mercoledì 10 marzo 2021

Recensione: Il predatore di anime

 


Il predatore di anime
di Vito Franchini

Editore:  Giunti
Prezzo cartaceo: 16,90 €
Prezzo ebook: 10,99 €
Pagine: 396


Giovane e determinata, Sabina, commissario di polizia a Roma, si trova a destreggiarsi tra la tormentata passione per un PM sposato e un caso di omicidio-suicidio tra coniugi che non sembra rivelare troppe sorprese. Finché i sospetti non ricadono su un uomo con cui entrambe le vittime hanno avuto contatti il giorno della morte: il misterioso Nardo Baggio, operatore Shiatsu. Profondamente colpita da questa figura ambigua e magnetica, Sabina scoprirà di lì a poco la sua reale attività: dare supporto alle vittime di stalking, soprattutto coloro che le istituzioni non riescono a tutelare. La poliziotta non si aspetta certo di dover ricorrere lei stessa al suo aiuto: nel frattempo qualcuno ha iniziato a perseguitarla, in maniera subdola e cruenta. Che si tratti del PM con cui ha chiuso bruscamente la relazione? Rimossa dal suo incarico, Sabina diventa ben presto complice e amica di Nardo, arrivando ad affiancarlo nella sua attività. Così toccherà con mano la scaltrezza con cui l’uomo, basandosi su studi antropologici, domina la mente di vittime e carnefici, con metodi tutt’altro che convenzionali in grado di assicurare un’efficacia che un poliziotto, imbrigliato nelle disfunzioni del sistema, non può nemmeno sognare. Ma è giusto fidarsi di questo predatore di anime? Sabina rappresenta la legge, Nardo la viola, sistematicamente, in nome della giustizia. Sabina si fa guidare dai sentimenti, Nardo invece non crede alle passioni né all’amore, spiega tutto alla luce di istinti millenari che ancora ci legano ai comportamenti delle scimmie, degli umanoidi che siamo stati e che, secondo lui, ancora, in gran parte, siamo. Che cosa siamo noi veramente? Creature che uccidono per passione o scimmie nude schiave di un determinismo cieco? In un finale che lascia senza fiato, la poliziotta sarà obbligata a decidere definitivamente da che parte schierarsi.





"Brutta storia, dottoressa. Un omicidio-suicidio, apparentemente."
Poche parole, pronunciate dall'agente di turno alla poliziotta Sabina Mondello. Il Questore la vuole sulla scena di questo crimine che si è consumato in una notte di agosto. Una brutta storia, esattamente come diceva l'agente: le vittime sono i coniugi Brugli, marito e moglie, delle persone comuni - se non fosse che un paio di anni prima lei aveva presentato denuncia per stalking proprio nei confronti del marito.
Nell'appartamento dove si è consumato il delitto, la scena non è delle migliori. Ci sono alcune cose che sembrano stonare un po' - la dinamica del delitto, che gli agenti sulla scena commentano con un "mai vista una cosa del genere" ma senza essere dall'inizio particolarmente preoccupati; il bossolo che non si trova, ma che potrebbe essere finito chissà dove e sarà sicuramente la Scientifica a trovarlo. La pistola era regolarmente detenuta dal marito, ex portavalori. A chiamare la polizia era stata la vicina quando ha sentito un rumore di spari. Racconta che in passato la moglie si era trovata un altro e il marito l'aveva pedinata, c'erano state urla e minacce.... che la coppia sembrava essersi riconciliata di recente. Sembrava, appunto.
Però la Scientifica quel bossolo non lo trova. E manca anche il telefono della moglie - magari è stato lasciato in palestra, dove andava tutte le sere, ma non salta fuori da nessuna parte. Non si può chiudere il caso, che viene seguito dal PM di turno, Roberto Placido: uomo sposato e con figli ma con cui Sabina ha una relazione clandestina da un po' di tempo.
Ed ecco che salta fuori un nome nel corso di questa indagine: Nardo Baggio, operatore Shiatzu. Ma presto Sabina capirà che Nardo è ben più di un operatore olistico, che come lei combatte una battaglia molto importante ma che, al contrario di lei, non opera in rappresentanza della legge.
E qui mi fermo e mi taccio, perché non mi sembra giusto rivelarvi più di quanto già potete scoprire dalla lettura della quarta di copertina. Siamo di fronte ad un romanzo decisamente interessante, caratterizzato non solo dal fatto che il personaggio di Nardo rimane particolarmente impresso nella mente del lettore. C'è un secondo elemento che regala una marcia in più a questo romanzo: il racconto delle indagini. Si nota fin dalle prime pagine che l'autore conosce bene l'ambito giudiziario, sa di cosa parla e riesce a descriverlo con una dovizia di dettagli tecnici che non appesantiscono il racconto ma donano una patina di veridicità alla trama che è raro ritrovare in altri romanzi.
Il terzo elemento che rende questo romanzo speciale, è il fatto che sollevi delle domande interessanti, a cui noi stessi siamo spinti a trovare, in qualche modo, delle risposte. E sapete che vi dico: i libri che riescono al contempo ad intrattenervi con un bella trama e a farvi riflettere sono rari, non fateveli scappare.

Durata totale della lettura: Tre giorni
Bevanda consigliata:  The nero
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autore: Vito Franchini 


"Brutta storia, dottoressa. Un omicidio-suicidio, apparentemente."

                                             Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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