La principessa ballerina di Stefania Colombo
Editore: Morellini
Editore Prezzo Cartaceo: €14,90 Pagine: 144
Il testo intreccia due storie, quella di una
nave e quella di un bambino che diventa uomo. Sul piroscafo Principessa
Mafalda si sono imbarcate alcune tra le più grandi personalità del tempo, da Luigi
Pirandello a Guglielmo Marconi, ma la sua leggenda ha inizio già un anno
prima della sua nascita, quando la nave gemella, Principessa Jolanda, affonda
proprio al momento del varo. E si perpetua anche in seguito, con il naufragio
del Mafalda stesso nel 1927. Ad accompagnare la vicenda del piroscafo c’è
Menico, figlio di uno dei capisquadra dei cantieri navali di Riva Trigoso.
Tra ribellioni, innamoramenti e momenti di crescita, Menico e Mafalda
riportano in vita un’epoca non molto lontana, in cui l’esistenza dell’uomo e
quella del piroscafo si incontrano nel momento in cui Menico si imbarca sul
Mafalda, nel corso dell’ultimo viaggio prima del naufragio del 1927. Due
storie universali, capaci di parlare di un’Italia che non c’è più e di
un’umanità che non si smette mai di cercare, qui o altrove.
|
Il Novecento. Un secolo pieno di personaggi
illustri, importanti, che hanno cambiato il corso della storia. Ma anche di
persone comuni senza le quali probabilmente non sarebbero accadute molte cose;
persone comuni come Luigi Ferrari, caposquadra dei cantieri navali a Riva
Trigoso, vicino Sestri Levante; persone comuni come Menico, figlio di Luigi; persone
comuni come tutti i soldati andati in guerra per difendere la propria patria. Il
Novecento è il secolo dei grandi eventi, delle grandi scoperte, della cultura
letteraria, del telegrafo, protagonista di questo racconto, presente fino alla
fine. E di grandi eventi sono stati testimoni anche Luigi
e Menico, due eventi collegati da un filo sottile: l’inabissamento della Principessa
Jolanda, al momento del varo e, molti anni dopo, il naufragio della sua
gemella, la Principessa Mafalda, in mezzo all’Oceano Atlantico.
Menico, perché al suo nome Domenico si è sempre
ribellato, come si è sempre ribellato a tutto ciò che non era giusto e a tutti
coloro che non lo capivano. Ha detto no al fascismo e a chi non capiva che non
c’era nulla di buono, anche ai poeti che fino a qualche tempo prima ammirava,
come Ungaretti. Perché Menico a qualcosa sì lo diceva, e il suo più grande sì
era la letteratura, la poesia.
Ma Menico dovrà aspettare per diventare un poeta,
perché non si può essere un poeta senza prima diventare un uomo: ed è imbarcandosi
sul Mafalda che Menico crede di diventare un uomo vero, un uomo vero che potrà
anche sposare la sua amata Elise, la mademoiselle conosciuta l’estate prima del
suo imbarco sul piroscafo.
Questo racconto ha davvero tantissimi punti di forza,
oltre alla trama che intaglia e racconta spaccati di secolo e di eventi che
spesso sono dimenticati, o sconosciuti o sovrastati da eventi più famosi. Ma quello
che davvero mi ha colpita è la scrittura: questo misto di prosa e poesia, con
in mezzo poesie di grandissimi autori come Ungaretti e Montale, attraverso i
quali l’autrice descrive momenti che non avrebbero potuto essere descritti con
parole migliori, attraverso ai quali fa comprendere a Menico come funziona
davvero il mondo.
Un pathos sempre in salita, che culmina in un
finale commovente.
Assolutamente da leggere!
Durata totale della lettura: Un giorno
Bevanda consigliata: Tè caldo
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni
" Senza
parole è più facile far scomparire il tempo: un
tempo non esiste se non si può raccontare. "
Si ringrazia la casa
editrice per la copia omaggio
Nessun commento:
Posta un commento
Commenta e condividi con noi la tua opinione!