giovedì 19 luglio 2018

Recensione: L'atlante dell'invisibile


L'atlante dell'invisibile
di Alessandro Barbaglia

Editore: Mondadori
Prezzo cartaceo: € 17,00
Prezzo Ebook: € 8,99
Pagine: 204
Genere: Narrativa Moderna

Ismaele, Dino e Sofia hanno quarantadue anni in tre quando nel 1989, in una sera di fine estate, rapiscono la luna in segno di protesta.
Vivono a Santa Giustina, un lontanissimo paese fatto di baite di legno ai piedi delle Dolomiti che sta per essere sommerso da un lago artificiale, portandosi dietro tutti i loro ricordi, le gare con le lumache, il prato del castagno, i primi baci.
Il progetto della diga risale al 1946. Ai tempi, gli abitanti di Santa Giustina non accettarono di abbandonare le loro case per trasferirsi al “paese nuovo” e rinunciarono ai benefici promessi nel caso di una resa immediata. Si avvicina però il momento dell’esproprio definitivo.
Proprio negli anni Quaranta si sono conosciuti Elio e Teresa, e precisamente il 19 marzo 1946, in un bar Sport gremito di una folla accalcata per seguire la cronaca radiofonica della prima Milano-Sanremo del dopoguerra.
Senza essersi mai visti né incontrati, Elio e Teresa – ormai anziani e da sempre innamorati l’uno dell’altra e del loro paese vicino a Milano – e i quattordicenni Dino, Ismaele e Sofia sono tormentati dalle stesse domande: “dove vanno a finire le cose infinite?”, “dove si nascondono l’infanzia, l’amore o il dolore quando di colpo svaniscono?”.
E se Elio, per rispondere, costruisce mappamondi dalle geografie tutte inventate e sbagliate – descrivendo così la terra magica dove abita l’invisibile e costringendo Teresa a correggere tutto con puntiglioso realismo -, i bimbi di Santa Giustina via via che crescono si allenano a non smettere di scorgere l’invisibile tra le pieghe del reale e a conservarlo a modo loro, in una sorta di gioco segreto.
In una danza fatta di immaginazione, ricordo ed elaborazione del lutto, Teresa incontrerà i bambini diventati adulti nella notte più incredibile delle loro vite: quella durante la quale, per pochi istanti di eternità, riemergerà il paese sommerso di Santa Giustina. E con lui l’amore, il dolore, l’infanzia e tutta la meraviglia che si nasconde nell’invisibile.
In uno stile romantico e inimitabile, capace di portare in poche pagine il lettore dal riso alla commozione più profonda, Alessandro Barbaglia con questo suo secondo romanzo regala a chi lo legge un gioiello che raggiunge straordinarie vette di intensità e poesia.










Le vedi le Dolomiti? Vedi la roccia come è bianca? Sai perchè? una volta qui c'era il mare e le montagne sono fatte di ossa dei pesci e dei loro sedimenti. Così esordisce l'ingegnere dalle scarpe strane venuto su quelle montagne a costruire una diga che sommergerà il paesino di Santa Giustina: i suoi occhi ora spaziano verso quei prati, quelle baite e quei terreni che da lì a qualche anno si ritroveranno sott'acqua. Ma adesso tutto questo ancora non è successo, il paesino è ancora lì con la scuola, i campi ed un prato immenso che appartiene a tre bambini: è loro di diritto perchè l'hanno scoperto ed in quello spazio confinanto in quell'ultima estate prima che tutto si ritrovi nel fondo della diga loro ne sono i padroni Dino, Ismaele e Sofia. In un bar dello sport nel paese di Barassina Elio sta ascoltando alla radio la prima tappa del giro d'Italia: ha pedalto sino a Milano per vederli partire ed ora sente Coppi volare sulla costa ligure, con un distacco immenso dal resto del gruppo. E sarà proprio grazie ad un distacco di ben 15 minuti dal secondo classificato che conosce Teresa, con la quale ballerà proprio lì in quel Bar dello Sport. Due storie che si intersecano in una trama che sembra fatta di sogni in questo nuovo di Alessandro Barbaglia che ancora una volta riesce a stupirci con una magia letteraria. Ogni volta che mi ritrovo di fronte ad un libro di Barbaglia lascio che la mia mente scavalchi ogni confine e mi addentro con fiducia tra le sue pagine, lascio che la sua voce mi culli e mi porti in luoghi meravigliosi alla scoperta di personaggi indimenticabili. Crescendo un anno dopo l'altro la capacità di vedere l'invisiile, di ridipingere la realtà e di andare oltre il quotidiano si perde ma non in questo romanzo, prima con il trio di Dino, Ismaele e Sofia che hanno addirittura un'atlante dove conservarli e dall'altra parte con Elio che costruisce mappamondi, ma senza seguire davvero le carte topografiche, ma mettendo un vulcano spento in Molise o un fiume giallo in Africa. Cosa c'è di più meraviglioso di saper andare oltre il quotidiano, oltre l'ordinario e la realtà: far spaziare gli occhi oltre quello che ci viene imposto per vedere quello che non c'è, per assaporare l'invisibile. La trama scorre davanti ai nostri occhi che si riempiono di immagini e di meraviglia, di puro stupore riportando il lettore indietro nel tempo. Lo stile narrativo dell'autore è pura poesia, in poche righe Barbaglia cattura l'attenzione, attira il lettore nel suo mondo e lo fa diventare parte di esso, lo incatena alla storia ed ai protagonisti che diventano compagni di un viaggio meraviglioso.



Durata totale della lettura: due giorni
Bevanda consigliata: tè al karkadè
Formato consigliato: cartaceo

Età di lettura consigliata: dai 16 anni






"Impariamo a cogliere l'invisibile."

                      
   

                                        

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