giovedì 13 luglio 2023

Recensione: Pineapple Street



Pineapple Street

 di Jenny Jackson

 Editore: Rizzoli
 Prezzo: € 18
 Pagine: 320
Titolo originale: PINEAPPLE STREET
Traduzione di: Mirko Zilahi de Gyurgyokai
 
Romanzo d’esordio di Jenny Jackson, vice presidente e  direttrice editoriale di Knopf, Pineapple Street è il ritratto affilato, impietoso e irresistibile dell’alta società di oggi, nella vita apparentemente perfetta delle tre donne di una grande famiglia newyorkese.

Immobiliaristi da generazioni, gli Stockton sono l’emblema dell’alta società newyorchese. La loro vita è cadenzata da happening al circolo del golf, accordi prematrimoniali e cene a tema, organizzate dalla matriarca Tilda nella grande villa sul lungofiume di Brooklyn Heights. Ma dietro lo stile old money e l’educazione da Ivy League, l’unico linguaggio che sembrano conoscere e che ne regola i rapporti è quello della competizione e del conformismo. Darley, la figlia maggiore, ha deciso di dare ascolto al cuore e sposare l’uomo che ama, e come contropartita ha dovuto rinunciare a una fetta di eredità e alla propria carriera. Sasha, moglie di Cord, il primogenito, è una donna indipendente che ha sempre lavorato e si è fatta da sé e forse, proprio per questo, è considerata dalle cognate un’arrampicatrice sociale. Infine Georgiana, la piccola di casa, ventiseienne impulsiva e fragile: lavora per un’organizzazione no-profit, ha una cotta per il suo capo e la madre le parla soltanto sul campo da tennis. L’incompatibilità tra i propri privilegi e le ambizioni personali pone ciascuna delle tre protagoniste di fronte a una scelta cruciale: negare se stessa, o inventarsi un modo per essere felice. Con questa “commedia di classe” piena di personaggi divertenti e irresistibili, Jackson si è rivelata una delle scrittrici più originali nel panorama letterario americano, capace di raccontare con sguardo intransigente e voce affilata le poche virtù e le molte miserie dell’1% più ricco del mondo.

«Un romanzo fantastico, avvincente, che parla di classi sociali, amore e ricchezza con gli occhi del presente.» – Nick Hornby

«Cancellate ogni programma: siete di fronte a un libro generoso ed emozionante, che crea dipendenza.» – Ashley Audrain




Jenny Jackson può essere senza dubbio considerata una delle scrittici americane esordienti più interessanti. 
La scrittrice ha confessato in un'intervista di aver impiegato solo quattro mesi a scrivere questo suo primo romanzo, mantenendo al contempo il suo lavoro e occupandosi dei due figli piccoli: forse è stato proprio questo arco temporale così breve ad aver conferito a Pineapple Street il suo tono dinamico, onesto, spiritoso che pagina dopo pagina riesce sempre di più a catturare il lettore all'interno del patinato mondo che descrive. 

Ambientata nel ricco quartiere di New York chiamato Brooklyn Heights, Pineapple Street ci fa conoscere da vicino l'ultramiliardaria famiglia Stockton, appartenente all'élite del protestantesimo tradizionale WASP da generazioni.  Ciascun membro della famiglia presenta dei tratti tipici che ci ricordano le loro potenti origini e che, almeno in apparenza, non si tratta di esseri umani alle prese con i problemi dei comuni mortali. Legata alla famiglia Stockton vi è Sasha, una donna che ha sposato l'unico figlio maschio, Cord, e che non vanta origini tanto altolocate. 
Tramite la costante antitesi tra il mondo di Sasha e quello della famiglia Stockton l'autrice mette a nudo le contraddizioni di un mondo così elitario, i cui membri sono nati con una serie di milioni di dollari già a propria disposizione, senza dove compiere alcuno sforzo. Emblematica la casa di Pineapple Street, dimora natale di Cord e delle sue sorelle Darley e Georgiana, da cui i genitori Tilda e Chip si sono di recente trasferiti. Questo luogo dove è stato concesso a Sasha e Cord di abitare è una sorta di mausoleo di famiglia, dove i suoi precedenti inquilini ufficialmente non abitano più, ma restano prepotentemente presenti tramite l'enorme quantità di oggetti che vi hanno lasciato, e non mancano di ribadire l'appartenenza dell'immobile agli Stockton ogni volta che Sasha tenta di fare un po' di decluttering o rendere la casa più a sua misura. 
Sarà proprio questa casa del quartiere dove tutte le vie hanno nomi di frutta - quasi a invocare la piacevolezza del vivere in uno dei quartieri più chic della Grande Mela sin dall'indirizzo - a rappresentare il luogo chiave del romanzo che alla fine, a causa di un evento imprevisto verificatosi durante una cena di famiglia, permetterà a Darley e alla sua famiglia di trasferirvisi salvandosi dal tracollo economico e a Sasha e Cord di andarsene, scegliendo un quartiere diverso in cui vivere, affermando al contempo l'esistenza di un'identità diversa da quella del mondo dei circoli di tennis e delle feste a tema, ma ugualmente rispettabile e - molto probabilmente - più felice e autentica. 

Durata totale della lettura: 2 giorni
Bevanda consigliata: Smokey Tommy's Margarita
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni



"La competizione era il linguaggio dell'amore della sua famiglia."


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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