lunedì 14 gennaio 2019

Recensione: Diario russo




Diario russo
di John Steinbeck
con le fotografie di Robert Capa

Editore: Bompiani
Prezzo edizione cartacea:
€ 20,00

Pagine: 320
Titolo originale: A Russian journal


Nel 1946 Winston Churchill annunciò che una ''cortina di ferro'' era calata sull’Europa orientale. Già l’anno seguente poteva dirsi iniziata la Guerra fredda, che sarebbe durata più di quarant’anni. In quel clima lo scrittore John Steinbeck e l’amico fotografo Robert Capa decisero di partire insieme per un viaggio alla scoperta di quel nemico che era stato l’alleato più forte nella seconda guerra mondiale: l’Unione Sovietica. Ne emerse un resoconto onesto e privo di ideologia sulla vita quotidiana di un popolo che non poteva essere più lontano dall’American way of life. Le pagine del diario e le fotografie che raccontano la vita a Mosca, Kiev, Stalingrado e nella Georgia sono il distillato di un viaggio straordinario e un documento storico unico di un’epoca, salutato dal New York Times come ''un libro magnifico''. 
A settant’anni dalla prima edizione in America, torna in libreria in tutta la sua bellezza questo reportage culturale sulla gente comune di uno dei paesi meno esplorati dai giornalisti e reporter mondiali. Steinbeck e Capa riescono nel loro intento di ''dare un volto al nemico'' troppo spesso disumanizzato nella retorica politica. Una notevole lezione di umanità ed empatia che ci ricorda ancor oggi l’importanza di conoscere concretamente luoghi e persone per superare pregiudizi e ignoranza.



Un libro che vale la pena di leggere. Molto diverso dallo Steinbeck che conosciamo grazie ai libri che lo hanno reso uno degli autori più letti nel ventesimo secolo. Si tratta di un vero e proprio reportage sulla Russia nel pieno della Guerra Fredda. L'obiettivo è quello di conoscere (e far conoscere) la vita quotidiana delle persone normali, quella vera e non quella che si leggeva all'epoca, descritta genericamente in fin dei conti semplicemente come "il nemico".
Ma come è nato questo libro? Steinbeck e Capa si incontrano in un bar, ciascuno con i propri pensieri e alla ricerca di un nuovo progetto. Iniziano a chiacchierare e la discussione cade sulla Russia, e si rendono conto che non sanno niente di come viva, pensi, lavori o faccia l'amore questo popolo, in questo momento storico. 
Il fatto stesso che siano stati ammessi in Russia nel 1947 è di per sé qualcosa di fantastico, ma in qualche modo ce la fanno. Partono alla volta di Mosca passando da Stoccolma. La burocrazia, come potete immaginare, era impossibile. Occorrevano permessi per fare qualsiasi cosa: per uscire da Mosca e recarsi in un'altra città, per scattare le foto e poi poterle pubblicare. Viaggiano  da Mosca a Kiev, a Stalingrado e verso la Georgia, visitando anche Tbilisi e Batum. E ogni volta fanno ritorno a Mosca. Per farsi un buon bagno e riposarsi, certo, ma, soprattutto, per avere la possibilità di andare a bere qualcosa con gli ufficiali russi e con i corrispondenti occidentali. Purtroppo non si riesce ad avere una visione esaustiva, perche il viaggio è stato troppo breve, ma sufficiente comunque per avere un ritratto della gente normale con la quale avevano avuto limitate occasioni di intrattenersi. 
Quello che ne emerge è un popolo provato, dove sono soprattutto le donne a uscire ogni mattina per recarsi al lavoro, in quanto la maggior parte dei loro mariti, figli, fratelli erano morti durante la guerra oppure ne erano usciti molto malandati. Ma, nonostante questo, il ritratto è quello di un popolo colmo di speranze per il futuro, curioso, sempre a fare domande e a valutarne attentamente le risposte. Un popolo molto generoso nonostante non avesse molto da offrire, ma comunque sempre disposto a condividerlo. Musica, danze e, naturalmente, vodka. Una bella scrittura e foto notevoli, da non perdere.

 



Durata totale della lettura: 7 giorni
Bevanda consigliata: tè caldo e forte 
Formato consigliato: cartacea
Età di lettura consigliata: dai 19 anni
Sito dell'autore: John Steinbeck




 


      "L'importanza di conoscere."
 

 


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