venerdì 29 aprile 2022

Recensione: Il cane di Falcone

  

Il cane di Falcone
di Dario Levantino

Editore: Fazi Editore
Prezzo Cartaceo: €12,00 
Prezzo e-book: €6,99
Pagine: 208

La storia di un’amicizia speciale tra un cane randagio e il magistrato palermitano.
Un romanzo edificante sul valore del coraggio e la forza delle idee che sopravvivono alla morte.
Un libro sulla mafia e la figura di Falcone, viste però con gli occhi di un cane.

Un cucciolo orfano di madre viene raccolto e accudito da un uomo. Quell’uomo è Giovanni Falcone, magistrato impegnato a contrastare la mafia nella Palermo insanguinata degli anni Ottanta. Uccio, più volte scampato alla morte, ha maturato un senso di giustizia che lo spinge a impegnarsi contro la malavita. Ma una notte, mentre si esercita ad affinare il suo latrato, da un palazzo lì vicino scende Giovanni Falcone, che lo accarezza e che, malgrado non possa portarlo a casa, lo accoglie amorevolmente nell’atrio del tribunale di Palermo, dove opera con il suo pool antimafia. Da quel momento, mentre si susseguono i tristi delitti di mafia, tra cane e padrone si instaura un’intensa amicizia, che verrà stroncata solo dal brutale omicidio del magistrato. Alla fine, vecchio e con le ultime forze, Uccio prende dimora nell’atrio del tribunale di Palermo per vegliare la statua del giudice presa di mira dai teppisti, mettendo in atto così la lezione più importante appresa da Falcone: il coraggio.
Nel trentennale della strage di Capaci, un racconto commovente e delicato che, con leggerezza e senza toni retorici, affronta un tema difficile e una delle pagine più buie della nostra Storia dimostrando che l’amore e il senso di giustizia possono trionfare su qualsiasi forma di violenza e sopraffazione.


Dire che ho adorato questo libro è poco. Credo che sia uno dei più bei libri che ho letto ultimamente.
La storia della mafia, di Cosa Nostra, del giudice Falcone che la combatte con tutto se stesso raccontata dagli occhi di Uccio, un bastardino randagio che Falcone salva dalla strada e da una fine certa in canile.
Mi ha colpito subito la copertina e la storia di per sè, non avevo mai letto un libro “scritto” da un cane: è infatti proprio Uccio a raccontare la sua storia decidendo di scrivere un romanzo.
La storia di Falcone e Borsellino la conosciamo tutti, e tutti ne conosciamo il triste epilogo. Ho trovato assolutamente originale ed emozionante la visione del tutto dal punto di vista di un cucciolo, terrorizzato dai bastoni, che ha visto in Falcone, l'uomo che lo ha salvato, suo padre.
Diciamo sempre che ai cani manca solo la parola: è la verità e Dario Levantino non avrebbe potuto umanizzare Uccio in un modo migliore.

Carico di sentimenti, di emozione, racconta la storia di un uomo che ha cambiato il nostro mondo, il mondo di Uccio, che è stato un eroe, un eroe speciale soprattutto per Uccio. Già, Uccio che aveva la capacità di “sentire” prima quello che sarebbe successo, molto più degli altri cani: lui sentiva le bombe prima che esplodessero. E Il giudice lo aveva capito che era speciale.

Un finale speciale e commovente, in cui Uccio, capisce e fa sua una delle frasi più famose di Giovanni Falcone “L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, è incoscienza.” Anche Uccio alla fine è stato un eroe, ed è da personaggi di questo calibro che tutti dovremmo prendere esempio.

Un perfetto intreccio tra realtà e fantasia, tra comicità, serietà e tristezza.
Assolutamente consigliato, lo rileggerei altre mille volte e probabilmente mi commuoverei ogni volta di più per il coraggio di Falcone e Borsellino, e degli uomini che hanno lottato insieme a loro, e per la storia speciale di Uccio.

Leggetelo, leggetelo tante volte e assaporatene tutte le emozioni.

Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata: Thè Freddo al Limone
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 10 anni


      "Era così la mafia, un esperto avversario a scacchi, un nemico così arduo da non commettere alcun passo falso, ma avvelenato da una contraddizione: il potere. Tutte le famiglie aspiravano a esercitarlo, nessuno lo voleva subire.


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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