Editore: Solferino Libri Prezzo Cartaceo: € 14,50 Prezzo eBook: €9,99 Pagine: 144 25 settembre 1943: il dodicesimo compleanno di Giulio, nella Firenze in guerra, è anche il giorno in cui il primo bombardamento alleato sulla città distrugge la sua casa. Lui e i suoi fanno appena in tempo a correre fuori e salvarsi, si rifugiano da uno zio, ma di colpo Giulio non ha più nulla: i vestiti, i quaderni di scuola, i libri. E poiché suo padre, un medico, è antifascista, ben presto il ragazzo perde anche la sicurezza della famiglia: gli uomini di casa se ne vanno per unirsi ai partigiani. È il lungo inverno dell’occupazione tedesca, e Giulio rimane assieme alla madre, alla zia e alle due sorelle ad affrontare i bombardamenti, il razionamento, la paura. Una realtà che lo costringe a crescere in fretta, appeso all’unico, flebile filo di speranza delle poche notizie sull’avanzamento del fronte verso Firenze. Quando gli Alleati sono ormai vicini, si offre volontario per una missione rischiosa: raggiungere il loro comando portando le informazioni sulla dislocazione delle truppe tedesche in città. Ma ciò che conta davvero per lui è la speranza di ritrovare il padre, di cui non ha più notizie. Così, parte per un viaggio in bicicletta sulle colline intorno a Firenze: sarà il più importante della sua vita. Questa storia è una storia vera, che si fa romanzo. Con una scrittura asciutta e sensibile, Paolo Fallai non racconta solo l’avventura di Giulio, un ragazzo che è stato suo padre. Racconta la Resistenza: la sua realtà, la sua crudezza, la sua poesia e la sua necessità. In guerra e in ogni tempo. |
Questo libro potrebbe essere riassunto con un invito: “raccontami la resistenza nell’Italia del 1943 con gli occhi di un ragazzo”.
Un racconto che si esaurisce, almeno per il tempo in cui è richiesta l’attenzione del lettore, in un paio di ore e poco più ma che per la finzione narrativa prosegue per due anni, portandoci negli anni dopo l’armistizio fino alla liberazione.
Se i tempi si accorciano per condensare la vita che scorre veloce ma all’apparenza lentissima, uguale eppure diversa, che costringe a cercare escamotage sempre nuovi per sopravvivere alle difficoltà che bussano alla porta - o che quella stessa porta la spalancano senza avvertire, sappiamo subito però, che i fatti narrati non sono fantasia.
Quella raccontata da Fallai è la storia di suo papà Giulio, protagonista dodicenne de Un inverno lungo un anno, che abbraccia di conseguenza anche le vicende di tutti gli altri componenti della famiglia - nonno, nonna, zii, prozii e cugini. Senza contare i parenti acquisiti, quelli senza legame di sangue apparente ma che le vicende condivise hanno legato come fratelli.
Leggendo è facile immaginare Paolo e Giulio - papà e figlio - tramandarsi questa storia, il primo ascoltandola affascinato inizialmente e poi chiedendo maggiori dettagli via a via; mente il secondo ricordando momenti indelebili e vederli cristallizzati su carta. Una splendida e commovente storia tramandata da una generazione all’altra.
Una storia personale quindi che si fa romanzo attraverso una scrittura dolce e piana – nella lettura si ha infatti come la sensazione che sia la voce di una mamma che legge la storia ai suoi figli prima di addormentarsi. Infatti, Fallai regala un romanzo che è storia vera, ma anche avventura e formazione, perfetto da leggere – o farsi leggere – anche a diverse età.
Avrei voluto fosse lungo il doppio? Forse sì per scoprire di più su Giulio e la sua famiglia, ma anche così l’incanto narrativo è perfetto.
Durata totale della lettura: un paio d'ore
Bevanda consigliata dall'autrice: latte e mieleFormato consigliato: ebook
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
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