venerdì 26 ottobre 2018

Recensione: Isola di Neve

Isola di Neve
di Valentina D'Urbano



Editore:  Longanesi
Prezzo cartaceo: 19,90 € 
Prezzo ebook: 9,99 €
Pagine: 512



2004. A ventotto anni, Manuel si sente già al capolinea: un errore imperdonabile ha di­strutto la sua vita e ricominciare sembra impossibile. L’unico suo rifugio è Novembre, l’isola dove abitavano i suoi nonni. Sperduta nel mar Tirreno insieme alla sua gemella, Santa Brigida – l’isoletta del vecchio carcere abbandonato –, Novembre sembra il posto perfetto per stare da solo. Ma i suoi piani vengono sconvolti da Edith, una giovane tedesca stravagante, giunta sull’isola per risolvere un mistero vecchio di cinquant’anni: la storia di Andreas von Berger – violinista dal talento straordinario e ultimo detenuto del carcere di Santa Brigida – e della donna che, secondo Edith, ha nascosto il suo ine­stimabile violino. L’unico indizio che Edith e Manuel hanno è il nome di quella donna: Tempesta. 

1952. A soli diciassette anni, Neve sa già cosa le riserva il futuro: una vita aspra e miserabile sull’isola di Novembre. Figlia di un padre violento e nullafacente, Neve è l’unica in grado di provvedere alla sua famiglia. Tutto cambia quando, un giorno, nel carcere di Santa Brigida viene trasferito uno straniero. La sua cella si affaccia su una piccola spiaggia bianca e isolata su cui è proibito attraccare. È proprio lì che sbarca Neve, spinta da una curiosità divorante. Andreas è il contrario di come lo ha immaginato. È bellissimo, colto e gentile come nessun uomo dell’isola sarà mai, e conosce il mondo al di là del mare, quel mondo dove Neve non è mai stata. Separati dalle sbarre della cella, i due iniziano a conoscersi, ma fanno un patto: Neve non gli dirà mai il suo vero nome. Sarà lui a sceglierne uno per lei. Sullo sfondo suggestivo e feroce di un’isola tanto bella quanto selvaggia, una storia indimenticabile. Con la travolgente forza espressiva che da sempre le è propria, Valentina D’Urbano intreccia passato e presente in un romanzo che esalta il valore e la potenza emotiva dei ricordi, e invita a scoprire che, per essere davvero se stessi, occorre vivere il dolore e l’amore come due facce di una stessa medaglia.




Vi è mai capitato di trovarvi tra le mani un romanzo da cui non sapete bene cosa aspettarvi e che poi si è rivelato essere una sorta di perla rara nel mare letterario?
Ecco, Isola di Neve per me è stato esattamente questo.
Me culpa, mea culpa, mea maxima culpa, io di Valentina D'Urbano non avevo mai letto niente - ed ora mi domando sul serio come si possibile che un'autrice così talentuosa sia rimasta fuori dai miei radar per così tanto tempo. Certo, l'avevo ben sentita nominare, ma non so perché non mi sia mai presa la briga di leggere qualcosa di suo.
Mi sono messa a leggere Isola di Neve a casa dei miei, mentre terminavo i mie ultimi scampoli di ferie estive (a ottobre, ma questo è un discorso a parte). Non c'è voluto tanto prima che la stanza attorno a me svanisse e io mi ritrovassi catapultata su Novembre, un'isola meravigliosa su cui si svolge buona parte di questo romanzo. Tanto è coinvolgente questo libro che mi pareva di avvertire il vento marino, con quella sua punta di salmastro, accarezzarmi la pelle, il suono stridulo dei gabbiani al porto, o lo sciabordio delle onde. Non è roba da poco, se si considera che io, il mare, lo vedo si e no una volta ogni due anni (sono tipa da montagna, che ci volete fare?).
Fatto sta che io me ne sono rimasta per ore e ore a leggere, con il sole che intanto tramontava e mia madre che doveva venire ad accendermi la luce della stanza in cui mi ero immersa a leggere, con tanto di ramanzina "che sennò poi ti fanno male gli occhi, e non sei più una bambina e queste cose dovresti saperle" gentilmente inclusa nel prezzo.
Non so davvero da dove cominciare per raccontarvi di questo romanzo, più che altro perché anche i più piccoli accenni alla trama rischiano di svelare troppe cose. Ma posso darvi degli indizi di cosa troverete in questo libro: troverete un'isola che vi farà venire voglia di mollare tutto e recarvi lì, per trovare un attimo di quiete nell'impetuosità delle vostre vite. Troverete un ragazzo che non ama parlare di sé, ed una ragazza tedesca che ama l'Italia e che cerca di svelare un mistero. Troverete una giovane ragazza dallo spirito ribelle che non è amata dalla sua famiglia, e un giovane uomo che deve pagare per ciò che ha commesso. Troverete passato e presente che si intrecciano, si parlano, si sfiorano e si riallontanano. Troverete un'altra isola, molto più proibita, che un tempo era stata adibita a carcere. E cercherete, nelle pagine di questo romanzo, un violino - ma non posso dirvi se davvero lo troverete.
Ecco, questi sono gli ingredienti che sono alla base di questo romanzo. Ma è poi la penna sapiente della D'Urbano a compiere la magia, ad unire questi ingredienti con la maestria di uno chef stellato e a proporci un romanzo che cattura, ipnotizza e travolge, con le sue atmosfere accattivanti e il ritmo che invoglia il lettore a divorarne una pagina dopo l'altra, come se fosse un tortino dal cuore caldo al cioccolato. Consigliatissimo!



Durata totale della lettura: Un giorno
Bevanda consigliata:  Infuso lime e zenzero
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autore: Valentina D'Urbano








"Si chiamava Isola di Novembre, ed era minuscola, 
poco più di uno scoglio, perduto in mezzo al mare... "


Voglio darvi un'ulteriore chicca, prima di farvi correre in libreria ad acquistare questo romanzo. Voglio farvi conoscere un brano musicale tra i più belli che io abbia mai ascoltato, e che ho ho scoperto proprio grazie a Valentina D'Urbano - che ho avuto il piacere di conoscere ad una cena organizzata dalla sua Casa Editrice - che lo ha reso parte de L'Isola di Neve, integrandolo magistralmente nel racconto.

Si tratta de La tempesta di mare di Vivaldi - un brano potente, impetuoso, travolgente, meraviglioso.






                                            

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