mercoledì 12 dicembre 2018

Recensione: Un paradiso da morire



Un paradiso da morire
di Anthony Bourdain
Editore: Rizzoli

Prezzo edizione cartacea: € 19,00
Pagine: 320
Titolo originale: Gone bamboo



Finalmente, dopo anni di duro lavoro, il sicario di professione Henry Denard pianta baracca e burattini e, assieme alla seducente moglie Frances, decide di abbracciare uno stile di vita rilassato e gaudente. E proprio nel bel mezzo del mar dei Caraibi, sull’isoletta di Saint-Martin, trova una vita pigra, fatta di sole e spiagge bianche, tanti cocktail e buon sesso. Purtroppo per Henry e Frances, però, il buen retiro termina quando sull’isola sbarca l’ultima persona che vorrebbero rivedere: il boss mafioso Charles “Charlie Wagons” Iannello, ultimo incarico di Henry nonché macchia enorme nel suo curriculum altrimenti impeccabile. Con il mandante dell’omicidio infuriato per il fallimento del piano, e la vittima designata a pochi passi dal loro bungalow, guardata a vista dagli agenti dell’FBI, la vita annaffiata di rum e sole della coppia comincia a complicarsi. Possibile che, per evitare l’imminente vendetta del mandante e continuare a godersi in pace i loro cocktail sotto le foglie di palma, i due debbano farsi amico proprio l’uomo che Henry ha provato a freddare?Un paradiso da morire ci concede una breve fuga ai tropici colma di pigrizia, vizi e venalità, ma con tutta l’emozione e la suspense di una black comedy. Cultore del cibo in tutte le sue declinazioni e divulgatore di fama mondiale, con questo crime dissacrante Anthony Bourdain si è dimostrato capace di soddisfare anche i palati più esigenti.


Lo confesso, sono una fan di Anthony Bourdain. Ho letto tutti i suoi libri. Da “Kitchen confidential”, che lo ha reso famoso (e a ragione, consiglio a tutti quanti di leggerlo), passando per “Il viaggio di un cuoco”, un libro che mi ha tenuta incollata alle pagine e mi ha fatto scoprire le cucine del mondo, quelle vere. Arrivando a “Un osso in gola”, i cui personaggi Tommy Pagano e la compagna Tracy hanno una parte in questo libro, anche se in secondo piano, nella storia.
Una storia un po’ insolita per Bourdain, infatti non è incentrata sulla cucina e non parla (solo) di cibo.
I protagonisti sono Henry e la moglie Frances, “ritirati” su un’isola ai Caraibi, lasciandosi alle spalle un passato da sicari e una vita sempre sul filo del rasoio.
Un paradiso, appunto, fatto di sole, spiagge, cocktail e sesso.
Ma proprio quando questo fantastico sogno si è realizzato arriva un amaro risveglio. Infatti, sull’isola paradisiaca, viene mandato sotto protezione un boss mafioso (tra l’altro in lingua originale la parola “boss” diventa “capo” in italiano), Charlie “Wagons”. E, guarda caso, Charlie è stato l’unico insuccesso nella carriera di sicario di Henry. Forse l’ultima persona al mondo che avrebbe voluto trovarsi tra i piedi nel suo paradiso caraibico.
Ma la cosa assurda è che proprio Henry e Frances  vengono coinvolti per proteggerlo! Una black commedy molto divertente da leggere, nella quale i personaggi diventano dei compagni di viaggio in un’avventura alla James Bond dove, però, di Bond ce ne sono 2, anche se non hanno tutti quei gadget che di solito lo 007 tira fuori dal cappello per salvarsi.
È molto divertente da leggere, magari spaparanzati su un divano o, se ne avete l’opportunità, su una bella spiaggia, così, per immedesimarvi nel paradiso caraibico dove si svolge la storia. Del resto lo dichiara anche lo stesso Bourdain nella sua introduzione: “(…) Volevo scrivere un libro da spiaggia con un che di sociopatico; (…) Non so se ci sia riuscito o meno, però, non lo so.” 
A me è piaciuto molto, mi sono divertita e ve lo consiglio caldamente.


Durata totale della lettura: 5 giorni
Bevanda consigliata: qualcosa di fresco e forte
Formato consigliato: cartacea
Età di lettura consigliata: dai 18 anni





      "E, per favore, lascia che la sabbia si infili tra le pagine."
 


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