venerdì 19 giugno 2020

Recensione: L'arte di riposare


L'arte di riposare
di Claudia Hammond


Editore: Il saggiatore
Prezzo Cartaceo: € 19,00
Pagine: 263
Titolo originale: The Art of Rest


Se c’è qualcosa che manca nelle nostre giornate è il riposo: troppi impegni, una vita frenetica, sollecitazioni continue. Eppure siamo così assuefatti a questi meccanismi stritolanti che l’idea stessa del riposo viene vista con sospetto, come se fosse tempo sprecato o rubato a attività più produttive. Il pensiero di riservare più tempo a noi stessi ci provoca sensi di colpa, quasi fosse un desiderio proibito e irrealizzabile. Claudia Hammond ha scritto la guida definitiva alla sottile arte del riposo, accompagnandoci alla scoperta delle dieci attività più rilassanti di tutte. C’è chi ama camminare, godersi un bagno caldo, ascoltare musica o leggere un libro. C’è chi preferisce immergersi nella natura, perdendosi nella bellezza del paesaggio, e chi immergersi in una comoda poltrona perdendosi nella visione di serie televisive. E poi c’è chi trova piacevole passare il tempo in modi apparentemente dispersivi come sognare a occhi aperti, restare da solo e, una volta tanto, non fare assolutamente nulla..



Un libro che è soprattutto un trattato su quanto sia necessario nell’epoca attuale, riposarsi adeguatamente. La stanchezza infatti, La stanchezza può avere un grave impatto sulle nostre capacità cognitive. Un compito che sembra facile quando sì e freschi risulta molto più difficile quando sì e stanchi. La stanchezza porta a vuoti di memoria, ottundimento delle emozioni, difficolta di concentrazione e incomprensioni più frequenti, e compromette la capacità di giudizio. Non è quello che augureresti al pilota dell’aereo sul quale stai viaggiando o al tuo medico. E il deficit di riposo non è un problema che riguarda soltanto gli adulti. La lunghezza delle pause di ricreazione a scuola negli ultimi vent’anni e stata compressa per fare spazio alle materie. Per esempio, ormai solo l’1% delle scuole secondarie britanniche prevede una pausa pomeridiana.5 Eppure e ben provato che le pause favoriscono la concentrazione,6 per cui è probabile che la riduzione dei tempi di riposo si riveli controproducente rispetto all’ottimizzazione del rendimento negli esami, senza contare il fatto che i bambini vengono privati dell’opportunità di socializzare o fare esercizio fisico. Le ricadute di un deficit di sonno sono ormai ben studiate e l’elenco dei problemi che ne scaturiscono e lungo: un aumento del rischio di diabete di tipo 2, malattie cardiache, ictus, ipertensione, dolore cronico, risposta pro‑infiammatoria, disturbi dell’umore, difficolta di memoria, sindrome metabolica, obesità e cancro colorettale, che nella maggior parte dei casi portano a una riduzione dell’aspettativa di vita. Ho trovato questo saggio, ben scritto, ricco di interessanti spunti ed esempi di come si debba necessariamente recuperare la forma fisica attraverso uno stacco dalla realtà, un ottimo e considerevole riposo. Per sentirci veramente riposati abbiamo bisogno di allontanarci dagli altri, sottraendoci cosi alle loro chiacchiere, e auspicabilmente anche a quelle della nostra mente. Nella giusta quantità, il tempo trascorso da soli può permetterci di trovare rifugio e prenderci cura delle nostre emozioni, nella speranza di poterci poi sentire rinnovati. Può anche darci l’opportunità di un pensiero più profondo, di scoprire noi stessi, e forse di stimolare creatività e nuove idee. Forse dovremmo cercare di pianificare un po’ di solitudine, senza pero imporci uno stress supplementare nel tentativo di ottenere uno dei suoi potenziali benefici. Se il fascino della solitudine e che ci tiene al riparo dalle pressioni che ci vengono imposte dall’esterno, l’ultima cosa che vogliamo fare e aggiungere noi stessi altra pressione. Stare da soli ci dà la possibilità di passare un po’ di tempo senza essere giudicati dagli altri, senza dover mantenere un’immagine socialmente accettabile. I social media possono essere uno strumento meraviglioso per alleviare la solitudine e permetterci di connetterci agli altri, ma la nuova cultura del «sempre disponibile» veicolata dai social può anche rendere le pressioni esterne più difficili da evitare. In qualche modo dobbiamo cercare di non permettere ai social media di privarci dei benefici della solitudine, che altrimenti rischia di non essere più una condizione tanto riposante. In fin dei conti, possiamo davvero chiamarla solitudine se siamo costantemente in comunicazione con gli altri? Questo e molti altri, i quesiti che ci vengono posti dall’autrice, in un’attenta riflessione cui ciascuno di noi, in quanto uomo moderno dovrebbe addentrarsi.


Durata totale della lettura: Quattro giorni
Bevanda consigliata: Caffè nero, amaro
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: dai 14 anni
Sito dell'autore: Claudia Hammond





      "Come trovare sollievo dal mondo contemporaneo"



Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio.

                            

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