lunedì 21 gennaio 2019

Recensione: Placebo



Placebo
di Giulia Santarelli

Editore: Santelli
Prezzo Cartaceo: € 9,90
Pagine: 68


Placebo è una bambola di porcellana che passa il suo tempo libero vendendo siringhe piene di illusioni, cibo clandestino che ormai nutre gli animi stanchi delle persone, divenute nel corpo e nell’anima nient’altro che esseri di plastica e materiali sintetici. C’è però un motivo se Placebo, con il suo volto aggraziato e le sue delicate movenze, ha scelto proprio questo mestiere: deve guadagnare almeno cento monete d’argento per potersi avvicinare a Frisson, giovane danzatore di carillon del quale è follemente ossessionata e dimostrare a lui e a tutto il suo mondo che sotto il peso di una pelle sintetica può ancora battere un cuore e scorrere del sangue, sinonimi di vita, ma di vita vera. La Bambina che disegnava fumetti, il Clown, le Maschere apatiche, una schiera di soldatini di piombo vivono luoghi bizzarri e decadenti insieme alla bambola, impersonando questioni attuali e problematiche, quali tossicodipendenza, prostituzione e sete di potere



Questo libro vuole essere una metafora della ricerca dell’amore, l’amore profondo per cui si è disposti a fare ogni cosa è ad andare oltre ogni ostacolo. 
Placebo, bambola di porcellana, vende illusioni per raccogliere monete d’argento che le permetteranno di comprare un biglietto di teatro per andare a vedere la performance di Frisson, danzatore di carillon del quale Placebo è profondamente innamorata.
L’autrice, attraverso questa metafora, tocca diversi temi legati all’amore, gli affetti e le perdite. 
Personalmente credo che il tutto risulti un po’ troppo fuori dagli schemi a tal punto da non dare al lettore un senso reale di ciò che sta succedendo. Ad esempio, improvvisamente la narrazione apre un lungo inciso sulla bambina che disegnava fumetti, senza spiegarne il contesto o il ruolo e diventa estremamente difficile capire cosa questo personaggio, introdotto dal nulla, effettivamente rappresenti.
Prima di leggere questo libro (avendone letto solo la sinossi) ricordo di aver pensato: questo può essere un capolavoro oppure no. A lettura finita opterei di più per la seconda. 

La scrittura è abbastanza scorrevole, ma a mio parere alcuni punti sarebbero dovuti essere approfonditi di più: la storia di Placebo? Cosa è successo alla città in cui vive? Etc.
In conclusione, l'idea è davvero buona, ma credo vada sviluppata in maniera decisamente diversa, dando una più profonda descrizione e caratterizzazione a tutti i personaggi.


Durata totale della lettura: 2 ore
Bevanda consigliata dall'autore: Chai Latte
Formato consigliato: Digitale
Età di lettura consigliata: dai 16 anni




«Non avevano una faccia, la maschera era il loro vero volto: maschere che piangevano divertite, maschere che sorridevano tristi, maschere apatiche, maschere corrose da un menefreghismo ormai impiantato dentro il cranio.»



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