mercoledì 6 gennaio 2021

Recensione: L'appello

L'appello

di Alessandro D'Avenia

Editore: Mondadori
Prezzo Cartaceo: € 20,00
Prezzo ebook: € 9,99
Pagine: 348

E se l’appello non fosse un semplice elenco? Se pronunciare un nome significasse far esistere un po’ di più chi lo porta? Allora la risposta “presente!” conterrebbe il segreto per un’adesione coraggiosa alla vita. Questa è la scuola che Omero Romeo sogna.
Quarantacinque anni, gli occhiali da sole sempre sul naso, Omero viene chiamato come supplente di Scienze in una classe che affronterà gli esami di maturità. Una classe-ghetto, in cui sono stati confinati i casi disperati della scuola. La sfida sembra impossibile per lui, che è diventato cieco e non sa se sarà mai più capace di insegnare, e forse persino di vivere. Non potendo vedere i volti degli alunni, inventa un nuovo modo di fare l’appello, convinto che per salvare il mondo occorra salvare ogni nome, anche se a portarlo sono una ragazza che nasconde una ferita inconfessabile, un rapper che vive in una casa famiglia, un nerd che entra in contatto con gli altri solo da dietro uno schermo, una figlia abbandonata, un aspirante pugile che sogna di diventare come Rocky… Nessuno li vedeva, eppure il professore che non ci vede ce la fa.

A dieci anni dalla rivelazione di Bianca come il latte, rossa come il sangue, Alessandro D’Avenia torna a raccontare la scuola come solo chi ci vive dentro può fare. E nella vicenda di Omero e dei suoi ragazzi distilla l’essenza del rapporto tra maestro e discepolo, una relazione dinamica in cui entrambi insegnano e imparano, disponibili a mettersi in gioco e a guardare il mondo con occhi nuovi. È l’inizio di una rivoluzione?
L’Appello è un romanzo dirompente che, attingendo a forme letterarie e linguaggi diversi – dalla rappresentazione scenica alla meditazione filosofica, dal diario all’allegoria politico-sociale e alla storia di formazione -, racconta di una classe che da accozzaglia di strumenti isolati diventa un’orchestra diretta da un maestro cieco. Proprio lui, costretto ad accogliere le voci stonate del mondo, scoprirà che sono tutte legate da un unico respiro.





C’è sempre una certa trepidazione quando D’Avenia annuncia l’arrivo di una sua nuova opera. Cose che nessuno sa, Bianca come il latte, rossa come il sangue e lo splendido Ciò che inferno non è sono alcune delle letture più belle fatte negli ultimi anni e che hanno accompagnato la sottoscritta nel passaggio da vita da studentessa a quella di lavoratrice e nell’età adulta. Ero certa che anche L’appello non mi avrebbe deluso eppure… dopo solo qualche capitolo l’entusiasmo è lentamente scemato. Il mondo della scuola – al centro della narrazione attraverso le storie del professore di scienze cieco Omero Romeo e quelle dei suoi alunni, una classe di certo non facile – viene trattato in maniera stereotipata e condensando tutte le difficoltà, i problemi e gli attriti che un istituto superiore piò incontrare in anni e anni. 

L’escamotage dell’appello – che poi dà il nome al romanzo – con cui Omero cerca di entrare più in contatto con i ragazzi comprendendone difficoltà, desideri e sogni, un gesto che si ripete nel corso di tutto l’anno scolastico così da seguire l’evolversi delle loro personalità e farne emergere i lati più nascosti, trasforma la lettura da singola voce a voce corale dell’intera classe. Ma se poteva essere un plus e qualcosa di coinvolgente e interessante per il lettore, si passa ben presto alla noia e al chiedersi se le nuove generazioni siano così scarse nell’ambito della comunicazione interpersonale (ovviamente no).
 
Peccato perché la scuola è sempre al centro dei racconti di D’Avenia, anche nelle opere teatrali come nelle minipillole con cui ha tenuto compagnia durante i primi mesi di lockdown. Ma la domanda alla fin fine, da lettrice che conoscere l’opera omnia di Alessandro è: “ma sto leggendo lo stesso scrittore che mi fece emozionare un tempo?”. Lo stile e il linguaggio una volta tanto piacevole si è rivelato cupo, ma soprattutto pesante, enciclopedico (soprattutto nelle parti in cui avveniva la vera e propria lezione di scienze) e a tratti da sermone. Insomma, l’effetto finale è niente affatto stellare e la delusione, forse, ancora più cocente sapendo che quella penna aveva prodotto ben altre storie.
 

Durata totale della lettura: 5 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: succo di frutta
Formato consigliato: ebook
Età di lettura consigliata: dai 14 anni


      "Credo che l'amore consista in questo: mostrare la propria debolezza a qualcuno e scoprire che non se ne servirà per affermare la propria forza, anzi, al contrario, per mostrarsi altrettanto debole."

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio.

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