mercoledì 1 agosto 2018

Recensione: Il figlio perduto



Il figlio perduto
di C.L. Taylor

Editore: Longanesi
Prezzo cartaceo: € 19,90
Prezzo Ebook: € 11,99
Pagine: 384
Genere: Thriller

Sono trascorsi sei mesi dalla scomparsa di Billy, quindicenne figlio di Claire e Mark, fuggito di notte dalla casa di famiglia. In quella casa vivono anche ­Jake, il fratello diciannovenne di Billy, e la sua fidanzata, Kira, sottratta a una madre violenta e alcolizzata.
Billy è sempre stato un ragazzo ribelle e turbolento, con un curriculum scolastico non invidiabile e un’unica passione: i graffiti. Sognava di riempire Bristol con i suoi disegni.
Claire è distrutta. Le ha provate tutte per aiutare la polizia ma poi è caduta sotto il peso dello stress, finendo per indebolirsi al punto da subire veri e propri blackout. La sua psicologa li definisce «fughe dissociative», ma a ogni «risveglio» Claire sembra essere in grado di aggiungere un tassello al puzzle della scomparsa di Billy. Afflitta dalla mancanza di lucidità ma spinta da quella che per lei è la prima, flebile luce nel buio che la avvolge dalla scomparsa del figlio, Claire inizierà a ricostruire gli attimi che l’hanno separata da Billy.
Ma non potrà fidarsi di nessuno, neanche della sua stessa famiglia.








Billy ha quindici anni e sono sei mesi che manca da casa, è scappato di notte lasciando l'intera famiglia con il cuore spezzato. Claire, sua madre, vive ogni giorno l'incubo di trovarsi la polizia di fronte alla porta che gli chiede di riconoscere il corpo del figlio. Un incubo che si ripete giorno dopo giorno al quale si aggiungono anche le sue amnesie, momenti di totale black out sui quali non ha controllo che la fanno risvegliare sempre in posti sconosciuti. Dov'è Billy? Ma soprattutto chi è in realtà? L'autrice C.L. Taylor porta il lettore in uno dei più grandi incubi che un genitore possa mai provare: la sparizione del proprio figlio, la paura che gli sia successo qualcosa di brutto, l'ansia di non rivederlo mai più e l'impotenza di non poter fare niente se non aspettare. L'attesa del ritorno di Billy è uno dei sentimenti preponderanti dell'intera narrazione, la frustrazione di Claire che si ritrovare con le mani in mano ad aspettare un cenno, un indizio per poter ritrovare suo figlio. Il lettore si ritrova di fronte ad un thriller non semplice, carico di tensione e di paura che emergono sin dalle primissime battute. La narrazione purtroppo perde un pò di mordente e la lettura fa scemando, nonostante il tema attuale ed il carico emotivo evidente. Claire non riesce a darsi pace: come è possibile che Billy, il suo perfetto bambino, abbia deciso di uscire di casa senza far più ritorno? Cosa sarebbe successo se lei quella sera fosse stata a casa? Forse sarebbe riuscita a cambiare il corso degli eventi, forse tutto questo non sarebbe successo perchè avrebbe intuito che c'era qualcosa che non andava, ne avrebbe avuto il sentore. Il lettore e la sua attenzione vengono catturati dai black out di Claire, che cose le sta succedendo? Possibile che sia successa la stessa cosa a Billy?  Gli eventi si susseguono e la protagonista reale di tutto il romanzo è Claire ed il divario interiore che le dilania l'anima. Un buon romanzo con qualche momento lento che però si fa leggere, nonostante tutto.



Durata totale della lettura: quattro giorni
Bevanda consigliata: tè al karkadè
Formato consigliato: cartaceo

Età di lettura consigliata: dai 16 anni






"Billy dove sei?"

                      
   

                                     

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