di Liuba Gabriele Editore: Hop Edizioni Prezzo Cartaceo: € 18,00 Pagine: 88
Amy Winehouse è stata la cantante più famosa e più chiacchierata del XXI secolo. Ha venduto milioni di dischi e vinto importanti premi, ha scritto testi bellissimi, ha sorpreso con la sua voce, ha sperimentato dimostrando di avere una brillante mente musicale e un modo di pensare indipendente. Ha conquistato con il suo talento anche la critica e il difficilissimo mercato americano. A ventiquattro anni aveva già ottenuto quello che altri cantanti non raggiungono in una vita intera. La sua voce sbalorditiva – una voce da cinquantenne afroamericana nel corpo di una minuta ventenne, bianca, ebrea, di Londra – unita a sonorità jazz, funk, soul, R&B, le sue melodie dolci cucite su testi contemporanei dai contenuti forti, la sua musica sofisticata in contrasto con i suoi atteggiamenti sempre inopportuni ne hanno fatto un unicum nella storia della musica. Dietro un fenomeno così potente però c’era una ragazza sincera e irrequieta, fragile e insicura. Incapace di gestire il successo, osservata e divorata dai media per il suo modo di vivere controverso, ossessionata dal marito Blake, Amy è scivolata in un abisso di autodistruzione, fatto di dipendenze e disturbi alimentari. Amy non credeva di poter vivere di musica. Di musica ha potuto vivere, invece, ma il sistema musica, su una ragazza fragile e ribelle, ha agito da folle detonatore, portandola alla morte a soli ventisette anni. Liuba Gabriele ha interpretato la dolorosa storia di Amy con grazia e sensibilità. Undicesima uscita della collana “Per aspera ad astra”.
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Una bella aggiunta ad una serie che già mi aveva affascinato con ogni uscita passata. La vita di Amy Winehouse è toccante, squilibrata, da ricordare soprattutto nella musica. Fin da piccola emerge per essere ribelle e ostinata, ma nel suo sangue fin da subito scorre la musica. Seguiamo una Amy che scopre il suo sogno e riesce a raggiungerlo, ne scopriamo ogni debolezza, soprattutto quelle del suo cuore, un cuore che necessita amore, conforto.
La carriera di questa cantante è stata molto altalenante, con il suo fare svogliato, all'insegna della sregolatezza e una musica sincera che trasmette le sue sofferenze, i suoi sentimenti riescono ad esprimersi appieno solo con un microfono e il suono soul anni settanta. Amy fin da subito viene riconosciuta come un'artista completa, la sua voce è un marchio, il suo look si evolve e la rende anche un'icona di stile e forse il prezzo da pagare per tutto questo è un senso di solitudine costante e un'insicurezza che si attacca fino alle ossa. La sua morte è arrivata troppo presto, come ad altri artisti noti prima di lei e a rileggere la sua vita tutto sembra ingiusto, di sicuro avremmo ascoltato volentieri altre canzoni con quella sua voce jazz, così stonata con il suo esile corpo ma così meravigliosa da ascoltare, con un groove irriverente e un ritmo che cattura. Ci ha lasciato due album e tante altre canzoni che non passano mai di moda e il suo ricordo è quello di un personaggio famoso ma anche fragile e umano. Da leggere con in sottofondo le sue canzoni che poi ci verrà voglia di mettere in loop.
La mia canzone preferita.
L'amore è da sempre la debolezza di Amy Winehouse, lei vive ogni suo sentimento spingendolo al limite, che purtroppo si ritrova a sorpassare troppo spesso.
Amy ammette di essere debole e fragile, ma non si giustifica, lei è fatta così e in qualche modo ci ricasca sempre.
Una canzone molto bella a mio parere e che riascolto sempre volentieri canticchiando il ritornello.
"I cheated myself,
Like I knew I would,
I told you I was trouble,
You know that I'm no good."
Durata totale della lettura: Un giorno
Bevanda consigliata: Thé earl grey
Sito dell'illustratrice: Liuba Gabriele
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