L'aquilone di Laetitia Colombani Editore: Casa editrice Nord Prezzo Cartaceo: € 16,90 Pagine: 256
Quando s’incontrano su quella spiaggia, sono come isole lontane. Léna è arrivata in India dalla Francia per dimenticare un dolore che ha sgretolato tutte le sue certezze; Preeti è una giovane insegnante di autodifesa, in fuga dal matrimonio «riparatore» che i suoi genitori hanno combinato con l’uomo che l’ha violentata; Holy è un’umile cameriera chiusa nel silenzio, resa muta da una tragedia troppo grande per i suoi pochi anni. Eppure tutte e tre condividono la stessa voglia di ricominciare. Per Léna, ricominciare significa aprire gli occhi sui propri privilegi e lottare in nome di chi ha più bisogno. Per Preeti, significa ammettere che non basta la forza fisica per emanciparsi in una società che schiaccia e umilia le donne. Per Holy, significa imparare a leggere e a scrivere, realizzando il sogno di sua madre Smita, che voleva per lei un destino diverso da quello tracciato per gli intoccabili. Nessuna di loro tre può farcela da sola, mentre insieme diventano inarrestabili, un’onda capace di spazzare via pregiudizi radicati e tradizioni secolari. E, grazie al legame che le unisce, ciascuna di loro troverà il coraggio di ribellarsi e di sperare nel futur
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L’aquilone è un romanzo al femminile, una storia intensa che verte su tre protagoniste reduci da un passato complesso, e pronte a ripartire da zero una nuova esistenza. Una spiaggia, che diventa il punto di partenza di questo loro legame. Il mio personaggio preferito tra le tre, è senza ombra di dubbio Léna venuta dalla Francia, con un bagaglio mentale troppo pesante ed ingombrante da affrontare. Ha rischiato di morire e non è per nulla spaventata. Da un po’ di tempo si sente persino attratta da quella prospettiva, pur senza avere il coraggio di considerarla davvero. L’idea di vivere la terrorizza più che scegliere di farla finita. A far da sfondo a questa delicata vicenda, l’India, dove la condizione delle donne è ancora molto precaria. Nascere femmina qui, infatti, è una maledizione. L’apartheid comincia alla nascita e si perpetua di generazione in generazione. Mantenere le ragazze nell’ignoranza è la strategia più sicura per assoggettarle, per imbavagliarne i pensieri e i desideri. Privarle dell’istruzione equivale a rinchiuderle in una prigione da cui non possono fuggire. Viene loro negata ogni possibilità di ascesa sociale. Il sapere è una forma di potere. E l’istruzione è la chiave della libertà. Il tempo è passato, ma la mentalità è rimasta immutata: gli intoccabili continuano a essere dei paria, degli esseri impuri messi al bando dalla società. E le donne sono considerate inferiori agli uomini. Nascere femmina e dalit, quindi, è la peggiore delle maledizioni. Lena capirà suo malgrado, che in certi casi il silenzio è la migliore delle risposte, che non c’è nulla da aggiungere, che nessun argomento può contrapporsi a un tale disprezzo e una tale ignoranza. In quell’attimo intravede la voragine che da secoli e secoli separa le caste superiori dai più disgraziati, quell’abisso senza fondo che inghiotte milioni di uomini, donne e bambini e che qui nessuno, no, nessuno sembra voler colmare o richiudere. Una storia di rinascita, di speranza e di vita nuova. Un romanzo che fa comprendere come l’istruzione è vita.
Durata totale della lettura: Due giorni
Bevanda consigliata: Caffè con doppio zucchero
Formato consigliato: E-book
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