di Emilio Martini Editore: Corbaccio Prezzo Cartaceo: € 14,90 Pagine: 216
Il Commissario Berté ha bisogno di riposo. Il caso drammatico che ha appena affrontato a Lungariva e la
preoccupazione per il suo futuro professionale lo hanno messo a dura prova.
La Marzia lo convince a trascorrere una breve vacanza tra letture, buona cucina e passeggiate a Montenorbo, località della Valcamonica dall’aria salubre e rigeneratrice. Ma, sotto l’apparente tranquillità, serpeggiano nel paese rancori, sospetti, maldicenze e la voglia di fare chiarezza su un passato fosco che ha segnato la vita di alcuni abitanti. Così Berté, a poche ore dal suo arrivo, si trova coinvolto in una vicenda mai risolta.
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Personalmente, sono alla seconda esperienza di lettura con le vicende del commissario Bertè, ed anche stavolta ne sono rimasta affascinata fin dalla prima pagina del romanzo. Questa volta, il commissario decide di concedersi una breve vacanza dalle incombenze di Lungariva, per dedicarsi ad una fuga “romantica” con la sua Marzia in montagna. A farla da padrone in questo romanzo, infatti, senza ombra di dubbio, il paesaggio di Montenorbo. Luogo dell’anima, delle origini, dove ogni abitante ha dei ricordi dolorosi legati al paese stesso. Un sito ove sia possibile immergersi nella natura, per dimenticare il passato e le miserie dell’umanità. Un paese però in cui persino i muri ascoltano, tutti sanno i fatti di tutti, ma all’occorrenza nessuno sa niente. Il commissario, si troverà suo malgrado ad indagare su di una misteriosa famiglia, i Griffi proprietari di una villa, che diviene già di per sé, una protagonista basilare di questa vicenda. Ville maestose e misteriose, amanti segreti, battute di caccia e tesori nascosti, non mancano certo gli ingredienti a questo paesino (ed alle sue dicerie), per far in modo che la vacanza di Bertè si tramuti presto in una nuova, appassionante indagine. Tre fratelli, i Griffi, morti ad un anno di distanza l’uno dall’altro. I mille misteri della famiglia Griffi (con le sue misteriose morti), vi travolgerà. Non potrete che compiere un passo nel passato della vita di Montenorbo e cercare di comprendere anche voi, se davvero, vi sia un assassino libero ed ancora in circolazione. I Griffi senza ombra di dubbio, hanno sempre avuto due volti, quello pubblico, e quello privato, ricco di insidie e colpe. Qualcuno infatti è arrivato persino a diffondere la voce che Fausto Griffi (unico sopravvissuto di cui si parla nel romanzo), abbia sterminato la sua famiglia per tenersi l’eredità ed assicurarsi di essere l’unico proprietario del Leonardo (un quadro di valore inestimabile, ma dalla dubbia e reale esistenza). All’interno di questo villaggio montanaro, incontrerete anche personaggi davvero singolari, uno di questi: Felicita, buona e mite, ma che sostiene di vedere e parlare con persone morte e spiriti (mi ha ricordato la signora del ceppo di Twin Peaks). Un’indagine che fa comprendere come molto spesso, “rinvangare il passato” non sia la soluzione migliore. Un ottimo giallo all’italiana per questi giorni di reclusione sociale..
Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata: Caffè con doppia panna e cioccolato
Formato consigliato: Cartaceo
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