lunedì 6 gennaio 2020

Recensione: King Kong Theory

King Kong Theory
di Virginie Despentes

Editore: Fandango Editore
Prezzo Cartaceo: € 15
Pagine: 130




Un testo cruciale per molti aspetti, il primo saggio pubblicato da Virginie Despentes è un moderno manifesto femminista che devasta l’ordine sociale contemporaneo nel quale i corpi delle donne sono a disposizione degli uomini. Muovendo dalla sua esperienza personale – una giovinezza che descrive come “virile” nei circoli punk, uno stupro a 17 anni, un periodo di prostituzione, prima del successo come romanziera –, la scrittrice e regista di Nancy, traccia in poco più di cento provocanti pagine una figura femminile eccentrica, ribelle, refrattaria a conformarsi alle norme di genere. Un libro che è tutt’ora un manifesto di liberazione per tutte quelle donne che non si sentono rappresentate, “le brutte, le vecchie, le camioniste, le frigide, le malscopate, le inscopabili, le isteriche, le tarate, tutte le escluse dal mercato della gnocca”. Con la nuova traduzione di Maurizia Balmelli, Fandango Libri ripropone uno dei più grandi successi della teoria queer e femminista degli ultimi anni, tradotto in sedici paesi, con oltre duecentomila copie vendute solo in Francia. Crudo, arrabbiato, autobiografico, il grido di Despentes è sempre più attuale.



Tenetevi forte perché questo libro è un bel colpo. Una carabina di parole puntata in fronte alla società che non parla, discrimina e si vuole nascondere dietro un dito.
La società che vuole nascondere lo stupro e insegna alle donne a nascondersi se lo hanno subito, a chiamarlo con un altro nome per non affrontarlo. Allo stesso tempo non insegna agli uomini come gestire i propri istinti e modifica lo stupro in semplice aggressione spogliandolo della sua volgarità e della violenza che ne consegue.
Stesso discorso per la prostituzione, parliamo di quella volontaria chiaramente, la prostituzione relegata sempre nella vergogna e nell’oscurità, per proteggere quanto più possibile la cellula famigliare classica. 
Sono inaccettabili le donne che decidono di praticare il mestiere e allo stesso modo gli uomini che decidono di usufruirne. Perché se si accettasse la prostituzione volontaria come un altro lavoro e la si tutelasse, come si potrebbe controllare il corpo e le menti delle donne?
"In sé, la sessualità maschile non costituisce una violenza sulle donne, se sono consenzienti e ben remunerate. È il controllo esercitato su di noi a essere violento, questa facoltà di decidere per noi che cosa è dignitoso e che cosa non lo è."
Il libro è diviso in tre capitoli, stupro, prostituzione e pornografia, la Despentes si basa sulla sua esperienza personale e sulla vita in Francia quindi magari un po' diversa da altri paesi. 
Un libro breve ma potentissimo, che ruota tutto attorno al controllo, degli uomini sulle donne e della società su uomini e donne. 
Un testo veloce da leggere ma pieno di opinioni e racconti sulla disuguaglianza tra uomo e donna. Molti punti interessanti con un linguaggio estremamente diretto al punto da diventare volgare, ma siccome non stiamo raccontando di storie d'amore, ho apprezzato la schiettezza.
I vari argomenti sembrano un po' generalizzati e riassunti quindi consiglio di prendere la lettura come spunto per poi approfondire i vari temi e ragionarci meglio. 
Sicuramente un un libro coraggioso, violento come le violenze che le donne affrontano quotidianamente. Consigliatissimo.


Durata totale della lettura: 2 giorni
Bevanda consigliata: Spremuta di pompelmo
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: dai 17 anni 




      "Sono il genere di donna che nessuno sposa, con cui non si fanno bambini,
 parlo dalla mia posizione di donna che è sempre troppo tutto, 
troppo aggressiva, troppo rumorosa, troppo grassa,
 troppo brutale, troppo irsuta, sempre troppo virile..."




Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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