martedì 1 dicembre 2020

Recensione: L'uomo vestito di nero

 

L’uomo vestito di nero

di Stephen King 

Editore: Sperling&Kupfer

Prezzo Cartaceo: €15,90
Prezzo Ebook: €10,99
Pagine: 128

Gary è un uomo molto anziano. Sente il suo corpo sgretolarsi come un castello di sabbia lambito dalle onde; sente una fitta nebbia avvolgere i ricordi di oggi e di ieri. Eppure, un episodio del passato più lontano brilla nitido nella sua memoria, come una stella oscura nelle costellazioni dell'infanzia: il pomeriggio di mezza estate in cui, quando aveva nove anni, si addentrò nel bosco per andare a pescare al torrente e incontrò un uomo tutto vestito di nero. Uno sconosciuto dagli occhi di fuoco. I tratti di quel volto spaventoso e le parole terribili che uscirono da quella bocca, terrorizzandolo da bambino, hanno tormentato Gary per tutta la vita, come un lungo incubo. E proprio adesso sente l'urgenza di mettere nero su bianco ogni dettaglio. Nella speranza che la scrittura lo liberi da quell'ossessione. E per esorcizzare la paura di incontrarlo di nuovo, ora che si sente prossimo alla fine.


 Non avevo mai letto questo racconto di King, e ovviamente, come da   qualsiasi suo racconto o romanzo, ne sono rimasta affascinata. Un   racconto breve ma con una grande intensità, anche folkloristica come la   definisce l’autore stesso. A narrare questa storia da brivido è il vecchio   Gary che, ormai alla fine della sua vita, decide di raccontare, solo s  scrivendolo sul suo diario, perché parlarne gli risulta impossibile per il   terrore che ancora lo percuote, il più grande incubo della sua vita, che   ha tenuto per sé fin da quel lontano giorno del 1914. Racconta sperando di liberarsi da quell’ossessione che lo ha perseguitato ogni giorno della sua esistenza, da quell’immagine che nonostante il lunghissimo tempo trascorso resta nitida nella sua mente, più nitida di tutte le altre. Come sempre King lascia labile il margine tra l’immaginazione e la realtà, e lascia che sia il lettore a scegliere a cosa credere. Quel giorno del 1914, in quel boschetto del Maine quell’uomo vestito di nero dagli occhi di fuoco ha terrorizzato Gary, e quella canzoncina che gli ha canticchiato il protagonista continua a sentirla ancora oggi, mentre scrive ogni dettaglio di quell’orribile episodio. E sono proprio i dettagli che King sa valorizzare, quei piccoli dettagli che rendono tutto più reale, che riescono a farti immaginare ogni momento di quel racconto. Leggendo questo breve racconto ho pensato a cosa avrei fatto in una situazione del genere? Se incontrassi una presenza demoniaca, se incontrassi il Male come reagirei? Come reagiscono le persone quando il male le perseguita? “Il racconto del giovane signor Brown” di Nathaniel Hawthorne, uno dei racconti preferiti del re del brivido, che è allegato in questa versione, ha aumentato la mia curiosità, perché molte delle cose che noi vediamo, a cui siamo esposti, ci sembrano totalmente pure, totalmente innocue, ma in realtà potrebbero semplicemente celare il male: siamo tutti, in un modo o nell’altro, tentati da una forza che non è sempre pura. Ed è stata una frase di Hawthorne ad avermi colpita particolarmente: “Il Maligno, nel suo genuino aspetto, è meno ripugnante di quando infuria nel petto di un uomo.” 
Consiglio questo racconto per la sua intensità, per la base della storia, per il terrore che King riesce sempre a trasmettere e per i dettagli che in questa versione sono valorizzati dalle bellissime illustrazioni di Ana Juan che rendono il racconto ancora più terrificante e verosimile. Inoltre, il racconto di Howthorne dà un valore aggiunto, e fa capire quali siano le fondamenta a cui King si appoggia per le sue storie del terrore.

Durata totale della lettura: Due giorni
Bevanda consigliata: Caffè
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni


      "Il male è la natura stessa dell’umanità. " 

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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