di Valeria Benatti Editore: Giunti Editore Prezzo Cartaceo: € 16,00 Pagine: 240
Quando Nino arriva in comunità ha lo sguardo smarrito di un bambino di cinque anni che non capisce perché quella mattina, all’asilo, sia stato prelevato da un gruppo di sconosciuti invece che dalla sua mamma. Quella mamma che arriva sempre tardi, è spesso nervosa e lo fa vivere in un’enorme casa occupata piena di gente strana come lei. Però è l’unica mamma che Nino abbia mai conosciuto e non può certo lasciarla sola: Gianna ha bisogno di lui. Ma a poco a poco, la vita serena in comunità insieme agli altri bambini, la dolcezza degli educatori e dei volontari, la sicurezza della routine gli fanno temere il momento in cui dovrà rivederla. Lo riconoscerà, adesso che è così pulito, ben vestito e pettinato? Sarà arrabbiata con lui per essere stata abbandonata? Comincerà a urlargli contro come al solito? Il senso di colpa e l’ansia crescono ancora quando Nino scopre che c’è una famiglia che vorrebbe accogliere proprio lui: una mamma, un papà, una sorellina e perfino un cane, che vivono in una bella casa e fanno le vacanze in camper. Davvero può fare questo a Gianna, lasciandola sola al suo destino? Un romanzo struggente e delicato sul tema dei bambini in affido: un mondo così vicino a noi, di cui sappiamo così poco.
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Fin dalle prime pagine, ho letteralmente adorato questo romanzo, la storia di Nino e della sua mamma “sgangherata”. Gianna la mamma di Nino, infatti, aveva messo al mondo il piccolo in giovane età. Era una ragazzina che viveva alla giornata, il suo passato l’aveva cancellato ben bene, il suo futuro non lo vedeva, pensava solo a come sopravvivere ancora un po’, senza chiedere di più. La ragazza viveva in una casa occupata, e solo la presenza di Nino, la riportava quotidianamente alla dura realtà. Proprio per tale motivo, lei considerava il bimbo, alla pari di una condanna e un’intrusione fastidiosa. Nino è invece un mucchietto d’ossa, un bimbo che ne ha viste di tutti i colori (nonostante la giovane età). Mi ha fatto tenerezza la sua descrizione iniziale, il fatto che il piccolo attenda con ansia (a differenza dei soliti bimbi), il momento di andare all’asilo, per prendersi una pausa da tutto. Chi mai vorrebbe soffrire nella vita? Mica si può scegliere la sofferenza, Nino lo sa bene. Lui di certo avrebbe preferito nascere felice. L’esistenza di Nino e della madre Gianna, sta per subire una vera svolta: riuscirà la nocciolina magica del piccolo (unico regalo del padre) a salvarlo? Nonostante le paure iniziali pur tuttavia, la vita in comunità per Nino, potrebbe essere il primo capitolo di una nuova esistenza, quella da vero bambino, quella che non ha ancora mai avuto. Questo romanzo mi ha emozionato, e commossa a ogni singola pagina. L’autrice è stata in grado di scrivere un’opera letteraria di grande impatto, coinvolgente, vicinissima a un reportage su ciò che succede in una comunità residenziale per bambini allontanati dalla famiglia, perché inadeguata. Ci sono purtroppo nella nostra società, famiglie che non riescono a garantire la protezione e il processo di crescita naturale dei figli. Questo romanzo è un racconto toccante sul tema dell’infanzia abusata che illumina con forza un tema da pochi conosciuto: quello dei bambini smarriti. Toccante e davvero unico.
Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata: Cioccolata calda miele e vaniglia
Formato consigliato: Cartaceo
Si ringrazia molto la casa editrice Giunti per la copia omaggio.
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