Il quaderno delle parole perdutedi Pip Williams Prezzo Cartaceo: €17,90 Pagine: 432 Titolo originale: The Dictionary of Lost Words
Oxford. Lo Scriptorium nel giardino segreto è il luogo preferito della piccola Esme. Lì, nascosta sotto un immenso tavolo di legno, ruba parole scritte su bianchi fogli. Parole che il padre lessicografo scarta mentre redige il primo dizionario universale. Più Esme cresce, più capisce che le definizioni che non compariranno nel lemmario ufficiale hanno qualcosa in comune: parlano delle donne, del loro modo di essere, delle loro esperienze. Parlano della sorellanza, dell’amore che non è solo possesso, dell’essere compagne in una lotta comune. Escluderle significa non dar loro una voce, guardare il mondo da un unico punto di vista, soffocare possibilità e speranze. Eppure c’è chi fa di tutto per farle scomparire per sempre. Anni dopo, Esme è determinata a fare in modo che questo non accada. Per tutta la vita ha collezionato quelle parole con l’intenzione di proteggerle, perché ha un sogno: scrivere un dizionario delle donne, che restituisca a ciò che è andato perduto il rispetto che merita. Per farlo deve combattere contro chi non la pensa come lei. Ma a darle coraggio ci sono tutte le donne che da secoli non aspettano altro che far parte della storia e non essere dimenticate.
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Appena ho letto la trama di questo romanzo, mi sono innamorata e ho voluto leggerlo.
L'idea alla base è bellissima, quali sono le parole che sono entrate ai tempi nel Dizionario di Oxford e perché? Se solo le parole scritte venivano selezionate e la maggior parte degli scrittori era allora di sesso maschile , che fine facevamo le parole delle donne, dei poveri, di coloro considerati non a quel "livello"?
Esme è una bimba a inizio romanzo, la figlia proprio di uno di quelli che sceglie le parole adatte in questa specie di ufficetto creato in un giardino, lo Scriptorium. Lei si nasconde sotto la scrivania del padre ed è così innamorata delle parole che quando ne cade una non sempre la restituisce al padre ma la tiene nascosta. Crescendo quella passione per la parola non le passa e anche senza poter studiare, si trasforma on una lessicografa lei stessa. Ma perché non può studiare? Perché siamo a inizio 1900 e le donne non possono studiare e tantomeno votare, proprio nel 1903 Emmeline Pankhurst fonda la WSPU tra le cui suffragette c'è proprio Tilda, un'amica di Esme.
Quest'ultima nel frattempo cresce, scopre il mondo e le sue difficoltà, osservando Lizzie la fidatissima maid impara a valutare i sentimenti degli altri oltre ai suoi e continua a lavorare perlo Scriptorium da una parte e a collezionare parole "censurate" dall'altra.
Sarà solo quando conoscerà il tipografo che stampa davvero le parole che quest'ultime inizieranno ad avere un significato per più persone e non solo per lei.
Il libro ci fa riflettere su come nella storia le parole e soprattutto le opinioni delle donne non siano state prese in considerazione quanto quelle degli uomini. I personaggi sono perfettamente descritti, reali, profondi, alcuni sono davvero affascinanti. La storia che è vera è stata approfondita e sono evidenti le ricerche dell'autrice. L'unico punto negativo è la lentezza del romanzo che alle volte fa distrarre e viene a risultare un po' noioso.
Comunque lo consiglio perché è davvero interessante conoscere le modalità di creazione di un dizionario.
Durata totale della lettura: 5 giorni
Bevanda consigliata: English tea
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: Dai 15 anni
"Non è la carta che colleziono, Lizzie, sono le parole."
Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
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