di Walter Miraldi Editore: Lupieditore Prezzo Cartaceo: €12,00 Pagine: 205
Immagina il primo uomo, che per de lo sguardo nella grande pianura ferita dal fulmine. Mentre osserva la volta perlata del cielo ancestrale. Quando osserva la volta perlata del cielo ancestrale. Quando avverte il peso enorme di chi sente di poter esercitare il pensiero. In un barlume di coscienza neonata, che altro non è , se non la spiegazione di un’anima in costruzione.
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Un ragazzo tornato nel suo paese, considerato alla pari ormai di un americano spaccone; dalle sue parti infatti è la vergogna a guidare i comportamenti. Così come l’assoluto terrore di rivelarsi inadeguati agli occhi della piccola comunità feroce (protagonista assoluta dell’intero romanzo, aggiungerei). Nessuno concepisce le difficoltà d’approccio. Si deve nascere imparati e su questo non hai dubbi. In questo quadro, egli dovrà giocare " la partita della vita", e conquistare il cuore dell'amata. Alcuni passaggi descrittivi di questa piccola comunità, mi hanno particolare sorpreso, per esempio, laddove si rileva che, abituarsi a bere è un sintomo di buona disposizione ad abbandonare la condizione di ragazzo, per entrare di diritto nella stanza “dove siedono gli uomini”. Un paese in cui, andare in chiesa è un dovere comunitario; una piccola realtà (quella descritta nel libro), che stabilisce come nessuno vuole che arrivi gente di città, nessuno vuole che gli stranieri costruiscano la casa sopra la terra vostra. Il problema invece, sostiene è che nessuno vuole lavorare la campagna, che invece sarebbe la soluzione di tutto. Una realtà pittoresca, in cui si muovono soggetti strani, quali la “ vecchia sbadata” oppure “ l’uomo che non invecchia”. Un romanzo, particolare, direi “per palati raffinati”, una novità letteraria meritevole di nota. Per una lettura assolutamente non banale.
Durata totale della lettura: Tre giorni
Bevanda consigliata: Frappè al lampone
Formato consigliato: Cartaceo
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