Il caso Mariuz. di Emilio Martini Editore: Corbaccio Prezzo: € 14,90 Pagine: 240 Non è un sereno ritorno quello che attende Gigi Berté dopo una vacanza in Valcamonica: Renzo Costa, un cronista di nera con cui aveva spesso avuto contrasti, viene trovato in fin di vita sulle colline intorno a Lungariva, in seguito a un pestaggio di cui non si conoscono i responsabili né le motivazioni. Berté inizia a indagare nella vita del giornalista, tra i colleghi di lavoro e i ipotesi relative a un possibile scoop su cui il Costa stava lavorando, senza tralasciare i componenti della sua famiglia, fra cui Pierino Serra, il cognato dalle frequentazioni ambigue e pericolose. Come suo solito, il commissario si impegna al massimo, ma un fatto inaspettato si presenta prepotente nella sua vita: tre lettere anonime, invadenti e minacciose. Recapitate in rapida sequenza nella cassetta della posta della casa gialla, mettono in dubbio la dinamica dell’incidente automobilistico in cui, vent’anni prima, erano rimasti uccisi i suoi genitori. Non senza fatica Berté era riuscitoa lasciarsi alle spalle quel capitolo buio, ma ora ecco che si rinnova l’antico dolore, soprattutto quando l’autore delle lettere si palesa davanti a lui. Berté si trova coinvolto in una vicenda drammatica, intrecciata col proprio passato, che sconvolge i suoi ricordi e fa riemergere la figura del padre insieme con rimorsi mai sopiti. Nonostante tutto, grazie al sostegno della Marzia, porto sicuro nel mare in tempesta della sua esistenza, decide di guardarsi dentro e affrontare i suoi antichi fantasmi... anche quello che gli era costato il trasferimento a Lungariva. |
Puntuale ogni anno sul finire dell’estate per me, arriva il momento di
leggere le nuove avventure del commissario Bertè. Anche stavolta
un’avvincente avventura, che lascia nel lettore una sensazione di amore
intenso per la lettura di gialli tipicamente italiani, nella loro
ambientazione e nella descrizione dei loro personaggi chiave. Come
d’obbligo, la provincia la fa da padrone, e stavolta si dovrà indagare
sull’omicidio di un giornalista di provincia. Possono esserci davvero
diverse risposte a questo quesito, ma anche le più ovvie, non possono
essere lasciate al caso. La lotta contro l’irascibilità a volte, in Bertè
era finita male, e gli aveva procurato molti guai. Era una lotta ancora
viva in lui, che l’età forse avrebbe reso meno aspra, ma che non avrebbe
mai avuto fine. Come diceva suo padre, i poliziotti non hanno il compito
di punire o rieducare, ma solo quello di scovare i colpevoli e consegnarli
alla Giustizia. A far da sfondo a questa nuova indagine (come al solito
ambientata nella realtà di provincia, così ricca di personaggi direi
fortemente coloriti); anche la casa gialla che ormai tra cani e gatti, era
diventata una specie di zoo, ma almeno ora Bertè non è più solo. Marzia è
parte integrante della sua esistenza. Lascio al lettore, l’opportunità di
capire se il nostro commissario, stavolta riuscirà a restare a casa per
affermare la sua carriera di scrittore, inventare storie, nuove,
fantasiose e diverse; oppure anche in questo caso, l’eredità del padre
Antonio Bertè (poliziotto doc), sarà sempre predominante nell’animo del
nostro protagonista. Un thriller tutto da gustare.
Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata: Caffè nero ed amaro
Formato consigliato: Cartaceo
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