La bambina senza il
sorriso
di Antonio Menna
Prezzo Cartaceo: €16,00
Prezzo Ebook: €9,99
Pagine: 220
Chiaretta ha nove anni e non ha il sorriso. Lei ride, in realtà, ma non si vede. A causa di un disturbo che ha dalla nascita, quando il cervello lancia lo stimolo la sua bocca rimane immobile, come di gesso. Uno, però, che quando lei ride se ne accorge c’è: il padre, Carmine. Solo lui. Una mattina di marzo, mentre i due passeggiano nei Quartieri Spagnoli di Napoli, la bambina all'improvviso lo perde di vista. L’uomo scompare. Nessuno se ne preoccupa, dato che negli ultimi anni Carmine è andato via già altre volte, per poi tornare a casa. Ma Chiaretta sì, e cercando di avere sue notizie finisce per suonare alla porta di Tony Perduto, giornalista precario che vive da solo in quella zona della città partenopea. Tony le apre diffidente e l’ascolta, per poi venire risucchiato al centro di un mistero su cui costruisce, un poco alla volta – contro tutti e anche contro voglia –, un’indagine minuziosa, guidata solo dalla sua curiosità e animata dalle mille voci dei vicoli di Napoli.
Si compone così, pezzo dopo pezzo, un giallo
pieno di suspense e ironia, una storia corale di padri e figli che scorre –
come il Sebeto, fiume perduto nel sottosuolo di Napoli – al di sotto delle
vite ufficiali, per ricomporsi, a sorpresa, nelle ombre, nelle pieghe più
nascoste, in quella verità che, come il sorriso della bambina, in fondo c’è.
Anche se la vede solo chi sa guardare.
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Ho letto “La bambina senza sorriso” di Antonio
Menna tutto d’un fiato. Bastano due giorni. Una volta che inizi la lettura sei
immerso, insieme a Tony Perduto, giornalista precario, protagonista di questo
racconto, la piccola Chiaretta e tutti gli altri personaggi, nei Quartieri
Spagnoli di Napoli, che è descritta magnificamente. È una storia particolare,
soprattutto all'inizio. Chiaretta, una bambina con un problema neurologico a
causa del qual il cervello non manda lo stimolo ai muscoli facciali, una
mattina di marzo bussa alla porta di Tony Perduto chiedendogli di scrivere un
articolo sul suo papà, Carmine Maiorano, commercialista affermato, scomparso il
giorno prima nei vicoli dei Quartieri. Per qualche motivo Perduto si affeziona
alla storia di questa bambina e fa di tutto per aiutarla. Ma la famiglia Petrelli-Maiorano
non è affatto preoccupata e, infatti, non ha sporto denuncia dell’accaduto. L’unica
ad essere seriamente preoccupata per Maiorano è Chiaretta. Così, tra diverse
disavventure e nuove conoscenze, si sviluppa l’indagine di Tony Perduto, che cercando
informazioni sull'accaduto finisce per incuriosirsi sempre di più, iniziando ad
indagare a fondo per scoprire la verità, senza riuscire più a fermarsi. Con un
finale inaspettato e commovente Menna conclude un giallo davvero scorrevole da
leggere, dalla scrittura pulita, divertente e pungente al tempo stesso, che
porta a galla temi importanti e odierni come la precarietà lavorativa e
sentimentale, le regole imposte da una società che opprime e il bisogno di
cambiamento con cui tutti abbiamo a che fare e che spesso prevale, ma che più
spesso ancora fa paura e ti blocca in un limbo da cui è difficile uscire. Lo
consiglio assolutamente, per la trama, per la scrittura, per le descrizioni di
Napoli e dei suoi quartieri che chiudendo gli occhi riesci ad immaginare, per
il finale inatteso e, soprattutto, per i personaggi, raccontati e descritti
così bene che sembra di conoscerli da sempre.
Durata totale della
lettura: Due/ Tre giorni
Bevanda
consigliata: Caffè
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura
consigliata: dai 14 anni
"Si va per non rimanere. A volte bisogna
cambiare tutto "
Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio
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