mercoledì 12 gennaio 2022

Recensione: Darius, va tutto bene (forse)



 Darius, va tutto bene (forse)

 di Adib Khorram

 Editore: Rizzoli
 Prezzo cartaceo: € 17,00
Pagine: 352
Titolo originale: 
Darius the Great Is Not Okay

 Darius Kellner ha sedici anni, vive a Portland ed è mezzo persiano da parte di madre, ma sa più il klingon di Star Trek che il farsi, e conosce meglio le usanze degli Hobbit che quelle persiane. Ora, il suo primo viaggio in Iran sta per rivoluzionargli la vita. Darius non è esattamente quello che si dice un ragazzo popolare a scuola: farsi accettare per quello che è non è mai stato semplice ed è convinto che in Iran sarà lo stesso. Ma quando abbraccia per la prima volta la nonna e incontra Sohrab, il ragazzo della porta accanto, tutto cambia. I due cominciano a trascorrere insieme le giornate giocando a calcio, mangiando faludeh e parlando per ore su un tetto, il loro posto segreto con vista sulla città di Yazd. Sohrab e la sua famiglia persiana lo chiamano ­Dariush, e lui non si è mai sentito se stesso come in quel momento: per la prima volta nella vita sente che forse, forse, le cose dopotutto potrebbero davvero andare bene per lui…




Questa lettura l'ho iniziata con uno slancio moderato, abituata a un diverso tipo di letture, fantasy principalmente, non mi sentivo pienamente pronta per affrontare un libro come questo più attuale e realistico, eppure mi sono dovuta ricredere, è incredibile quanto rinfrescante e pungente possa essere la normalità.
Darius, infatti, è un ragazzo giovane, con mamma persiana e padre americano, con diverse problematiche alcune molto comuni per la sua età, come l'insicurezza, l'essere preso di mira e bullizzato a scuola e diciamo che proprio per questo suo essere non omologato alla massa e per le difficoltà che deve spesso fronteggiare per il lettore è molto semplice connettere con il suo personaggio e riconoscersi in alcune delle varie sfaccettature che l'autore vuole mostrarci dando voce ad ogni suo pensiero.
La vita di Darius prende una piega inaspettata quando si reca a visitare la sua famiglia in Iran per la prima volta ed è proprio che durante questo viaggio che il racconto e Darius stesso sbocciano inebriando il lettore con i profumi e i colori della stupenda cultura persiana e incuriosendolo con le varie nuove possibilità che si presentano nella vita del protagonista. Il viaggio assume un valore completamente nuovo per Darius, non è solo la scoperta di un nuovo paese e di quelle origini poco prese in considerazione prima e l'entusiasmo che deriva, ma è anche il ritrovamento di se stesso e della sua propria identità. Quelle nuove consapevolezze che nascono dai gesti più semplici diventano per lui piccoli passi essenziali per trovare la vera via di uscita dal tunnel della depressione che lo ha sempre tormentato e quell'armonia familiare che ormai era completamente sbiadita.
La narrazione è scorrevole e in certi momenti ironica e ho adorato l'ambientazione persiana, poco diffusa ma che trovo sempre estremamente affascinante e che a fine lettura sono andata a ricercare ancora. Il percorso di Darius carico di messaggi e valori importanti alla fine mi ha personalmente toccato nel profondo, il libro è uno di quelli che in punta di piedi riesce a colpire nel punto giusto lasciando il suo segno e la mente tende a ritornare spesso tra quelle pagine, tra le vie di Yazd e nei pensieri di Darius che sono sicura mi faranno compagnia per un po'. 

Durata totale della lettura: Tre giorni
Bevanda consigliata: Faludeh
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: Dai 14 anni
Sito dell'autore: Adib Khorram
"Va tutto bene...(forse)"


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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