Continua il Blogtour dedicato all'uscita del Booktrailer della Graphic Novel di Simonetta Caminiti La Ruota Edizioni. Non vedo l'ora di leggerlo questo autunno, questo piccolo assaggio promette molto bene e mi ha fatto molto piacere fare due chiacchiere con l'autrice.
di Simonetta Caminiti e Letizia Cadonici Editore: La Ruota Edizioni Genere: Graphic Novel Data di uscita: Novembre 2019
Diana e Khady sono sorelle “speciali” nella Roma del 1999: diciasettenne stralunata e tormentata la prima, suadente cantante afroamericana di vent’anni – e adottata - la seconda. Amori, dolori precoci e scoperte alle porte di un Millennio che aveva promesso di cambiare tutto. Cosa succederà vent’anni dopo? Cosa ne sarà stato delle speranze e sogni coltivati in gioventù?
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Diana, 1999 è una graphic novel, basata sul plot de Gli arpeggi delle mammole, che verrà pubblicata a novembre 2019 dalla casa editrice La Ruota. Una storia di formazione con commistioni di generi, difficilmente classificabile solo come un “teen drama” o una storia d’amore. Un progetto prezioso e ambizioso dato che si tratta di uno dei rarissimi casi italiani di romanzo di formazione a fumetti, ricco di richiami, curiosi e imperdibili, alla letteratura, alla musica e al cinema del ‘900.
Ciao Simonetta, grazie mille per averci dato l'occasione di intervistarti. Incominciamo subito con le domande:
1) Come nasce l'idea di questa Graphic Novel?
Nasce dalla mia grande passione per il fumetto (adolescente, ero appassionata di manga giapponesi), dall’amore che ho avuto per la graphic novel Il blu è un colore caldo di Julie Maroh: e nasce soprattutto dal fatto che il mio primo romanzo si prestava alla sceneggiatura di qualcosa di inesplorato e inedito in Italia, ovvero il romanzo di formazione a fumetti.
2) Diana e Khady sono due sorelle con personalità molto diverse, in quale ti riconosci di più e quale ti ha dato più filo da torcere durante la stesura del libro?
Nessuna delle due mi ha creato difficoltà. Amo follemente Khady, ed è la prima tra le due che si è configurata nella mia mente e nel mio cuore. Ma non c’è dubbio che io sia molto, molto più simile a Diana.
3) Questa graphic ha come protagoniste due ragazze giovani e si sa a quella età, i sogni e le speranze sono sempre tante. Ti andrebbe di condividere uno di quei sogni che hai sempre fatto da ragazzina e che sei riuscita a coltivare e a realizzare una volta adulta?
Ti dirò (è una domanda splendida!). Avevo sogni estremamente lontani da quelli di cui ho preso piena consapevolezza più avanti. Non sognavo di fare la giornalista (cosa che poi ho fatto), né la scrittrice (perché, più che un sogno, anche qualora tutti i miei scritti fossero rimasti nel cassetto, davo per scontato che nella vita avrei scritto sempre: non facevo altro anche da bambina…). Romanticissima e solitaria, pigra, ombrosetta (come Diana) mi auguravo un grande amore. Del genere che poi, nella vita, ho vissuto. Ciò farà di me l’adolescente e la donna più tipiche della Terra ma tant’è!
4) Come descriveresti questa opera se potessi scegliere solo 3 aggettivi?
Originale, delicata, intensa.
5) Ambientato alle soglie del nuovo millenio, questo libro ci regala uno scorcio di una gioventù molto diversa da quella odierna. Come sono cambiati, secondo te, i ragazzi di oggi rispetto a quelli di un tempo? Hai nostalgia di qualcosa in particolare degli anni prima del 2000?
Sai che non so se gli adolescenti si siano poi così “trasformati”? È cambiato il loro quotidiano: sono stati sradicati dalle piazze, dalla natura, da tutto ciò che, oggi, la maggior parte di loro forse vive e contempla più per farne una story su Instagram che per trarne emozione “faccia a faccia”. Ma le loro dolcissime angosce, le prime applicazioni alla vita, secondo me, gli stati d’animo di aspettativa verso il mondo e verso chi sono e saranno, restano quelli di sempre. Li trovo più emancipati e anche tendenzialmente più diretti (talora, perché no, più aggressivi, nell’espressione di sé) rispetto a chi eravamo noi. Non può non avere un peso, in tutto questo, il genere di linguaggio che masticano accendendo il televisore, aprendo un canale social qualsiasi… Eravamo più pudici, più timidi: il primo viaggio all’estero arrivava, su scala d’età, più tardi rispetto a oggi (e tanti, rispetto ai teenager di allora, sognano di vivere all’estero appena ci mettono piede). Ho nostalgia di una capacità di attendere che i ragazzi di oggi hanno perso. Resta il fatto che l’incanto dell’amore non può e non potrà suscitare mai altro da ciò che era venti, cinquanta, mille anni fa…
Grazie ancora, una chiacchierata che mi piacerebbe replicare. Non vediamo l'ora dell'uscita!
Sabrina
Nasce dalla mia grande passione per il fumetto (adolescente, ero appassionata di manga giapponesi), dall’amore che ho avuto per la graphic novel Il blu è un colore caldo di Julie Maroh: e nasce soprattutto dal fatto che il mio primo romanzo si prestava alla sceneggiatura di qualcosa di inesplorato e inedito in Italia, ovvero il romanzo di formazione a fumetti.
2) Diana e Khady sono due sorelle con personalità molto diverse, in quale ti riconosci di più e quale ti ha dato più filo da torcere durante la stesura del libro?
Nessuna delle due mi ha creato difficoltà. Amo follemente Khady, ed è la prima tra le due che si è configurata nella mia mente e nel mio cuore. Ma non c’è dubbio che io sia molto, molto più simile a Diana.
3) Questa graphic ha come protagoniste due ragazze giovani e si sa a quella età, i sogni e le speranze sono sempre tante. Ti andrebbe di condividere uno di quei sogni che hai sempre fatto da ragazzina e che sei riuscita a coltivare e a realizzare una volta adulta?
Ti dirò (è una domanda splendida!). Avevo sogni estremamente lontani da quelli di cui ho preso piena consapevolezza più avanti. Non sognavo di fare la giornalista (cosa che poi ho fatto), né la scrittrice (perché, più che un sogno, anche qualora tutti i miei scritti fossero rimasti nel cassetto, davo per scontato che nella vita avrei scritto sempre: non facevo altro anche da bambina…). Romanticissima e solitaria, pigra, ombrosetta (come Diana) mi auguravo un grande amore. Del genere che poi, nella vita, ho vissuto. Ciò farà di me l’adolescente e la donna più tipiche della Terra ma tant’è!
4) Come descriveresti questa opera se potessi scegliere solo 3 aggettivi?
Originale, delicata, intensa.
5) Ambientato alle soglie del nuovo millenio, questo libro ci regala uno scorcio di una gioventù molto diversa da quella odierna. Come sono cambiati, secondo te, i ragazzi di oggi rispetto a quelli di un tempo? Hai nostalgia di qualcosa in particolare degli anni prima del 2000?
Sai che non so se gli adolescenti si siano poi così “trasformati”? È cambiato il loro quotidiano: sono stati sradicati dalle piazze, dalla natura, da tutto ciò che, oggi, la maggior parte di loro forse vive e contempla più per farne una story su Instagram che per trarne emozione “faccia a faccia”. Ma le loro dolcissime angosce, le prime applicazioni alla vita, secondo me, gli stati d’animo di aspettativa verso il mondo e verso chi sono e saranno, restano quelli di sempre. Li trovo più emancipati e anche tendenzialmente più diretti (talora, perché no, più aggressivi, nell’espressione di sé) rispetto a chi eravamo noi. Non può non avere un peso, in tutto questo, il genere di linguaggio che masticano accendendo il televisore, aprendo un canale social qualsiasi… Eravamo più pudici, più timidi: il primo viaggio all’estero arrivava, su scala d’età, più tardi rispetto a oggi (e tanti, rispetto ai teenager di allora, sognano di vivere all’estero appena ci mettono piede). Ho nostalgia di una capacità di attendere che i ragazzi di oggi hanno perso. Resta il fatto che l’incanto dell’amore non può e non potrà suscitare mai altro da ciò che era venti, cinquanta, mille anni fa…
Grazie ancora, una chiacchierata che mi piacerebbe replicare. Non vediamo l'ora dell'uscita!
Sabrina
Vi lascio il bellissimo Booktrailer. Fatemi sapere cosa ne pensate.
“Sono entusiasta del trailer” spiega l’autrice Simonetta Caminiti “perché si tratta, a ben vedere, di un micro-film. Non è breve come i teaser dei libri cui siamo abituati. Ed è sorprendente per me ricordare i volti, le voci, le mani dietro questo progetto. Barbara e Federica (De Bortoli) sorelle anche nella vita; Fabio Santomauro (illustratore e animatore strepitoso); la colonna sonora interpretata di Diana Timbur che, solo per caso, ho scoperto avere il nome... e il viso identici alla protagonista del mio romanzo a fumetti. Una piccola matrioska di personaggi (reali!) che presentano la mia graphic novel”.
Lo speciale non finisce qui. Altre due tappe sono programmate per farci scoprire altre info preziose, di seguito trovate il calendario e vi raccomando di recuperare anche le precedenti.
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