martedì 4 febbraio 2020

Recensione: É la storia di Sarah


É la storia di Sarah
di Pauline Delabroy-Allard

Editore: Rizzoli
Prezzo Cartaceo: € 17
Pagine: 192
Titolo originale: ça raconte Sarah



È la notte di capodanno. In un appartamento parigino, il suono del citofono squarcia l’atmosfera artefatta che avvolge gli ospiti imprimendo alla sera un’improvvisa sterzata. La porta di casa si apre e l’ultima arrivata fa il suo ingresso, trafelata, raggiante. È Sarah. Pochi istanti dopo un bicchiere di vino piroetta in aria per un tempo infinito e al rallentatore esplode sulla moquette color crema in un tripudio di chiazze rosse. Con questo piano sequenza si stringe il campo sulla storia d’amore tra la narratrice, divorziata e madre, e Sarah, creatura capricciosa e di inusitata bellezza, che vive in una compiaciuta contemplazione di sé e dei suoi affanni. Una passione tempestosa, inaspettata – a entrambe non è mai capitato prima di invaghirsi di una donna –, sospinta alla deriva dai moti ondivaghi di Sarah e dalle sue continue assenze. Un sentimento che si trasforma in ossessione, fino a quando una frattura, un nuovo squarcio, conduce a una svolta la storia di Sarah e della sua amante. Un esordio che ha convinto l’intera critica letteraria francese, entusiasmata dalla scrittura fisica, impetuosa, dove la sensualità ritrova, finalmente, lo spazio bianco su cui irrompere.



Ho letto la prima parte del romanzo tutto d'un fiato, la sua sinfonia è un continuo crescendo di sensazioni sconosciute, un vortice di emozioni palpitanti. 
Se avete voglia di leggere di quell'amore che vi brucia dentro e vi corrode fino in fondo, questo romanzo è perfetto, Sarah che agli occhi di tutti può sembrare una stramba violinista sempre in viaggio per lavoro, agli occhi dell'amante è una regina, un mostro, è una figura fuori dal mondo. Tutto quello che fa, i brividi che le provoca la lasciano senza fiato e alle volte lasciano senza fiato anche noi. Nessuna delle due ha mai amato una donna prima o perlomeno non la protagonista, perchè di Sarah noi alla fine sappiamo poco, solo quello che gli occhi dell'innamorata vogliono vedere.
Chiaramente quella che diventa un'ossessione difficilmente può portare a un lieto fine, tutta quella passione e quel fuoco dovranno scoppiare prima o poi.
La seconda parte del romanzo mi è sembrata l'opposto, scorre un po' a rilento e spaventa quasi ma penso fosse una tecnica volontaria dell'autrice per farci notare come il bene e il male si possano contrapporre coí tanto e cosí velocemente. L'odio-amore e la passione distruttrice che contraddistinguono la relazione ci lascia senza fiato e ci fa avere dubbi sul finale e sul livello del romanzo in generale. La prima parte del romanzo varrebbe 5 stelle, la seconda 3!

Nonostante le frasi brevi e dirette, la capacità descrittiva della scrittrice è fantastica, dipinge piccoli quadri da degustare lentamente, vi faccio un esempio:
"Nuvole disinvolte corrono nel vento. C’è anche la luna, discreta, in un angolo, e l’idea che il giorno e la notte si ritrovino fianco a fianco come buoni amici mi fa un po’ tremare. Le ombre sul marciapiede sono ogni giorno più lunghe, e sulla via del ritorno cammino in una luce dorata mai vista prima. Nelle strade con vecchie case di pietra risuonano pigolii di uccelli, chiacchiere ininterrotte, e poco ci manca che si sentano spuntare le gemme sui rami, verdi, delicate, fragili. Guardo la luce che colora di rosa le cime dei palazzi.. "

Un romanzo consigliato soprattutto a chi ha provato un amore del genere nella vita e ci si può riconoscere. Non lasciatevi scoraggiare dalla casuale ripetitività di alcuni tratti, un'ossessione si sviluppa lentamente e con dedizione.

Durata totale della lettura: 3 giorni
Bevanda consigliata: Tè al lampone
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: dai 16 anni 




      "Com’è mai possibile che la bellezza perduri dopo la catastrofe, dopo l’innominabile?"




Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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