mercoledì 12 agosto 2020

Recensione: Vardø. Dopo la tempesta

Vardø. Dopo la tempesta
di Kiran Millwood Hargrave

Editore: Neri Pozza
Prezzo Cartaceo: € 18
Pagine: 336
Titolo originale: The Mercies

1617, Norvegia nordorientale. In una funesta vigilia di Natale, il mare a Vardø si è improvvisamente sollevato e una folgore livida ha sferzato il cielo. Quando la tempesta si è acquietata in uno schiocco di dita, così com’era arrivata, le donne si sono raccolte a riva per scrutare l’orizzonte. Degli uomini usciti in barca non vi era, però, nessun segno. Quaranta pescatori, dispersi nelle gelide acque del Mare di Barents.
Alla ventenne Maren Magnusdatter, che ha perso il padre e il fratello nella burrasca, e a tutte le donne di Vardø non resta dunque che un solo compito: mettere a tacere il dolore e cercare di sopravvivere.
Quando l’inverno allenta la presa e le provviste di cibo sono quasi esaurite nelle dispense, le donne non si perdono d’animo: rimettono le barche in mare, riprendono la pesca, tagliano la legna, coltivano i campi, conciano le pelli. Spinte dalla necessità, scoprono che la loro unità può generare ciò che serve per continuare a vivere.
L’equilibrio faticosamente conquistato è destinato, però, a dissolversi il giorno in cui a Vardø mette piede il sovrintendente Absalom Cornet, un fosco e ambiguo personaggio distintosi, in passato, per aver mandato al rogo diverse donne accusate di stregoneria.
Absalom è accompagnato dalla giovane moglie norvegese, Ursa, inesperta della vita e terrorizzata dai modi sbrigativi e autoritari del marito. A Vardø, però, Ursa scorge qualcosa che non ha mai visto prima: donne indipendenti. Absalom, al contrario, vede solo una terra sventurata, abitata dal Maligno. Un luogo ai margini della civiltà, dove la popolazione barbara dei lapponi si mescola liberamente con i bianchi e dove una comunità di sole donne pretende di vivere secondo regole proprie.
Romanzo che trae ispirazione dai processi alle streghe di Vardø del 1620, Vardø. Dopo la tempesta «getta luce su uno spaventoso spaccato di storia, raccontando la brutale sottomissione delle donne, la superstizione che aleggia nei luoghi isolati e le atrocità compiute in nome della religione. Un romanzo davvero potente» (Publishers Weekly).



Siamo nel 1620 a Vardø, un paesino sperduto in mezzo al mare, gelido, difficile da raggiungere e ancora di più da lasciare, in questa landa distante, gli uomini un giorno partono per la pesca e nessuno torna vivo. Una tormenta che sembra arrivata dal nulla li uccide tutti e lascia tutte le donne sole. 
Queste, superato l'iniziale shock, reagiscono ognuna in modo diverso, chi si chiude e si spegne dentro, chi si arrabbia e rimane infuriata per sempre, chi prende il posto degli uomini e agisce nello stesso modo, indossando addirittura i pantaloni.
L'unico rimasto a controllarle è il prete che però non ha polso e non ha nemmeno il coraggio di affrontare la perdita di queste donne nei suoi sermoni, quindi arriva un nuovo sovrintendente. Un uomo severo e barbuto, che ha sposato la dolce Ursa, a malapena una ragazzina di cui conosciamo i dolori e le debolezze.
Il sovrintendente è necessario poiché nell'isola sembra si utilizzino procedure e tradizioni non religiose, pagane a dir poco, una parte della popolazione infatti non è cattolica ma sàmi, lapponi, il sovrintendente lo capisce subito dalle rune sulle case. 
Le donne dell'isola ovviamente non vivono bene l'arrivo dell'uomo, di conseguenza non sono particolarmete amichevoli nemmeno con la moglie Ursa, tute tranne Maren che da subito ha una particolare simpatia per lei e si offre di insegnarle a cucinare e a portare avanti una casa.
Le due diventano inseparabili e Ursa viene a conoscenza di tutta questa vita dei Sami, delle tradizioni che hanno e di quanto siano odiate dai cattolici e additate a streghe. Scopre anche che il lavoro principale di suo marito sia proprio eliminare le streghe dal paese.
Un libro molto bello che racconta una storia che sembra di pura fantasia e invece è accaduta davvero. La storia e anche la tenerezza delle donne viene descritta con una delicatezza profonda e sentiamo sulla nostra pelle ogni sensazione e dolore che Ursa e Maren provano.
Molto belle le scene descrittive di Vardo, dei colori freddi che lo contraddistinguono, delle abitudini delle donne per combattere il freddo, la copertura di pelliccia dei muri delle case e come queste vengano affumicate al fuoco per eliminare gli odori. 
Assolutamente consigliato.


Durata totale della lettura: 
Bevanda consigliata: Granita al limone
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: Dai 16 anni 




      "Ciascuna di loro ha qualche capacità e le utilizza, si intrecciano
e si sostengono a vicenda come una precaria scala a pioli
in cui ogni elemento si aggiunge"




Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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