Che rapporto avete con vostra madre? Se non ci avete pensato pensato prima, sicuramente il nuovo romanzo di Joanna Nadin, edito Garzanti, vi farà riflettere a fondo.
Joanna Nadin Editore: Garzanti Prezzo Cartaceo: € 17,90 Pagine: 336 Titolo originale: The Queen of Bloody Everything
Dido ha solo sei anni, ma è molto curiosa. Seduta su un ramo di melo nel suo giardino, scorge la casa accanto e non può fare altro che sbirciare. Ed è lì che vede per la prima volta Tom e Harry, due bambini come lei. Qualcosa che non sa spiegarsi, da quel giorno, la spinge a continuare a spiarli. È allora che Dido scopre la quotidianità della loro famiglia: due genitori che si amano, due fratelli che giocano, un tavolo intorno al quale sedersi insieme per la cena. Sembra che nulla sia fuori posto: è proprio la vita che ha sempre desiderato, ma che non le appartiene. Perché sua madre ha un modo tutto suo di dimostrarle il proprio amore. Per lei non ci sono regole, non ci sono cose giuste o sbagliate da fare. Dido è ancora troppo piccola per capirlo e non ha neppure il conforto di una figura paterna, visto che non ha mai conosciuto suo padre. Così, decide che Tom e Harry saranno i suoi migliori amici e i genitori dei due le figure di riferimento che non ha mai avuto. Qualcosa di molto forte la unisce a loro e, con il passare del tempo, si sente sempre più parte di quel nucleo, allontanandosi progressivamente dalla madre, che fatica a comprenderla. Ma, anno dopo anno, Dido impara che anche il rifugio più sicuro, quando si cresce, diventa fragile e troppo piccolo per offrire la medesima protezione. Impara che anche i legami, in apparenza perfetti, nascondono tradimenti, bugie, verità inascoltate. E che, a volte, l’amore vero è proprio dove non sembra essercene, dove non lo si è mai cercato. Perché è più facile restare affascinati da una realtà sconosciuta che accettare la bellezza di quello che si possiede.
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Una madre scapestrata e senza regole e una figlia perfettina e fan della pulizia che si spostano da una casa comune a Londra a una villetta in provincia, insomma un mix impossibile.
Dido non potrebbe crescere in una famiglia più diversa da lei, la mamma Edie è infatti l'opposto di lei, sregolata, poco incline all'ordine e alla pulizia, ancora meno incline a essere una madre che stabilisce regole e insegna lezioni o ancora meno cucina un pasto. Si circonda di un gruppo di persone poco raccomandabili e sopratutto ogni sera di un uomo diverso e una bottiglia di liquore. Dido però ha un sogno nascosto, che Angela, la madre dei vicini diventi sua madre perché rappresenta tutto quello che vorrebbe, ricchezza, ordine, pulizia, cocktail party e regole severe per i figli. L'unico modo che Dido ha per fuggire dalla sua realtà è di stare il più possibile con i figli dei vicini, Harry che diventerà la sua migliore amica con cui c'è un odio amore continuo ma soprattutto Tom, più grande delle due ragazzine ma che agli occhi di Dido è un adonene di cui ovviamente si innamorerà follemente.
Lei è Harry diventano indivisibili, passano da una casa all'altra continuamente, si scambiano tutto, è come se avessero due case a testa. Una per le cose ufficiali e una in cui andare quando si mettono nei guai e devono nascondersi. La vicinanza tra le due famiglie purtroppo arriva a creare disguidi tra tutti e i rapporti si rompono quando i ragazzi vanno in università.
Il fil rouge del romanzo è però il rapporto estremamente difficile tra questa madre artistica, ubriaca, e stramba e sua figlia che allo stesso tempo cerca di rincorrerne l'amore e il rispetto, mentre dall'altra vuole scappare il più lontano possibile nonostante solo loro due si capiscano così bene.
Il romanzo inizia un po' lentamente e mi ci è voluto un pochino a esserne accattivata, fa però molto riflettere, su cosa diamo per scontato, su cosa non conosciamo delle nostre madri, delle domande che non poniamo mai e delle frasi che non diciamo per forse pudore e a volte rabbia.
Sicuramente ci fa venire voglia di alzare il telefono e dire a nostra mamma che le vogliamo bene, anche se abbiamo appena litigato, anche se non la capiamo ed è così diversa da noi, ma dimentichiamo sempre che siamo tutti, compreso i genitori, il frutto delle nostre esperienze passate e che non bisognerebbe giudicare senza davvero conoscere le sofferenze superate.
Durata totale della lettura: Cinque giorniDido non potrebbe crescere in una famiglia più diversa da lei, la mamma Edie è infatti l'opposto di lei, sregolata, poco incline all'ordine e alla pulizia, ancora meno incline a essere una madre che stabilisce regole e insegna lezioni o ancora meno cucina un pasto. Si circonda di un gruppo di persone poco raccomandabili e sopratutto ogni sera di un uomo diverso e una bottiglia di liquore. Dido però ha un sogno nascosto, che Angela, la madre dei vicini diventi sua madre perché rappresenta tutto quello che vorrebbe, ricchezza, ordine, pulizia, cocktail party e regole severe per i figli. L'unico modo che Dido ha per fuggire dalla sua realtà è di stare il più possibile con i figli dei vicini, Harry che diventerà la sua migliore amica con cui c'è un odio amore continuo ma soprattutto Tom, più grande delle due ragazzine ma che agli occhi di Dido è un adonene di cui ovviamente si innamorerà follemente.
Lei è Harry diventano indivisibili, passano da una casa all'altra continuamente, si scambiano tutto, è come se avessero due case a testa. Una per le cose ufficiali e una in cui andare quando si mettono nei guai e devono nascondersi. La vicinanza tra le due famiglie purtroppo arriva a creare disguidi tra tutti e i rapporti si rompono quando i ragazzi vanno in università.
Il fil rouge del romanzo è però il rapporto estremamente difficile tra questa madre artistica, ubriaca, e stramba e sua figlia che allo stesso tempo cerca di rincorrerne l'amore e il rispetto, mentre dall'altra vuole scappare il più lontano possibile nonostante solo loro due si capiscano così bene.
Il romanzo inizia un po' lentamente e mi ci è voluto un pochino a esserne accattivata, fa però molto riflettere, su cosa diamo per scontato, su cosa non conosciamo delle nostre madri, delle domande che non poniamo mai e delle frasi che non diciamo per forse pudore e a volte rabbia.
Sicuramente ci fa venire voglia di alzare il telefono e dire a nostra mamma che le vogliamo bene, anche se abbiamo appena litigato, anche se non la capiamo ed è così diversa da noi, ma dimentichiamo sempre che siamo tutti, compreso i genitori, il frutto delle nostre esperienze passate e che non bisognerebbe giudicare senza davvero conoscere le sofferenze superate.
Bevanda consigliata: Succo d'arancia
Formato consigliato: Cartaceo
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