martedì 3 novembre 2020

Recensione: Dolce come il desiderio

  



Dolce come il desiderio

di Laura Esquivel


Editore: Garzanti
Prezzo Cartaceo: € 16,90
Pagine: 144
Titolo originale: Mi negro pasado


María non ha mai conosciuto gioia più grande di quella che prova cullando il piccolo Horacio. Negli occhi del figlio vede il riflesso di una felicità e di un amore totalizzanti, mai provati prima. Non è così per il marito Carlos e il resto della famiglia che leggono in quegli stessi occhi una maledizione che potrebbe colpire ognuno di loro. Tradita da coloro di cui si è sempre fidata, María rifiuta di assecondare un atteggiamento tanto meschino. È sicura che ci sia una spiegazione e ha intenzione di cercarla. E non è sola come crede: un giorno, nella sua vita ricompare la nonna Lucía, che non vede da anni. È lei, che subito si lascia conquistare da Horacio, a offrire alla nipote un’occasione unica: trasferirsi nella tenuta di famiglia, dove è vissuta anche la loro antenata Tita, e, lì, trovare le risposte che cerca. María accetta l’invito. Tra quelle mura in cui il passato vive ancora, si imbatte nel diario di Tita, le cui pagine  custodiscono ricette che profumano di cioccolato e segreti. Segreti che le parlano di un tempo lontano in cui non c’era posto per la superstizione, ma solo per la capacità dell’animo umano di guardare oltre le apparenze. Di accettare che la diversità non deve per forza pregiudicare il senso di appartenenza a un luogo o a una famiglia. Nutrendosi delle parole dell’antenata come di un cibo che conforta e rinvigorisce, María impara ad ascoltare le proprie emozioni. Di fronte a lei sta per aprirsi un futuro luminoso, ma prima deve trovare il coraggio di innamorarsi ancora.
Con Dolce come il desiderio, Laura Esquivel, una delle autrici messicane più amate dai lettori, riprende la grande saga familiare tutta al femminile dei de La Garza da dove l’aveva lasciata nel suo più grande successo, Dolce come il cioccolato. Con uno stile evocativo, dipinge il grande affresco di generazioni di donne indipendenti e determinate che trovano la forza di sfidare i pregiudizi e di lottare contro l’alienazione in una comunione di ricordi, sapori e destini.



La storia dolce e amara della vita di María, una donna che è felicemente sposata con Carlos fino al giorno in cui partorisce un bambino di colore. Una bomba sembra esploodere nella famiglia, marito, sorella e tutti i parenti la insultano e allontanano. Non si capisce come possa essere di colore dato che María continua a dire di non aver tradito il marito ma questi non le crede, così come anche il resto della famiglia e la lasciano da sola, attaccata e abbandonata. 
La madre muore poco dopo e la sorella Carolina non vorrebbe che portasse il bambino con lei per non causare pettegolezzi ma per sua fortuna arriva la nonna Lucia a salvarla. Questa donna forte e caparbia la porta via con lei nella sua casa piena di ricordi e odori del passato. Qui Maria e il bambino Horacio scoprono una realtà completamente diversa dalla loro, ricordano la bellezza delle cose semplici, fatte a mano, dell'amore di una donna che cucina le focaccine a mano per la nipotina.
Scopre anche tante cose della sua famiglia che spiegano le sue crisi e anche le liti storiche tra la nonna e la madre. I ricordi di bambina riaffiorano in lei con ogni racconto e raccomandazione della nonna che contemporaneamente rivive le emozioni e i grandi amori della sua vita.

Una saga familiare tutta al femminile, una scrittura passionale e quasi erotica quando parla del cibo, legame indissolubile di tutte le generazioni della famiglia cosa che da italiani capiamo perfettamente :) .

Un bel romanzo, scritto bene e facilissimo da leggere forse con un po' troppo realismo magico per i miei gusti e non propriamente dello stesso livello di Dolce come il cioccolato, la scrittura calda e materna dell'autrice è però assicurata, se vi era piaciuto l'inizio della saga familiare questo libro fa per voi.
Mi sarebbe piaciuto approfondire di più la storia che sembra finire sul più bello lasciandoci una sensazione di vuoto e un finale un po' affrettato ma forse l'autrice voleva lasciare una porta aperta alla nostra immaginazione e ai nostri ricordi.
Unico punto negativo penso sia la traduzione del titolo nella versione italiana, il titolo orginale è Mi Negro Pasado che accenna un pochino alla storia mentre Dolce come il desiderio ci ricollega al libro precedente ma magari meno alla trama.


Durata totale della lettura: Tre giorni
Bevanda consigliata: Caffè alla cannella 
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: Dai 15 anni 



"In un gioco di specchi, Lucía guardava María che guardava le foto 
di famiglia e si rivedeva nel corpo della nipote."


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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