di Daniela Alibrandi Editore: Morellini Prezzo Cartaceo: €20,00 Prezzo e-book: €9,99 Pagine: 320 «Laggiù l’atmosfera cambiava radicalmente, mentre varcavano un cancello di ferro e si addentravano in uno scuro budello. Solo dopo aver percorso un certo numero di curve, si aprì uno scenario spettacolare, impossibile da immaginare. Il bacino era gigantesco, sormontato da un soffitto altissimo e a volta, che non incupiva affatto il colore dell’acqua cristallina, di un azzurro che tendeva al verde. Quasi un topazio incastrato nelle viscere della terra.» Mani Fredde, un maniaco psicopatico, viene rilasciato dall’ospedale psichiatrico giudiziario dove ha scontato cinque anni di reclusione, per essere affidato alla valutazione del servizio neuropsichiatrico dell’ospedale romano Gianicolense. Ingannando gli specialisti, ottiene un regime di semilibertà. Ora potrà attuare la vendetta che ha pianificato contro il commissario Rosco e l’agente Loverso, i quali, a suo tempo, lo assicurarono alla giustizia. Si è documentato sui segreti del sottosuolo romano, scoprendo l’esistenza di un sistema di laghi sotterranei. Il suo piano prevede di sfruttare a proprio vantaggio l’imperscrutabilità di quei luoghi. In quelle stesse ore Luigi Monti, un portantino dello stesso ospedale Gianicolense, sotto al quale si trova un enorme lago sotterraneo, si rivolge al commissario Rosco, per risolvere il mistero delle ruote tagliate sistematicamente alla sua auto. La vita di Mani Fredde si intreccerà drammaticamente con quella del Monti. |
Roma, 1985. Anton Giulio Rincucci, assassino spietato, detto anche Mani Fredde, conosciuto per il suo modo singolare e terrificante di strangolare le persone come se avesse delle potenti tenaglie al posto delle mani, dopo qualche anno in un ospedale psichiatrico a Montelupo fiorentino viene trasferito per "buona condotta" nel reparto di neuropsichiatria dell'ospedale Gianicolense di Roma, proprio sopra il fulcro di una rete fluviale sotterranea incredibilmetne antica.
Quello che gli psicologi e i medici che seguivano Rincucci non hanno però capito, è che la buona condotta del paziente non era altro che una strategia per essere trasferito proprio al Gianicolense e che in tutti quegli anni non aveva in realtà fatto altro che pensare alla sua vendetta nei confronti del commissario Rosco e della sua squadra, coloro che, scovando i suoi terribili delitti, gli avevano rovinato la vita.
Sarà proprio al Gianicolense che Rincucci conoscerà il portantino Luigi Monti, usuraio della zona Prati, un personaggio losco da cui tenersi a larga, che casualmente proprio in quei giorni era stato in commissariato per denunciare il continuo vandalismo sulla sua auto. Un colpevole per questo piccolo crimine fu facile da scovare, un certo Lojacono, una tra le tante persone che venivano strozzinate da quell'uomo senza scrupoli. Ed è proprio per difendere Lojacono e eliminare i traffici illegali del Monti che il commissario Rosco apre un'indagine sul portantino del Gianicolense.
Così le vite di Monti, Lojacono, Rincucci, del commissario Rosco, della sua squadra e della sua famiglia si intrecciano inevitabilmente in una serie di orribili azioni tra le acque del Tevere e l'immenso intreccio di laghi e fiumi sotterranei di una Roma antichissima, rimasti sepolti sotto la città più movimentata del paese.
Un racconto inquietante, tetro, ricco di violenza, di tristezza, di pazzia, purtroppo fin troppo verosimile. Un racconto in cui emerge il lato psicologico e sentimentale di ognuno dei personaggi che permettono la lettore di concepire il motivo di determinate azioni
Un thriller tanto avvincente quanto angosciante.
Leggerò sicuramente altri libri di Daniela Alibrandi, soprattutto la serie sui delitti risolti dal commissario Rosco e dalla sua squadra.
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