martedì 21 maggio 2019

Recensione: Smetto quando voglio (ma anche no).


Smetto quando voglio
di Riccardo Pozzoli

Editore: Dea Planet
Prezzo Cartaceo: € 16,00
Pagine: 224


C’è chi li ama alla follia e ne fa un uso smodato. Chi li detesta e pensa siano la causa di tutti i mali della società. Chi non ammetterà mai di esserne dipendente, chi ci bazzica ma non si espone, chi ci si diverte senza subirli. Che li si ami o si odi, è passato il tempo in cui si credeva che i social media fossero una moda passeggera: quindici anni fa, quando Facebook muoveva i primi passi, e i vari Snapchat, Instagram, Musically erano ancora da venire, senza saperlo stavamo assistendo a una svolta irreversibile nel nostro modo di comunicare. Oggi ci serviamo dei social per rendere pubblici dettagli anche intimi delle nostre vite, per tenerci aggiornati, informarci, fare acquisti, e purtroppo anche per litigare, invidiare vite altrui apparentemente perfette, farci sfruttare dalle aziende e farci ingannare dai politici, fino a casi estremi di bullismo e persecuzioni. È comprensibile che, insieme alla diffusione dei social, aumenti la preoccupazione per i loro risvolti negativi. Il “benessere digitale” è un’esigenza così sentita che spesso vengono proposte soluzioni drastiche (e irrealistiche) come chiudere tutti i propri account e sottoporsi a una vera propria dieta digitale. Riccardo Pozzoli, invece, che della comunicazione sui social ha saputo fare una professione di grande successo, propone un approccio molto più fresco e amichevole.



Un libro che dovrebbe a mio parere divenire una vera e propria guida per coloro che vorrebbero disintossicarsi dai social. L’impatto che questi ultimi hanno avuto sulle nostre vite, è stato dirompente tanto che, noi tutti siamo diventati il centro delle nostre esistenze. Occorre sottolineare che nelle nostre esistenze, i social media sono parte integrante della vita, non qualcosa di distinto. Qualunque sia il nostro grado di partecipazione, abbiamo delle responsabilità: verso ciò che scriviamo e verso gli altri. Un saggio che crea parecchie domande, a partire dall’importanza della tutela della privacy, fino alla consapevolezza di comprendere ove ci spingano le conseguenze delle nostre azioni sui social. Sono perfettamente d’accordo con l’autore, quando sottolinea che: il mondo social, è dei narcisisti. Generalmente le persone più seguite sui social media, non sono quelle che hanno una vita normale, fatta di una routine prevedibile, ma quelle che hanno una vita straordinaria, nella maggior parte dei casi, peraltro a volte, costruita a DOC; fondata da viaggi, esperienze fuori dal comune, eventi unici. In altre parole, sono spesso dei narcisisti da manuale. Ciò che maggiormente mi sono sentita di condividere con colui che ha scritto questo saggio, è indubbiamente il fatto che, nella vita, non devi mostrare la tua felicità a nessun altro, se non a te stesso. Essere indipendenti dal giudizio degli altri, sempre e comunque. Ridurre dunque al minimo il tempo che si perde sui social, garantirsi una fetta di tempo da dedicare a noi stessi, a ciò che davvero amiamo, a ciò in cui crediamo; non ai falsi miti di un mondo effimero. Spetta a tutti noi, rendere i social un posto migliore; anche per le generazioni che verranno dopo di noi. L‘autore devolverà il proprio ricavato derivante dalla vendita del presente volume ai progetti sostenuti da NextGen UNICEF Italia; motivo in più per acquistarne una copia.


Durata totale della lettura: Tre giorni
Bevanda consigliata: Caffè brasiliano
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: dai 14 anni
Sito dell'autore: Riccardo Pozzoli





      "21 giorni per scoprire come 
stare sui 
social in modo consapevole."



                            

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