mercoledì 2 novembre 2022

Recensione: Spigoli




Spigoli
di Pauline Harmange

Editore: Garzanti
Prezzo Cartaceo: €17,90 
Prezzo e-book: €9,99
Pagine: 256

Le definizioni che ci incolliamo addosso, o quelle che ci vengono imposte da altri, sono come linee rette che si incrociano e formano una gabbia da cui è impossibile uscire. Almeno così sembra ad Anaïs, costretta in una serie di ruoli che la fanno sentire inadeguata: fidanzata noiosa, figlia inetta con un lavoro frustrante, sorella di una donna che è riuscita ad avere successo conciliando carriera e famiglia. Anaïs si sente soffocare, e tutto precipita quando viene licenziata e lasciata dal fidanzato. Al culmine della disperazione, decide di trasferirsi a Limoges, secondo il suo tatuatore la città più triste dell’intera Francia. Parte senza speranze, solo per allontanarsi da tutti e vivere in un luogo che sposi la sua infelicità. Limoges, però, la sorprende: nelle stradine e negli antichi crocicchi incontra persone nuove, che le regalano una prospettiva diversa su di sé e sugli altri: la grintosa ottantenne Tiziana, che le offre una casa, e il giovane professore Emone, che intravede in lei qualcosa di più di una ragazza alla deriva. Piano piano, i ruoli di cui Anaïs si sentiva prigioniera vengono scardinati. Perché il percorso di ciascuno di noi è fatto di linee rette e angoli che potrebbero sembrare vicoli ciechi, ma ogni spigolo può essere appianato grazie all’aiuto delle persone che incontriamo lungo il cammino. 
Pauline Harmange è una voce giovane che ha conquistato le classifiche francesi con il suo pamphlet Odio gli uomini, un fenomeno del passaparola venduto in tutto il mondo. Nel suo romanzo d’esordio parla a tutti quelli che sono rimasti incagliati in un’esistenza che non vogliono davvero. Perché spesso siamo noi a rinchiuderci in uno spazio angusto ma, se ci concediamo di uscirne, possiamo godere appieno l’esperienza di ogni attimo.



Bellissimo.  Un romanzo davvero intenso, carico di ogni emozione che si possa provare: amore, inadeguatezza, senso di colpa, tristezza, rabbia. Tutto racchiuso in un solo personaggio, Anaïs, una venticinquenne intrappolata nella vita che si è costruita che non la rispecchia e non la valorizza. La verità è che siamo solo noi stessi a costruirci le gabbie in cui ci rinchiudiamo e  siamo i soli a poterci liberare, ma non vuol dire che dobbiamo precluderci l'aiuto delle persone che ci amano. Anche se spesso non lo capiamo e ci dimentichiamo di quanto siamo realmente fortunati. 

Anaïs, commessa in un negozio di accessori per la cucina, condivide la sua vita ormai da 3 anni con Axel, bello e perfetto in ogni cosa. Lei invece si è sempre sentita inadeguata: inadeguata agli occhi della madre: imperfetta rispetto alla brillante sorella Camille; non all'altezza di Axel. In una sola parola mediocre. Ma se pur con difficoltà in questa mediocrità riusciva a sopravvivere. Tutto degenera quando perde il lavoro e nel giro di poche settimane viene lasciata da Axel per una splendida collega svedese da Axel. 
In Anaïs si apre una voragine che non riesce più ad ignorare, si sente sola e non ha più voglia di andare avanti: raccoglie pochi vestiti e decide di partire. Limoges è la sua meta, la città in cui "si va solo per morire". 

Questa piccola cittadina francese però la sorprenderà e allo stesso tempo la cullerà nella sua solitudine e nel suo dolore. Anaïs però non sarà mai veramente sola come crede, nessuno di noi lo è, ma spesso ci serve davvero molto tempo per capirlo, o forse semplicemente per accettarlo. 

Ho trovato questo libro davvero toccante, forse perché anche a me è capitato di sentirmi fuori luogo, di sentirmi abbandonata, inadeguata, non compresa, e non sapere in che direzione stesse andando la mia vita, o forse semplicemente perché mi sono affezionata un po' ad ognuno dei personaggi. 
In ogni modo ho adorato il modo in cui da un capitolo all'altro i protagonisti si interscambiano, fornendo così il punto di vista, il modo di pensare di ognuno di essi: in una pagina Ana
ïs, poi sua sorella Camille, poi Emone, il dolce e pacato professore e poi di nuovo da capo. Allo stesso modo ho adorato il titolo di ogni capitolo: per ogni titolo un dettaglio che ti catapulta direttamente nel racconto. 

Intenso e psicologico, lo consiglio assolutamente, in particolare alle persone come Ana
ïs che si sentono inadeguate, come se vivessero una vita di cui non sono i protagonisti: bisogna imparare a smussare gli spigoli per liberarci da quei ruoli in cui ci imprigioniamo caparbiamente, anche se non ci stanno bene addosso. 


Durata totale della lettura: Quattro giorni
Bevanda consigliata: Caffè espresso
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni


      "Non sei tu a decidere che sei un fardello troppo pesante per gli altri. Le persone che ti vogliono bene continueranno a farlo, che tu lo voglia o no. Altri non ci riusciranno e spariranno, E' un'idea che fa male, ma è la vita che è fatta così e puoi sopravvivere a questo."


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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