Sono stata contenta di questa scelta perché di questo libro ho sentito davvero tanto parlare e sono sempre stata indecisa sul leggerlo.
La storia è quella di Niccolò, scrittore venticinquenne che cerca disperatamente l'ispirazione per il suo nuovo libro e che si innamora di Simona, giovane mamma con un figlio di quattro anni, Lorenzo. Simona decide di seguire la carriera che ha sempre sognato e quando deve partire per la sua tournée lascia Lorenzo in custodia a Niccolò, per il quale da quel preciso momento nulla sarà come prima e la sua vita farà i conti con una delle montagne russe più emozionanti e complicate mai incontrate prima. Tutto è nuovo, avere a che fare con Lorenzo ogni giorno presenta una sfida nuova da affrontare che poi si rivela un semplice punto di vista diverso, più semplice, più profondo, quello di un bambino che dall'oggi a domani si ritrova in casa senza la sua mamma e con uno pseudo padre che in realtà non conosce poi così bene. A sorpresa, dopo poco,si unisce a questo due improvvisato anche Andres, il vero padre di Lorenzo arrivato dall'Argentina per aggiungere ancora più squilibrio nella vita di Niccolò, una situazione davvero complicata.
Attraverso gli occhi e i pensieri di Niccolò entriamo a far parte di questo gruppetto improvvisato e alquanto insolito attraverso piccoli momenti quotidiani, ognuno di loro nasconde molte parole non dette e una quantità di emozioni che in molti casi esplodono, rendendo tutti più consapevoli, in primis il lettore che insieme a loro cresce ed evolve. Ci sono momenti che mi hanno fatto ridere, alcuni nei quali mi si è stretto il cuore, tutti scaturiti da una penna diretta, semplice e precisa, lo stile di Marsullo ci ricorda che per narrare di sentimenti non c'è bisogno di troppe complicazioni.
L'ambientazione mi ha riportato a casa, la mia Napoli, con quei vicoli conosciuti, la frenesia ad ogni angolo, mi è risultato ancora più semplice entrare nella storia e immaginarmi le giornate del nostro terzetto al quale non posso non includere anche Peppino, il migliore amico di Lorenzo, che anche se sullo sfondo mi ha fatto divertire un sacco.
Decisamente una storia familiare che dimostra come la famiglia non sempre vuol dire avere lo stesso sangue o DNA, la famiglia sono coloro che ci amano in maniera incondizionata e che ci supportano nelle situazioni più difficili. Una lettura contemporanea che è stata una gradevole nota diversa dai generi che leggo di solito e che mi ha fatto scoprire un autore che ho voglia di approfondire.
Recensione a cura di Sonia (Il Salotto del gatto libraio):
L'anno in cui imparai a leggere è stata un lettura divertente, piacevole, commovente ma soprattutto inaspettata. Non pensavo infatti di trovare tra le pagine di questo libro una storia così bella e emozionante che vede come protagonisti tre sconosciuti: Niccolò un ragazzo di soli venticinque anni ma con la maturità di un sessantenne, intento a scrivere il suo secondo libro di successo. Lorenzo un bambino di soli quattro anni, nonchè il figlio di Simona, la ragazza di cui si è innamorato Niccolò e per cui è disposto anche a cambiare la propria vita e Andreas uno scapestrato che con la chitarra in mano è appena arrivato fresco, fresco, dall'Argentina. Ma che cosa centra Andreas in questa storia? È il vero padre di Lorenzo.
Per delle circostanze che non vi starò qui a raccontare, lungi da me togliervi la "suspence" della storia, i tre protagonisti, si ritroveranno a vivere tutti insieme nel piccolo appartamento di Simona dove qui, dovranno imparare a convivere e a coabitare, nonostante la differenza di età, come una vera e propria famiglia.
Ma l'unico vero narratore della storia è Niccolò, sarà lui infatti a raccontarci il tutto, tramite i suoi pensieri, i sentimenti e le emozioni, impareremo a voler bene a questa famiglia così inusuale e sempre con lui, avremo modo di affrontare un percorso di crescita, sia di vita che di fraternità.
"Un guaio che però, imparai in quell'anno che stava per iniziare, mi sarebbe somigliato in tutto il resto. Ma io, allora, non potevo neanche immaginarlo. Perché i figli non sono solo di chi ci mischia dentro il corredo genetico. I figli sono di chi se ne prende cura, di chi scova un ultimo granello di energia per loro, la sera, dopo una giornata infernale. I figli sono di chi, senza pensarci troppo su e senza una garanzia, si innamora di loro, anche se hanno gli zigomi di un'altra persona."
Marco Marsullo con la sua scrittura fresca e leggera, e con la sua dolcezza e accortezza, ci racconta la storia di tre persone così diverse ma allo stesso tempo così unite da un unico sentimento, l'amore. Si perchè l'amore non è un sentimento che riguarda solo un uomo e una donna, è anche quel sentimento che si sviluppo all'interno di una famiglia, vera o presunta che sia.
I capitoli del libro sono brevi ma intensi e vi renderete conto di averlo finito solo quando avrete bisogno di un fazzoletto per asciugarvi le lacrime. È un bellissimo romanzo e mi sento di consigliarlo ad ogni tipo di lettore perchè tutti abbiamo una famiglia a cui vogliamo bene.