giovedì 17 giugno 2021

Recensione: La Lunga Notte di Parigi

       

La lunga notte di Parigi
di Ruth Druart

Editore: Garzanti
Prezzo Cartaceo: € 17,90
Prezzo ebook: € 9,99
Pagine: 432
Titolo originale: While Paris slept


È una lunga notte a Parigi. La città dorme quando si ode un sussurro gridato. Un sussurro che dice addio. Potrebbe sembrare la fine di una storia, invece è solo l'inizio. Jean-Luc stringe tra le braccia il piccolo Sam, che la madre, con il dolore nel cuore, gli affida ancora neonato per salvarlo da un infausto destino. Siamo nel 1944 e Jean-Luc, che lavora per le ferrovie francesi, sa che i treni in partenza da Parigi hanno come unica destinazione i campi di sterminio tedeschi.
Ha anche provato a sabotare alcuni convogli, ma senza successo. Per questo accetta di prendere con sé Sam: non ha potuto salvare altri bambini, salverà lui.
Ma Jean-Luc sa che restare in città è troppo pericoloso. Il nemico è ovunque. Deve scappare dove esiste ancora una possibilità di essere liberi, quindi decide di partire con la moglie e il piccolo per l'America. Insieme costruiranno una famiglia. Perché così si sentono anno dopo anno.
Fino a quando, un giorno, qualcuno bussa alla loro porta. I genitori di Sam sono sopravvissuti, lo hanno cercato senza sosta per anni e ora vogliono riabbracciarlo. Una madre e l'uomo che ha salvato suo figlio si trovano per anni e ora vogliono riabbracciarlo. Una madre e l'uomo che ha salvato suo figlio si trovano uno di fronte all'altra. Ma il confine tra giusto e sbagliato, tra legami di sangue e legami di affetto è labile come l'ultima luce che indora la Senna sul far della sera. Un esordio venduto in 25 paesi che dalla stampa è stato definito un libro essenziale. Un romanzo che invita a non dimenticare gli orrori del nazismo, le scelte sofferte, le famiglie distrutte dalla guerra e dalla violenza degli uomini. Un romanzo che, all'ombra di una delle città più affascinanti al mondo, racconta un'atroce pagina della storia mondiale. Un romanzo che, dietro la magia di un affetto sincero, dà voce a una verità che cambia ogni cosa. Perché quando il mondo è capovolto, anche un gesto d'amore può avere conseguenze imprevedibili.



Questa è una storia che fa riflettere. Scritta per non dimenticare. Ho letto molto sulla Seconda Guerra Mondiale, sugli orrori perpetrati da parte dei nazisti, sia le testimonianze dei sopravvissuti, sia i romanzi storici che, basandosi sulla documentazione a disposizione, riportano le storie di chi quel periodo l'ha vissuto, da entrambe le parti.
Ruth Druart ha deciso di narrare, attraverso personaggi di fantasia, ma basandosi su fatti realmente accaduti, la storia di due famiglie che si sono incontrate in circostanze terribili e il legame che le unisce all'unico figlio, di sangue da un lato, d'amore dall'altro.
Jean-Luc e Charlotte sono francesi, lui di umili origini ha sempre lavorato per le Ferrovie Francesi, lei di famiglia benestante frequenta l'università. Durante l'occupazione di Parigi da parte dei tedeschi, Jean-Luc si ritrova a lavorare per i tedeschi, i boches. Pur sentendosi frustrato e impotente e non voglia continuare a lavorare agli ordini del regime, mantiene la promessa fatta al padre, deportato in un campo di lavoro in Germania, di proteggere la madre. Charlotte lavora in un ospedale tedesco e a sua volta si sente quasi una traditrice, ma si dice che prendersi cura delle persone come infermiera è comunque meglio che restarsene con le mani in mano.
Jean-Luc lavora alla manutenzione della stazione di Bobigny vicina al campo di Drancy, dove sono internati gli ebrei catturati dai tedeschi, uomini, donne e bambini che ogni giorno, la mattina presto vengono caricati sui carri bestiame e a migliaia portati verso est, verso Auschwitz. Ma nessuno è cosciente di quello che sta succedendo veramente, ci sono sospetti e voci, ma nessuno può immaginare l'orrore cui vanno incontro quelle persone.
Una mattina Jean-Luc, mentre sta lavorando, viene avvicinato da una donna che, nel fiume di persone che sta per salire su uno dei treni, gli porge un fagotto caldo e morbido, è un neonato. Lo prega, lo scongiura di prendersi cura di lui e di salvarlo. Da lì inizia la lotta di Jean-Luc per salvare il bimbo e insieme a Charlotte decide di fuggire e di andare in America. Non sarà facile ma ce la faranno. La donna che gli ha affidato il neonato, Sarah, e suo marito, David, vengono deportati ad Auschwitz e vi rimangono fino a quando il campo non viene evacuato, salvandosi.
Nel frattempo Sam, il loro bimbo, è cresciuto con Jean-Luc e Charlotte a Santa Cruz e ha ormai 9 anni. Sono una famiglia felice, adottata e amata nel paese che li ha accolti e fanno parte di una comunità molto affiatata.
Non hanno voluto insegnare a Sam il francese, affinché si integrasse completamente e si sentisse americano. E perché temevano che si scoprisse che non era il loro vero figlio.
Ma un giorno, nel 1953, qualcuno bussa alla loro porta: è arrivato il momento della verità. Sarah e David, sono riusciti finalmente a rintracciare Sam e vogliono riabbracciarlo e portarlo in Francia nella sua vera famiglia.
Una storia molto bella, raccontata dai diversi punti di vista dei protagonisti, andando avanti e indietro nel tempo, nel 1944 e nel 1953. Ognuno da voce alla propria esperienza, così è possibile capire fino in fondo il pensiero, le emozioni, la sofferenza e la gioia di tutti loro.
Si vede che l'autrice si è documentata in quanto le descrizioni e gli avvenimenti sono molto realistici. L'atmosfera di una Parigi occupata dai nazisti, l'esperienza all'interno del lager. L'ho letto in pochi giorni perché non riuscivo a staccarmi da Sarah, Charlotte, David, Jean-Luc e Sam. Volevo capire cosa sarebbe successo, come si sarebbe conclusa quest'avventura dolorosa ma anche fonte di tanto amore, quello che lega indissolubilmente un figlio ai propri genitori, quelli naturali e quelli che lo hanno cresciuto con amore. Ed è stato un epilogo magistrale.

Durata totale della lettura: tre giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: caffè con panna e cannella
Formato consigliato: ebook
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autrice: Ruth Druart


      "Cosa farebbe una madre per il proprio figlio."





Si ringrazia la Casa Editrice per la copia omaggio.

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