domenica 28 ottobre 2018

Recensione: Il ciliegio del mio nemico

Il ciliegio del mio nemico
di Wang Ting-kuo

Editore: Neri Pozza
Prezzo Cartaceo: €9,90                                                    
Pagine: 208
Titolo originale: 敵人的櫻


In una piccola città di mare, un uomo di mezza età gestisce una caffetteria con pochi clienti, in attesa che sua moglie torni da lui. Invece una mattina riceve un visitatore inaspettato, l’ex amante di sua moglie, Luo Yi-Ming. L’incontro turba profondamente i due uomini, al punto da condurre Luo Yi-Ming a tentare il suicidio scavalcando una balaustra per gettarsi nel vuoto. La cittadina è sconvolta e non esita a incolpare di un simile gesto il proprietario della caffetteria, il quale riceve la visita della polizia, convinta che tra i due uomini sia in corso una faida. Tutto quello che riescono a scoprire i poliziotti, però, è che la moglie dell’uomo, Autumn, risulta scomparsa da tempo.
La figlia di Luo Yi-Ming arriva al bar, sperando di scoprire la verità. Attraverso una serie di conversazioni, l’uomo le svela, incontro dopo incontro, una storia di ambizione, amore e vendetta. Cresciuto nella povertà, il suo unico obiettivo nella vita è stato trovare un lavoro stabile e mettere su famiglia. Il suo desiderio viene esaudito quando incontra Autumn, di cui si innamora al primo sguardo. Il narratore inizia quindi a lavorare nel settore immobiliare, dimostrando di avere un vero talento per gli affari. Mentre la sua carriera prende il volo con il boom immobiliare di Taiwan negli anni ’90, lui e Autumn si iscrivono a un corso di fotografia tenuto proprio da Luo Yi-Ming. Il ciliegio dai rami rosso cupo che domina il giardino di Luo Yi-Ming non è ancora in fiore quando Autumn, all’improvviso, decide di lasciare suo marito…



Luo Yiming, il benefattore della città, l'uomo la cui rettitudine è conosciuta in tutta la zona, appassionato di fotografia e l'uomo più umile che si conosca pare aver perso la testa e aver tentato il suicidio. Nessuno capisce cosa gli sia successo, addiritura la polizia sta investigando sul caso. Sua figlia Luo Baixiu è disperata e continua ad andare a trovare il proprietario del negozio di caffè, quello strano uomo che abita in un piccolo incavo al di sopra della caffetteria. Non si capisce bene perché Baixiu continui ad andare a trovarlo, sa forse di quel segreto? Qualunque sia il motivo, questo almeno gli darà la possibilità di raccontarle la sua vita. Il padre bidello, povero e maltrattato, la madre invalida, un'infanzia povera e infelice.
Il punto di luce della sua vita era stato uno solo: conoscere sua moglie Qiuzi. Una ragazza fresca, giovane e timida con qualche trauma infantile, che purtroppo si era ripresentato durante quel fatidico terremoto e le aveva rubato la gioia. 

Solo la macchina fotografica sembra ridarle allegria e un motivo per vivere. Proprio la passione per la fotografia però la allontanerà dal marito, imbrogliato proprio da quell'integerrimo gentiluomo.
Il romanzo è un po' criptico ma è molto affascinante il parallelo tra la la fioritura dei ciliegio del signor Luo con la giovinezza di Qiuzi e anche la sua capacità di donare amore. Come molti altri romanzi cinesi che ho letto in passato, il linguaggio ermetico si mescola a tradizioni e leggende cinesi, interpretazioni di sogni e atmosfere un po' noir. Un romanzo pieno di parallelismi tra la flora e la fauna e la vita dei protagonisti, tante volte sono collegamenti che dobbiamo riuscire a estrapolare dal contesto, altre volte, come nel finale, 
è il protagonista stesso a darci le risposte che cerchiamo.
Un romanzo che lascia un po' confusi siccome lo iniziamo convinti di dover cercare un colpevole o almeno una colpa ma invece scopriamo un intero mondo di vendette, passioni e ossessioni.

Durata totale della lettura: Quattro giorni
Bevanda consigliata: Tè Oolong
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: dai 16 anni 






      "Ci vogliono tanti anni per capire che cosa, del dolore e della felicità che abbiamo attraversato, sia il caso di trattenere o dimenticare".

   

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