mercoledì 29 luglio 2020

Recensione: La bambina senza il sorriso




La bambina senza il sorriso
di Antonio Menna

Editore:
Marsilio
Prezzo Cartaceo: €16,00
Prezzo Ebook: €9,99
Pagine: 220


Chiaretta ha nove anni e non ha il sorriso. Lei ride, in realtà, ma non si vede. A causa di un disturbo che ha dalla nascita, quando il cervello lancia lo stimolo la sua bocca rimane immobile, come di gesso. Uno, però, che quando lei ride se ne accorge c’è: il padre, Carmine. Solo lui. Una mattina di marzo, mentre i due passeggiano nei Quartieri Spagnoli di Napoli, la bambina all'improvviso lo perde di vista. L’uomo scompare. Nessuno se ne preoccupa, dato che negli ultimi anni Carmine è andato via già altre volte, per poi tornare a casa. Ma Chiaretta sì, e cercando di avere sue notizie finisce per suonare alla porta di Tony Perduto, giornalista precario che vive da solo in quella zona della città partenopea. Tony le apre diffidente e l’ascolta, per poi venire risucchiato al centro di un mistero su cui costruisce, un poco alla volta – contro tutti e anche contro voglia –, un’indagine minuziosa, guidata solo dalla sua curiosità e animata dalle mille voci dei vicoli di Napoli.
Si compone così, pezzo dopo pezzo, un giallo pieno di suspense e ironia, una storia corale di padri e figli che scorre – come il Sebeto, fiume perduto nel sottosuolo di Napoli – al di sotto delle vite ufficiali, per ricomporsi, a sorpresa, nelle ombre, nelle pieghe più nascoste, in quella verità che, come il sorriso della bambina, in fondo c’è.
Anche se la vede solo chi sa guardare.



Ho letto “La bambina senza sorriso” di Antonio Menna tutto d’un fiato. Bastano due giorni. Una volta che inizi la lettura sei immerso, insieme a Tony Perduto, giornalista precario, protagonista di questo racconto, la piccola Chiaretta e tutti gli altri personaggi, nei Quartieri Spagnoli di Napoli, che è descritta magnificamente. È una storia particolare, soprattutto all'inizio. Chiaretta, una bambina con un problema neurologico a causa del qual il cervello non manda lo stimolo ai muscoli facciali, una mattina di marzo bussa alla porta di Tony Perduto chiedendogli di scrivere un articolo sul suo papà, Carmine Maiorano, commercialista affermato, scomparso il giorno prima nei vicoli dei Quartieri. Per qualche motivo Perduto si affeziona alla storia di questa bambina e fa di tutto per aiutarla. Ma la famiglia Petrelli-Maiorano non è affatto preoccupata e, infatti, non ha sporto denuncia dell’accaduto. L’unica ad essere seriamente preoccupata per Maiorano è Chiaretta. Così, tra diverse disavventure e nuove conoscenze, si sviluppa l’indagine di Tony Perduto, che cercando informazioni sull'accaduto finisce per incuriosirsi sempre di più, iniziando ad indagare a fondo per scoprire la verità, senza riuscire più a fermarsi. Con un finale inaspettato e commovente Menna conclude un giallo davvero scorrevole da leggere, dalla scrittura pulita, divertente e pungente al tempo stesso, che porta a galla temi importanti e odierni come la precarietà lavorativa e sentimentale, le regole imposte da una società che opprime e il bisogno di cambiamento con cui tutti abbiamo a che fare e che spesso prevale, ma che più spesso ancora fa paura e ti blocca in un limbo da cui è difficile uscire. Lo consiglio assolutamente, per la trama, per la scrittura, per le descrizioni di Napoli e dei suoi quartieri che chiudendo gli occhi riesci ad immaginare, per il finale inatteso e, soprattutto, per i personaggi, raccontati e descritti così bene che sembra di conoscerli da sempre.

Durata totale della lettura: Due/ Tre giorni
Bevanda consigliata: Caffè
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni




      "Si va per non rimanere. A volte bisogna cambiare tutto " 

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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