di Marjane Satrapi Editore: Rizzoli Prezzo cartaceo: € 14,00 Pagine: 144 Oltre settecento anni fa, il grande poeta persiano Gialal ad-Din Rumi compose il Masnavi, un ponderoso poema di circa venticinquemila versi suddiviso in sei libri. In questa opera monumentale, Rumi sondava ogni aspetto dell’animo umano e indicava la via della saggezza. Oggi, due studiosi contemporanei, Lila Ibrahim-Lamrous e Bahman Namvar-Motlag, hanno estratto da questa miniera di conoscenza quarantatré favole, illustrate da Marjane Satrapi, che con il suo graphic novel Persepolis ha mostrato al mondo la brutale follia della dittatura iraniana. In queste piccole storie di pappagalli, topolini, orsi e leoni emerge tutta la saggezza e l’irriverenza di un popolo che da troppo tempo è soffocato da un regime criminale. |
La maggior parte di noi lettori occientali ha sentito parlare, più o meno approfonditamente, del grande autore persiano del milleduecento Jalāl al-Dīn Muḥammad Rūmī (per noi semplicemente noto come "Rumi") grazie alle sue bellissime poesie d'amore, pace e libertà tuttora attualissime...e per i vari aforismi da esse tratti.
In questa raccolta di 43 favole, come ci dice la sinossi tratte da un imponente poema in versi nello stile tipico della tradizione orientale costellato di opere quali il Mahabaratha e le Mille e Una Notte, abbiamo la possibilità di sperimentare un lato diverso di questo celebre autore del grande passato.
Inizio dicendo che la grafica del volume è molto accattivante e ricorda assolutamente il ritmo di Persepolis della Satrapi e e delle graphic novel di Hubert, come Bellezza, incentrato intelligentemente sui richiami al blu persiano che ritroviamo nelle decorazioni dei palazzi iraniani del tempo di brillanti lapislazzuli.
Ho sempre trovato interessante analizzare come ogni cultura e popolo interpreti in modo assolutamente originale e personale la favola, non solo come genere letterario ma prima di tutto come strumento di insegnamento e trasmissione della sapienza popolare alle nuove generazioni. Nella scelta dei personaggi, dei valori trasmessi, degli avvertimenti e dei finali (lieti o meno), abbiamo l'opportunità di cogliere un bagliore deciso dell'attitudine e della cultura di una civiltà. Vi ritroviamo le favole di amicizie, tradimenti e rancori degli animaletti della campagna, che tanto ci ricordano l'Esopo imparato sui banchi di scuola; vi ritroviamo la goliardia ironica del Boccaccio...ma non vi aspettate delle favolette morbide, gentili e dal sapore dell'innocenza infantile. Tutt'altro, somigliano più alle favole di Andersen, dei fratelli Grimm, a quelle russe e yiddish (tra quelle che ho avuto modo di leggere direttamente) nella crudezza, brutalità e cinismo dalle quali sono intrise. Nessuna violenza, intendiamoci: sono assolutamente adatte alla lettura per bambini, ma credo che la differenza stia proprio in quello che culturalmente riteniamo "appropriato" per i più giovani, e proprio qui incontriamo la grande differenza ma anche - ritengo - l'opportunità di imparare da ciò che ci è distante.
In Occidente siamo abituati alle favole "ammorbidite", rimaneggiate ed epurate dalle loro componenti veraci e taglienti, credendo di dover proteggere i bambini dalle realtà meno fiabesche della vita, insegnando loro il "lieto fine" a tutti i costi. Nelle società più antiche, le favole servivano proprio per avvicinare il prima possibile i piccoli alle realtà della vita, soprattutto a quelle dure e fastidiose, perché sapessero da cosa proteggersi e a cosa sarebbero andati incontro - verosimilmente - crescendo. E sicuramente questa bellissima raccolta di favole decisamente "brevi ma intense" lo fa in modo brillante, con stoccate d'ingegno e perle di sapienza antica ma attualissima che hanno fatto fermare a riflettere (e spesso ridere di gusto!) anche me, adulta.
Alcune delle mie preferite? La mucca e l'isola, La zanzara, L'anziano e il giovane medico, Il cavallo del bey.
Età di lettura consigliata: Dai 7 anni
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