di Andrea Polito Editore: Marsilio Prezzo Cartaceo: € 17.00 Pagine: 154
Nella vita di ciascuno di noi puntualmente arriva, in forma di vera e propria crisi o di semplice verifica, quello che riconosciamo come un giro di boa. Può succedere a qualsiasi età e per le più svariate ragioni, come quando guardandoci allo specchio notiamo per la prima volta qualcosa che ci sconvolge o l’immagine riflessa non corrisponde più all’essere pieno di energia che sentiamo dentro. Come uscirne senza ricorrere alla fuga dalla carriera, alle avventure mistiche, all’edonismo e a tutto il catalogo di soluzioni che immancabilmente si rivelano illusorie? Alternando racconto autobiografico e viaggio tra le questioni del nostro tempo, Antonio Polito ci guida alla scoperta di una di quelle fasi in cui avvertiamo un improvviso bisogno di sobrietà, di «fare pulizia» e alleggerirci dai pesi inutili, applicando del sano senso pratico al nostro bagaglio di vissuti e di valori. Una metamorfosi che ha mille facce: riguarda l’essere figli e genitori, la dimensione amorosa, il rapporto con la tecnologia, l’idea della morte, la politica e la responsabilità, la riscoperta del corpo e del piacere. Mentre rivela che cosa per lui ha superato le maglie della selezione e ciò che invece è risultato d’intralcio alla sua crescita come uomo, padre, cittadino, Polito formula una proposta estesa a tutti: avviare un percorso di «perdita» per riconquistare se stessi può essere la chiave per costruire un nuovo senso di appartenenza e rifondare così non solo le nostre vite, ma il nostro modo di essere comunità. Un invito a ridiventare padroni del proprio tempo, a mollare gli ormeggi e riprendere in mano la propria vita.
|
Un libro che prima di essere un romanzo, è senza ombra di dubbio alcuna, un vero e proprio manuale che insegna, come ricercare la felicità. Uno dei passaggi che più mi ha colpito, è quello in cui si sottolinea che, non sembra possibile, né accettabile, che tutto finisca con la nostra morte. Ma, parliamoci chiaro: chi
veramente, nel fondo della sua anima, è disposto ad accettare senza combattere l’idea che tutto finisca in polvere, che l’esistenza speciale, unica, eccezionale che ha condotto, tutti i pensieri, i sentimenti, le emozioni, le passioni che ha vissuto, possano dissolversi nel nulla, senza che ne resti più alcuna traccia nell’universo? È un’idea che fa a cazzotti con la nostra umanità, con la coscienza del sé di cui solo noi umani siamo stati forniti nel Creato, al punto che saremmo disposti a pagare qualsiasi cifra pur di scoprire che non è vero, che alla fine non andrà così, che qualcosa resterà. «L’idea di una fine eterna, sparire per sempre», ha detto un ateo come Dario Fo,«è insostenibile per la mente umana» Portiamo dentro di noi «la malattia dell’infinito» . Ed è questa la causa prima dell’insopprimibile inquietudine che accompagna la vita anche del più felice tra noi, del nostro incessante desiderare un senso che trascenda l’esistenza. Una lettura attenta e che crea molte riflessione, in merito alla possibilità di ricercare la felicità anche nell’eliminazione del superfluo. L’autore infatti, inneggia a: Mangiar sano, fare lentamente all’amore, produrre uno sforzo, raggiungere una meta, ripetere un movimento: forse sono tutte forme di purificazione, intesa come selezione dell’essenziale e scarto del superfluo.
Durata totale della lettura: Due giorni
Bevanda consigliata: Cioccolata calda alla vaniglia.
Formato consigliato: Ebook
Bello il tuo blog!
RispondiEliminaBello il nostro blog :-)
RispondiElimina