martedì 28 giugno 2022

Recensione: La bibliotecaria di New York



 La bibliotecaria di New York

 di Marie Benedict

 Editore: Newton Compton Editori
 Prezzo: € 9,00
 Pagine: 384
 

 1902. A soli vent’anni, Belle da Costa Greene viene assunta da J.P. Morgan, uno dei più ricchi finanzieri al mondo, per curare la collezione di manoscritti, libri rari e opere d’arte di proprietà del magnate. In poco tempo Belle diventa un punto di riferimento dell’alta società newyorkese e una delle figure più influenti nel mondo dell’arte e della cultura. Organizza mostre ed eventi mondani, è in contatto diretto con commercianti, case d’asta e studiosi sia in America che in Europa. Il suo gusto è considerato impeccabile. Ma Belle ha un segreto, che deve proteggere a tutti i costi: non è nata Belle da Costa Greene, ma Belle Marion Greener. È la figlia di Richard Greener, il primo nero laureato a Harvard, distintosi come attivista per la difesa dei diritti civili degli afroamericani. Il colore della pelle di Belle, quindi, non è legato – come tutti credono – alle sue origini portoghesi, ma africane. Negli Stati Uniti del primo Novecento, ancora profondamente razzisti, anche una donna potente e affermata come Belle sarà costretta a custodire il suo segreto, per continuare a fare quello che ama.




Una storia di altri tempi dell'evoluzione di una ragazzina timida e sottomessa a una mamma severa che si trasforma in una donna di successo e fuori dal comune.
Belle nasce in una famiglia povera e di colore con due genitori che hanno opinioni diverse su come far crescere i propri figli che hanno la carnagione abbastanza chiara da passare per bianchi.
Il padre vorrebbe che lottassero per i diritti all'uguaglianza ma la moglie pensa solo al bene dei figli e al loro futuro, a costo di perdere il marito segna tutti come bianchi all'anagrafe.
Senza lo stipendio del marito tutti i figli devono impegnarsi a lavorare, la nostra Belle dopo un breve periodo nella biblioteca della Princeton University,  diventa la bibliotecaria personale del famoso J.P.Morgan.
Se la storia inizia a sembrarvi troppo realistica è perché lo è davvero, Belle inizia come una ragazzina spaventata e con una  sindrome dell'impostore molto sviluppata fino a diventare una delle esperte di arte più famosa al mondo, non solo per il fatto di essere una donna ma per la capacità di creare strategie mai usate prima.
Viaggiamo con lei in tutto il mondo alla ricerca dei manoscritti più rari al mondo da aggiungere alla biblioteca a New York, Belle è davvero una donna unica soprattutto per i suoi tempi, attorno a loi ci sono racconti di segregazione e linciaggi non può davvero far scoprire la propria origine così come non potrà mai esporsi del tutto con le amiche femministe che ha.
Il personaggio di Belle è davvero ben scritto nonostante le scrittrici avessero poche fonti su cui basarsi, forse mi aspettavo un evoluzione nell rapporto con le proprie origini che per ovvie ragioni non c'è stato. Il background storico del romanzo è affrontato forse poco ma sicuramente è molto interessante sia la parte razzista che quella femminista.
Mi è piaciuto molto leggere di una donna di cui sa poco, chiamarla bibliotecaria non le farebbe onore dato che è stata una delle migliori curatrice d'arte della storia. 
Il romanzo per quanto interessante mi sembra  toccare molti argomenti in modo un po' superficiale usando un linguaggio che non sembra sempre adatto agli anni in cui si svolge la storia.

Durata totale della lettura: Quattro giorni
Bevanda consigliata: Decaf
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni


"Che non dovremmo vergognarci delle nostre origini, e dovremmo unirci tutti, neri e di colore, per sconfiggere i pregiudizi. ."

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio


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