il poeta Virgilio riceve da Augusto l’incarico di scrivere un poema che narri la gloriosa storia di Roma, ma teme di non essere all’altezza del compito ed è scontento di sé. L’imperatore riesce a impedire che distrugga i versi composti, consegnando così alla Storia, e a noi, il suo capolavoro. Un romanzo caldo, vivido, che come tutta l’opera di Vallejo arde di amore per il mondo classico e che rivisita le radici della nostra civiltà intrecciando la trama dell’Eneide con la vicenda creativa del suo autore: due linee temporali che consentono di rivivere un’appassionata leggenda d’amore e di guerra e l’eroismo sommesso di un artista impegnato nella lotta quotidiana contro le avversità.




Tra storia e allusioni letterarie, eccoci entrare impetuosamente in un tempo passato e lasciato in sospeso anche dal suo stesso autore. Siamo nel libro sesto dell’Eneide e la Vallejo - filologa, storica e scrittrice spagnola – ci regala un quadro paziente delle emozioni di Enea e di Didone - regina di Cartagine sempre chiamata, nel corso del romanzo, con il nome di Elissa – dal loro incontro dopo il naufragio da Troia, all’innamoramento fino alla partenza dell’eroe, sospinto a partire verso l’Italia per fondare il grande Impero Romano e la dinastia Iulia. Un soffermarsi sui non detti di quei versi, un guardare tra le pieghe delle coperte e scoprire cosa è successo e cosa hanno celato per i mesi di soggiorno sulle coste al di là del Mediterraneo. 

Intrecciata alla loro storia di scoperta reciproca come umani, fragili e in cerca di una loro compiutezza, quella del poeta Virgilio. Dopo l’opera dell’Iliade, Augusto gli ordina di dar vita al poema della fondazione di Roma. Ma come per i due innamorati – incapaci di trovare una loro dimensione assieme a Cartagine, bloccati tra profezie, inganni e volere divino – anche il poeta non trova pace: non riesce a dare forma alla storia e non si sente all’altezza del compito. Vorrebbe solo cullarsi nell’amore appena sbocciato tra Enea ed Elissa, lasciarli in un limbo d’amore e passione nell’istmo africano e indugiare sulle loro effusioni – con un complice divino: Eros, presenza evanescente che sospinge i due amanti nel reciproco abbraccio e al contempo si lascia ammaliare dai sentimenti umani, uno spettacolo per occhi e anima immortali. Nulla li turberebbe se fosse per Virgilio, come, se fosse libero, nulla gli impedirebbe di scrivere una storia diversa. 

Due punti di vista quindi, due storie parallele che scorrono nei secoli passati, tra verità storiche e finzioni romanzesche lasciando il lettore con il fiato sospeso. Sperando in un finale diverso da quello che ci è stato tramandato. Le due strade, quella dell’arte da un lato e quella dell’eroismo dall’altro, si contagiano nel loro cercare una modalità per portare a compimento il loro destino, restando fedeli a se stessi - in qualche modo. La linea narrativa di Enea, infatti, ci mostra l’eroe scalpitare e combattere contro i suoi stessi pensieri: restare a Cartagine lottando per legittimare il suo regno, profugo ed esule in terra già fondata da altri o proseguire verso l’Italia per fondare una città da zero, portando a compimento la profezia. La linea di Virgilio invece, ce lo mostra con tutte le sue fragilità e difficoltà: tra i vicoli dell’antica Roma, ecco i dubbi su di sé, sulle sue capacità e qualità. 

Un affresco di un momento poco indagato dall’epica più nota, e un retelling classico che apprezzeranno tutti gli amanti de La canzone di Achille o Circe. La storia conosciuta rallenta e permette alla splendida penna di Irene Vallejo di inserirsi, senza forzature, per raccontare ciò che il poeta romano aveva sintetizzato per dare spazio alle altre vicende dell’eroe. Sentimenti, tanti e diversi. Dall’amore e passione travolgente ai dubbi sul proseguo della relazione; il vacillare di se stessi, non trovarsi nel cammino intrapreso e scegliere di prendere il sentiero opposto; fino al tormento dell’essere esuli – sensazione che, a distanza di secoli, la si può ancora sentire nelle generazioni odierne, mai cambiata e sempre presente in tutti coloro che lasciano la propria casa. 

E alla fine? Alla fine però, 

L’imperatore avrà il suo agognato omaggio, ma il poema epico racchiuderà la melodia ribelle di tutte le aspirazioni incompiute. Canterò l’impero più poderoso dell’orbe quando era solamente il fragile sogno di un naufrago. Domani, alle prime luci dell’alba, inizierò a scrivere.
Durata totale della lettura: 3 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: té con miele
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni


      "Non domandatevi perché gli umani risultino così affascinanti. Lo sono davvero. Noi dèi non conosciamo l'avventura. Non ci capita mai niente, siamo eternamente giovani, non cambiamo mai, non corriamo alcun pericolo, esistiamo in equilibrio perpetuo e asfissiante, pallide creature prive del domani e appagate da noi stesse." 



Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio.

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