di Valentina D'Urbano Editore: Mondadori Prezzo Cartaceo: € 19,00 Prezzo eBook: € 9,99 Pagine: 372 Celeste e Nadir non sono fratelli, non sono nemmeno parenti, non hanno una goccia di sangue in comune, eppure sono i due punti estremi di un’equazione che li lega indissolubilmente. A tenerli uniti è Pietro, fratello dell’una da parte di padre e dell’altro da parte di madre. Pietro, più grande di loro di quasi dieci anni, si divide tra le due famiglie ed entrambi i fratellini stravedono per lui. Celeste è con lui quando cade per la prima volta e, con un innocuo saltello dallo scivolo, si frattura un piede. Pochi mesi dopo è la volta di due dita, e poi di un polso. A otto anni scopre così di avere una rara malattia genetica che rende le sue ossa fragili come vetro: un piccolo urto, uno spigolo, persino un abbraccio troppo stretto sono sufficienti a spezzarla. Ma a sconvolgere la sua infanzia sta per arrivare una seconda calamità: l’incontro con Nadir, il fratello di suo fratello, che finora per lei è stato solo un nome, uno sconosciuto. Nadir è brutto, ruvido, indomabile, ha durezze che sembrano fatte apposta per ferirla. Tra i due bambini si scatena una gelosia feroce, una gara selvaggia per conquistare l’amore del fratello, che preso com’è dai suoi studi e dalla politica riserva loro un affetto distratto. Celeste capisce subito che Nadir è una minaccia, ma non può immaginare che quell’ostilità, crescendo, si trasformerà in una strana forma di attrazione e dipendenza reciproca, un legame vischioso e inconfessabile che dominerà le loro vite per i venticinque anni successivi. E quando Pietro, il loro primo amore, l’asse attorno a cui le loro vite continuano a ruotare, parte per uno dei suoi viaggi in Siria e scompare, la precaria architettura del loro rapporto rischia di crollare una volta per tutte. Al suo settimo romanzo, Valentina D’Urbano si conferma un talento purissimo e plastico, capace di calare i suoi personaggi in un’attualità complessa e contraddittoria, di indagare la fragilità e la resilienza dei corpi e l’invincibilità di certi legami, talmente speciali e clandestini da sfuggire a ogni definizione. Come quello tra Celeste e Nadir, che per la lingua italiana non sono niente, eppure in questa storia sono tutto. |
I libri di Valentina D'Urbano scatenano emozioni contrapposte. Li vorresti leggere tutti d'un fiato, finirli in una sola notte tenendo una piccola e soffusa luce accesa, e allo stesso tempo farli durare per mesi, perché già sai che quando arriverai all'ultima pagina, ti mancheranno personaggi e atmosfera, difficilissimi da ritrovare in altre letture.
Dopo l'ultimo romanzo, Isola di Neve, l'attesa per il nuovo titolo era altissima - e ora è altissima quella per il libro che verrà - ma è stata ben ripagata.
Tre gocce d'acqua è un viaggio nei sentimenti e nei legami, quelli più forti e al contempo più intricati che tengono le persone attaccate per sempre e, soprattutto, nonostante tutto. È questo quello che lega Celeste con Pietro - fratello di sangue, e Nadir - fratello di Pietro ma non di Celeste, eppure è come se lo fossero tutti e tre. A narrare la loro crescita, prima vita adulta, problemi e decisioni intraprese, la splendida voce di Celeste che subita porta il lettore nella sua mente, nei suoi occhi, nel suo essere fragile per colpa della malattia alle ossa che la perseguita da appena nata, ma anche nella sua forza di affrontare ciò che il mondo le riserva. Diventa naturale amare e odiare come lei Pietro e Nadir, figure contrapposte e unite fedelmente.
Avventure - tantissime -, traguardi, difficoltà, amori, finzioni e tragedie. Questo quello che succede negli oltre 30 anni in cui si snoda il romanzo. A far da sfondo alle vicende della famiglia allargata, l'attualità più recente, quella dei naufragi nel Mediterraneo in cerca di nuova vita, della guerra in Siria e della voglia di chi è nato e cresciuto nella parte giusta del mondo di dare una mano. La bravura della D'Urbano è tale che anche queste incursioni reali fanno capolino nella finzione della storia di Tre gocce d'acqua non dà fastidio, non stranisce, non si desidera scappare velocemente per tornare a immergersi nella gioventù spensierata delle tre anime protagoniste.
Una storia bellissima e struggente che, anche volendo, non riesce a durare sul comodino più di qualche giorno tanta è la voglia di vivere quello che Celeste, Pietro e Nadir vivono. La penna di Valentina è tagliente, scava nelle emozioni eppure è anche dolce e carezzevole, capace di mostrare le molteplici sfaccettature dell'amore. Per tutti coloro che hanno la fortuna di non aver ancora scoperto questa meravigliosa autrice ci sono tanti libri da recuperare; per chi è già arrivato alla fine dell'ultima pagina non c'è che l'attesa per la prossima storia.
Durata totale della lettura: 5 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: caffé Formato consigliato: e-book
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
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