giovedì 13 maggio 2021

Recensione: Quello che non sai


Quello che non sai
di Susy Galluzzo

Editrice: Fazi
Prezzo cartaceo: € 16,00
Prezzo Ebook: € 9,99
Pagine: 268
Genere: Narrativa moderna

Cosa succede quando non si ha più voglia di essere una madre?
Cosa può fare una donna stretta tra gli obblighi familiari e la sua vita di prima?
Michela, detta Ella, ha passato gli ultimi anni a crescere la figlia Ilaria, dedicandosi a lei in ogni momento anche a scapito del suo lavoro di medico e del rapporto con il marito Aurelio. Ella conosce tutte le manie e le ansie di Ilaria, sa quanto è brava a tennis ma anche quanto le è difficile concentrarsi a scuola. Dopo un allenamento, Ilaria si distrae guardando il cellulare, ferma in mezzo alla strada, mentre una macchina avanza veloce verso di lei. Ella non fa niente per avvisarla: rimane immobile a osservare la figlia che, salva per un soffio, se ne accorge. In quell’istante, inevitabilmente, tra loro si rompe qualcosa. Ella così inizia a sfogarsi scrivendo un diario rivolto alla propria madre, morta quindici anni prima: pagina dopo pagina, racconta delle crepe che si allargano fino a incrinare in modo irreversibile i delicati equilibri familiari, si addentra nei propri ricordi per riportare a galla vecchi e nuovi conflitti, rimpianti e sensi di colpa, per trovare infine la forza di affrontare la verità e ricominciare. Viaggio negli equilibri precari di una famiglia all’apparenza perfetta, Quello che non sai è un romanzo sulla maternità e sul timore di non essere mai all’altezza. Attraverso la storia di un distacco necessario, narrata in un crescendo di sentimenti contrastanti, l’autrice inscena il fallimento personale della protagonista cambiando continuamente prospettiva in un gioco psicologico complesso e molto appassionante.
Un libro intenso che affronta un tema tabù con grande abilità e coraggio meditando in maniera profonda sul lato oscuro che è in ognuno di noi e su quello che una donna non confesserebbe mai, neppure a se stessa.

«Ho una figlia. Sei sorpresa, vero?
Eri così contrariata dalla mia scelta
di non avere figli per via della carriera.
Dicevi che era una decisione di Aurelio, non mia.
Già, sono madre anch’io. E tu sei nonna. Contenta?
Si chiama Ilaria, ha tredici anni, compiuti a marzo.
È la mia vita.
E anche la mia morte».






Michela era una dottoressa, molto dotata che ha lasciato per sempre la professione dopo la morte della madre. Ed a lei che Michela, detta Ella, scrive un fiume di parole: le racconta della sua vita, del suo essere madre, di quanto questa situazione sia una benedizione ma al contempo una condanna a morte. Ella ha dedicato la sua intera vita ad Ilaria e così facendo si è spenta, lentamente, senza quasi rendersene conto ha messo da parte i suoi sentimenti, il suo essere donna e i suoi desideri. Il rapporto con Ilaria non è facile, ha tredici anni ed è nel pieno della preadolescenza, ma non è questo il punto, Ilaria ha dei problemi che suo padre, il padre perfetto come lo identifica Ella, noto chirurgo non vuole vedere incolpando sua moglie degli scatti d'ira di sua figlia. Susy Galluzzo con questo romanzo ha fatto luce su un grande tabù, quello della maternità non idilliaca, non fatta di amore sconfinato ma costellata di sofferenza, di pianti e di rimpianti. Ella scrive tutto a sua madre, una madre modella che lei non è mai riuscita ad eguagliare. Non è facile ammettere di non provare sempre amore per tua figlia, non è facile ammettere di sentirsi sconfitti, di sentirsi annullati. Ella ha scelto di dedicarsi a sua figlia ma così facendo ha represso i suoi stessi sentimenti e così facendo ha iniziato a provare odio, frustrazione, per quella condizione di prigionia nella quale lei stessa di è confinata. Ho trovato davvero molto bello e soprattutto intenso questo romanzo, da madre posso dire che non è mai facile dedicarsi ad altro essere umano che vuole da te sempre di più, che richiede attenzioni e amore costante. A fine giornata ci si sente sempre inadeguati e soprattutto prosciugati, non si ha tempo di coccolarsi, di guardarsi allo specchio per più di due secondi e piano piano si diventa una copia sfuocata di quella che si era prima. Perchè è così c'era un prima. Ed Ella lo sta cercando. Disperatamente.


Durata totale della lettura: tre giorni
Bevanda consigliata: tè alla menta
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni


"Essere madre è un dono. Ma può essere anche la fine di noi stesse."

    
                                

                                         Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio.

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